Stormi di storni: artisti del volo

Sturnus_vulgaris     Un inverno con poco freddo e pochissime precipitazioni sta per lasciare il posto alla primavera. Da qualche settimana nel cielo si notano stormi di uccelli in migrazione: ritornano dalle regioni del nord Africa verso quelle del centro e nord Europa. A mettersi in mostra, soprattutto per il loro numero e le affascinanti acrobazie aeree, sono gli stormi di storni (Sturnus vulgaris). Volano a gruppi di migliaia e si abbassano sulle campagne e sulle città, ovunque ci sia cibo e posto per riposarsi qualche giorno o notte prima di riprendere la migrazione. E per loro non si possono erigere muri e recinti, non si possono bloccare.

     Quando arrivano sono assicurati sia lo spettacolo delle loro evoluzioni sia l’assalto ai viali alberati cittadini ancora carichi di bacche, soprattutto quelli di bagolaro (Celtis australis). Dopo un solo giorno gli alberi sono stati ripuliti delle bacche e gli storni si spostano ancora più a nord.

stormi di storni     Ma perché si spostano in gruppi così numerosi e come fanno a creare “figure mobili” apparentemente ben organizzate con i loro voli? Sembra che non ci sia un capo dello stormo che guidi le loro evoluzioni ma che ogni uccello prenda come riferimento quello che gli è più vicino e cerchi di muoversi allo stesso modo, nella stessa direzione e con gli stessi cambi di direzione. Questi spostamenti più o meno “sincronizzati” permettono di comporre gruppi di forme diverse e in continuo mutamento. In generale gli spostamenti in gruppi così numerosi durante le migrazioni offrono maggiore protezione a tutti, maggiore sicurezza rispetto ad un eventuale disorientamento dei singoli e permette di trovare più facilmente il cibo durante le varie tappe. Per il resto si tratta di comportamenti ed evoluzioni ancora in gran parte da decifrare.

Propongo i link ad alcuni video che si trovano in rete:

Storni a Roma, di Piero Bazzoli (2010);

Danza degli storni, caricato da estremofilo nel 2012;

Stormi al tramonto, vicino Oristano, di Ignaziogss (2013);

Un albero spettacolare (2014).

Il codice sul volo di Leonardo è negli USA

codice-volo-uccelli-leonardo-da-vinci-217x300      Si tratta del famoso codice sul volo degli uccelli, un manoscritto formato da diciotto fogli conservato alla Biblioteca Nazionale di Torino. Venne scritto da Leonardo da Vinci nel 1505 e, oltre a rappresentare la prima analisi scientifica del volo degli uccelli con precisi appunti e relativi disegni, descrive idee e presenta schemi per la realizzazione di macchine che possano permettere il volo umano.

Su richiesta della redazione del TG3 Leonardo, fatta due anni fa al direttore del Jet Propulsion Laboratory della NASA (Pasadena) in visita a Torino, il codice sul volo è stato digitalizzato e inserito in un chip che il Rover Curiosity nel 2012 ha portato con sé su Marte. In quell’occasione furono Anche attivate le procedure per un trasferimento del codice negli Stati Uniti. È stato scelto il più grande museo al mondo dedicato al volo e allo spazio: il National Air and Space Museum di Washington, il museo più visitato d’America. I più importanti mezzi d’informazione statunitensi ne stanno parlando da settimane e l’iniziativa è presentata ai cittadini come la possibilità che capita una sola volta nella vita. È prevedibile un enorme successo di pubblico e un grosso affare commerciale per il museo.

codicevolo-daVinci-216x300     L’esposizione durerà 40 giorni: da domani 13 settembre al prossimo 22 ottobre e rientra nelle iniziative dell’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti. Il codice sarà sistemato e visibile in una cassa appositamente progettata e adeguatamente protetta, posta nella galleria dei fratelli Wright, la più visitata del museo. Il codice potrà essere sfogliato da numerose postazioni interattive.

Considerato il successo economico e organizzativo di certi musei americani, in Italia abbiamo molto da imparare sulla capacità di sfruttare economicamente e in sicurezza i prodotti della nostra arte, della storia, della scienza e della tecnologia.

L’invio e la mostra negli USA sono stati possibili grazie all’impegno del Ministero degli Affari Esteri, di quello dei Beni e delle Attività Culturali, delle Ambasciate dei du Paesi e alcune Fondazioni sensibili ai progetti scientifici, artistici e culturali in generale.