Combattere le zanzare col Bacillus thuringiensis

B_thurigiensis     Ovunque c’è dell’acqua stagnante, sottovasi sui balconi, contenitori d’acqua per gli orti, le zanzare vanno a nozze. Qui depongono le loro uova da cui si sviluppano le larve a migliaia, che diventeranno zanzare adulte dopo la metamorfosi.

     In questo periodo, gli scaffali degli ipermercati sono pieni di vari prodotti per combattere questi fastidiosissimi insetti. Contro le larve sono in commercio anche efficaci prodotti biologici: è il caso del Bacillus thuringiensis, un batterio scoperto oltre un secolo fa e utilizzato da alcuni decenni in agricoltura biologica. Infatti è stato constatato che vive normalmente nel terreno e, se ingerito da molte specie di insetti, soprattutto lepidotteri e ditteri (a cui appartengono anche le zanzare) libera tossine che danneggiano il tratto digerente delle larve provocandone la morte.

     Una specie di batterio particolarmente utile per l’uomo, anche perché secondo la letteratura di settore è innocuo per il nostro organismo, in caso di ingestione. Il pH gastrico molto basso e la mancanza di specifici enzimi digestivi importanti per l’attivazione delle tossine, secondo gli studiosi ci pongono al sicuro nei confronti di questo Bacillus.

     Per essere efficace nei trattamenti contro le larve di zanzara, il prodotto non deve essere scaduto né essere stato conservato alla luce diretta del Sole o a temperature oltre i 25°C.

     La varietà di Bacillus thuringiensis più utilizzata nelle disinfestazioni civili (città, giardini, zone industriali) e agricole (risaie) contro le zanzare è la israelensis. La varietà Kurstaki invece è utilizzata per la lotta alla processionaria che colpisce varie specie vegetali e le cui larve rappresentano un pericolo anche serio per le persone più sensibili.

Larve_zanzara     Come per tutti i batteri (organismi procarioti, molto più semplici degli eucarioti), il genoma del B. thuringiensis è facilmente manipolabile in laboratorio e, negli USA, i geni che codificano la tossina sono stati estratti e utilizzati per ottenere piante transgeniche che, durante la loro crescita, producono anche la tossina in grado di combattere gran parte degli insetti parassiti. In diversi Paesi, in agricoltura si fa un ampio ricorso alle tecniche di manipolazione geniche e clonazione, per ottenere varietà vegetali in grado di resistere a determinati agenti patogeni. In genere, per per introdurre nuovi geni in cellule vegetali che poi saranno “coltivate” fino ad ottenere l’intero individuo, si usano i plasmidi. Questi ultimi sono piccoli anelli di DNA, che si trovano nei procarioti e nei lieviti, in grado di duplicarsi autonomamente rispetto al cromosoma principale. Tali plasmidi sono utilizzati come vettori di geni estranei da introdurre nella cellula.

     Negli USA, almeno il 50% del mais e il 75% circa del cotone e della soia coltivati, sono stati ottenuti con tecniche di manipolazione genetica (dati: Campbell, Reece, Taylor, Simon, Dickey, 2012, www.linxedizioni.it . In altri Paesi, tra cui l’Italia, ci sono molti problemi di carattere etico e normativo sull’utilizzo di piante geneticamente modificate, per cui anche la ricerca in questo settore purtroppo è molto limitata.

Per saperne di più sul Bacillus thuringiensis: http://www.bt.ucsd.edu/ e http://www.polumetla.com/research/bacillus-thuringiensis/ (in inglese).

Crediti immagine B. thuringiensis: www.polumetla.com . N.B. Le immagini non sono in proporzione! In realtà il batterio è migliaia di volte più piccolo delle larve di zanzara.

Video: Larve di zanzara. Video della NPIC (USA): https://www.youtube.com/watch?v=3aLj1WmzL98 .  

Virus Zika: dopo Ebola ritorna la paura

Zikavirus_struttura     Il cammino dell’umanità, fin dalle sue origini, è stato accompagnato da numerosissimi microrganismi che ciclicamente hanno fatto sentire in modo più o meno forte i loro effetti sulla salute umana. Da alcuni mesi è terminato l’allarme causato dalla diffusione del virus Ebola nell’Africa sub sahariana e da qualche settimana si presenta un’altra paura, amplificata dai moderni e velocissimi mezzi di comunicazione: il virus Zika, trasmesso alle persone dalle zanzare del genere “tigre” in alcuni Paesi sudamericani, africani e asiatici. Casi di infezioni di questo virus erano già stati riscontrati nel 2003 e nel 2008, ma solo ultimamente l’allarme si è diffuso nell’opinione pubblica mondiale. Perché i Paesi colpiti secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono 28, nei casi più gravi e conosciuti, prevalentemente dal Messico al Brasile. I casi di microcefalia di bambini, accertata e collegata al virus, sono alcune centinaia ma sono migliaia i casi sospetti. Come se non bastasse, negli Stati Uniti ieri è stato confermato un caso di contagio da persona a persona trasmesso per via sessuale.

     Nei Paesi sudamericani siamo in piena estate, il Carnevale di Rio è alle porte e l’allarme non aiuta i flussi turistici. Qualche cittadina, secondo le notizie giornalistiche ha saggiamente deciso di sospendere i festeggiamenti per il carnevale e, per quest’anno, destinerà i fondi risparmiati alla disinfestazione delle zanzare responsabili della trasmissione del virus, particolarmente pericoloso per le donne in gravidanza.

     Non si sa quando sarà pronta una cura contro il virus, né per quanto tempo rimane nella persona infettata e nei suoi liquidi genitali. Naturalmente sono aumentate le precauzioni anche per le donazioni di sangue, perché come tutti i virus, Zika può trasmettersi anche attraverso le trasfusioni di sangue infetto.

     Per saperne di più: Infezione da virus Zika; Virus Zika e microcefalia; https://it.wikipedia.org/wiki/Virus_Zika ; Nelle immagini: a) struttura del virus Zika (crediti intranet.tdmu.edu.ua ) e mappa della diffusione del virus Zika al dicembre 2015, secondo Wikipedia.

Sul sito del Ministero della Salute, il 19 novembre è stato pubblicato un documento (aggiornato il 29 gennaio 2016) con le domande più frequenti e le risposte dei tecnici. mappa-virus-Zika