Un inverno con poco freddo e pochissime precipitazioni sta per lasciare il posto alla primavera. Da qualche settimana nel cielo si notano stormi di uccelli in migrazione: ritornano dalle regioni del nord Africa verso quelle del centro e nord Europa. A mettersi in mostra, soprattutto per il loro numero e le affascinanti acrobazie aeree, sono gli stormi di storni (Sturnus vulgaris). Volano a gruppi di migliaia e si abbassano sulle campagne e sulle città, ovunque ci sia cibo e posto per riposarsi qualche giorno o notte prima di riprendere la migrazione. E per loro non si possono erigere muri e recinti, non si possono bloccare.
Quando arrivano sono assicurati sia lo spettacolo delle loro evoluzioni sia l’assalto ai viali alberati cittadini ancora carichi di bacche, soprattutto quelli di bagolaro (Celtis australis). Dopo un solo giorno gli alberi sono stati ripuliti delle bacche e gli storni si spostano ancora più a nord.
Ma perché si spostano in gruppi così numerosi e come fanno a creare “figure mobili” apparentemente ben organizzate con i loro voli? Sembra che non ci sia un capo dello stormo che guidi le loro evoluzioni ma che ogni uccello prenda come riferimento quello che gli è più vicino e cerchi di muoversi allo stesso modo, nella stessa direzione e con gli stessi cambi di direzione. Questi spostamenti più o meno “sincronizzati” permettono di comporre gruppi di forme diverse e in continuo mutamento. In generale gli spostamenti in gruppi così numerosi durante le migrazioni offrono maggiore protezione a tutti, maggiore sicurezza rispetto ad un eventuale disorientamento dei singoli e permette di trovare più facilmente il cibo durante le varie tappe. Per il resto si tratta di comportamenti ed evoluzioni ancora in gran parte da decifrare.
Propongo i link ad alcuni video che si trovano in rete:
Storni a Roma, di Piero Bazzoli (2010);
Danza degli storni, caricato da estremofilo nel 2012;
Stormi al tramonto, vicino Oristano, di Ignaziogss (2013);
Un albero spettacolare (2014).