Su questo blog c’è già stato più di un post sulla Luna, il nostro unico satellite naturale che orbita intorno alla Terra alla velocità di 3.700 km/h.
La Luna è un corpo celeste ormai stabile, al contrario della Terra che è in continua evoluzione per i suoi fenomeni endogeni ed esogeni. Ma qual è stata la sua origine?
Nonostante i vari allunaggi e i circa 300 kg di rocce e polveri lunari portati sulla Terra e analizzati, non c’è una teoria che vede gli studiosi concordi. Esistono diverse teorie. Una di queste asserisce che la Luna sia stata “catturata” dalla forza gravitazionale del nostro pianeta (teoria della cattura). Invece secondo la teoria del “pianeta doppio”, Terra e Luna si sarebbero originate insieme dai materiali che hanno dato origine all’intero Sistema solare. Da circa trent’anni però esiste un’altra teoria prevalente: quella dell’impatto della Terra con un altro corpo celeste (chiamato Theia) grande quasi come Marte. Quest’impatto sarebbe avvenuto tra i 4 e i 4,5 miliardi di anni fa. I numerosissimi frammenti di materiali che sono scaturiti dallo scontro sarebbero entrati in orbita e, aggregandosi in corpi di dimensioni via via crescenti, avrebbero dato origine alla Luna.
Due studi recenti pubblicati su Science e Nature, basati su nuove analisi chimiche e su simulazioni al computer confermerebbero ulteriormente l’ipotesi dell’impatto.
Le nuove analisi sono state effettuate da due diversi laboratori: nella Scripps Institution of Oceanography e nella Washington University di St. Louis. Sono studi sugli isotopi “volatili” di vari elementi chimici. Gli isotopi volatili, più leggeri, sarebbero stati liberati dall’impatto e non avrebbero partecipato all’aggregazione dal materiale lunare. Non sono state trovate ipotesi più plausibili per spiegare la carenza di questi isotopi dalla composizione delle rocce lunari. Ma perché questi isotopi sulla Terra sono più abbondanti e non si sono “liberati” anche dalle rocce terrestri? La spiegazione forse va ricercata nella maggiore forza gravitazionale della Terra che ha trattenuto anche i gas atmosferici, tra cui anche il vapore acqueo e quindi l’acqua liquida. Le simulazioni al computer non riguardano le analisi chimiche ma alcuni parametri fisici, in particolare quelli legati alla rotazione del sistema Terra-Luna, come il momento angolare. Cos’è? Viene anche definito “momento della quantità di moto”.
In generale, il momento di una forza, rispetto a un punto o a un asse , è il prodotto dell’intensità della forza per la distanza del punto (o dell’asse) dalla retta d’azione della forza. La distanza costituisce il braccio della forza. Nei corpi in rotazione, come tutti i corpi celesti, il momento angolare si calcola considerando la massa dei corpi, la loro velocità e la distanza dell’asse di rotazione. Il momento angolare è una grandezza che entra in gioco, in scala molto, molto più ridotta, nelle leve costituite dai corpi “incernierati”, ad esempio le porte. Non è un caso infatti che le maniglie delle porte sono collocate distanti dai cardini e dall’asse di rotazione: il momento della forza, necessario per aprire o chiudere la porta si può ottenere con una forza del nostro braccio molto più piccola!
Le simulazioni sui momenti angolari del sistema Terra-Luna porterebbero una ulteriore prova alla teoria dell’impatto, che appare la più probabile, ma non ci sono certezze.
L’immagine è stata tratta da: Nasa/Jpl-Caltech