Giornata della Terra 2016

     L’evento che si ripete ogni anno dalla prima edizione del 1970, ormai coinvolge 192 Paesi e si celebra oggi 22 aprile. La manifestazione è la più grande del pianeta a carattere ambientale e si propone soprattutto di informare ed educare alla salvaguardia della Terra. Si tratta di un’occasione per ripresentare, con un’efficacia comunicativa sempre maggiore, i principali problemi del nostro pianeta: sfruttamento di risorse ed energia non rinnovabili, conservazione della biodiversità animale e vegetale, temperatura in aumento di atmosfera ed idrosfera, riciclo dei materiali, sviluppo sostenibile, una chimica rispettosa dell’ambiente e della salute delle persone.

     La giornata della Terra è un propulsore per le tante associazioni ambientaliste e per le manifestazioni che organizzano a vari livelli: locale, regionale, nazionale, internazionale. Con la diffusione di internet la manifestazione coinvolge in modo diretto o indiretto o raggiunge solo a scopo educativo e informativo almeno un miliardo e mezzo di persone.

     Nella sede dell’ONU, 165 capi di stato e di governo firmeranno l’accordo che è stato raggiunto al COP21 di Parigi lo scorso dicembre (vedi anche: Capacità dei vari Paesi di rispettare gli impegni sul clima).  

     Per saperne di più: Earth Day Italia; Giornata della Terra (Focus); Perché la giornata della Terra (La Stampa); Giornata della Terra, perché è oggi (Wired).

Video: Pubblicazioni Rosaluce; Il mio canto libero.

Giornata della Terra 2015

Sedano_orti-urbani     Come tutti gli anni da un po’ di tempo, anche oggi è stata celebrata in vari modi nel mondo la giornata della Terra (Earth Day). Indetta nel 1970 dalle Nazioni Unite sotto la spinta delle principali associazioni ecologiste e dell’opinione pubblica preoccupata per i continui disastri ambientali, è arrivata alla quarantacinquesima edizione.

     Oltre all’aspetto celebrativo, si vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulle continue problematiche ambientali che investono non solo i singoli stati ma l’intero pianeta nella globalità dei suoi ambienti: atmosfera, idrosfera (marina e continentale), litosfera e biosfera.

     In prima fila, come al solito, non ci sono i governi ma le varie associazioni internazionali e nazionali che sollecitano l’attenzione di tutti sui problemi più rilevanti e propongono azioni per affrontarli, un primo passo per incominciare a risolverli.

     Attualmente aderiscono alla Giornata della Terra e all’Earth Day Network (EDN) oltre ventimila associazioni e movimenti ambientalisti di 192 Paesi. L’EDN è l’organizzazione internazionale che coordina le numerosissime iniziative che nel corso dell’anno vengono dedicate all’ambiente.

Per conoscere alcune delle iniziative che riguardano l’Italia: http://www.earthdayitalia.org/

 

 

Scala Torino e scala Palermo: rischio d’impatto con la Terra

scala-torino630x360-300x212     Il nome richiama la città sabauda ma si riferisce ad una scala internazionale che misura il pericolo di impatto di asteroidi e comete con la Terra. Il nome “scala Torino” gli venne attribuito nel 1999, durante un congresso internazionale sui corpi minori del Sistema Solare che potrebbero rappresentare un rischio per il nostro pianeta. Il nome “Torino” deriva dal fatto che quel congresso si tenne proprio nella città piemontese.

     Il valore della scala va da zero, attribuito a quei corpi che non rappresentano alcun rischio d’impatto con la Terra, a 10 cioè rischio massimo, certezza di un impatto dell’asteroide (o cometa) con il pianeta Terra. Come la scala Mercalli per i terremoti, non è quantitativa ma “qualitativa” e fu ideata perfezionando una precedente scala sviluppata da Richard Binzel al MIT di Boston e prevede solo valori interi, senza decimali. La tabella in cui è rappresentata la scala, per essere comprensibile a tutti già ad una prima occhiata è provvista anche di colori: dal bianco, al verde, al giallo, all’arancione, fino al rosso.

scala_Palermo     Analogamente alla scala Richter per i terremoti, anche il rischio d’impatto dei NEO (near-Earth object) è stata predisposta una scala matematica di carattere logaritmico: la scala Palermo. Quest’ultima è definita dal logaritmo in base 10 del rapporto della probabilità d’impatto con il rischio di fondo del tempo T in anni (frequenza annua di un impatto). In simboli: 

     Tutti i corpi la cui traiettoria li porta ad avvicinarsi pericolosamente alla Terra sono classificati con un valore di queste scale. La scala Palermo è destinata ad esperti, per quantificare in modo più dettagliato il rischio d’impatto del corpo celeste con la Terra.

meteorcrater_Arizona-300x196     La storia del nostro pianeta ci insegna che è solo questione di tempo: in quattro miliardi e mezzo di anni (età della Terra) ci sono stati centinaia di impatti catastrofici, perciò altri impatti si verificheranno certamente, in una scala temporale che non è quella della durata della vita umana, ma si parla di centinaia di migliaia di anni o milioni di anni.

     La NASA aggiorna sistematicamente gli oggetti NEO e il loro rischio d’impatto con la Terra: http://neo.jpl.nasa.gov/risk/ : nelle ultime colonne sono rappresentati i valori della scala Palermo e quelli della scala Torino (sempre zero, negli ultimi anni per fortuna).

     Nell’immagine, il meteor crater o cratere di Barringer in Arizona (USA), un cratere con un diametro di 1,2 km e profondo 170 m originato circa 50.000 anni fa da un meteorite di circa 30 metri di diametro.

Per saperne di più, da wikipedia: Scala Torino; Scala Palermo .

Credit del meteor crater in Arizona: http://neo.jpl.nasa.gov/images/ .

http://it.wikipedia.org/wiki/Meteor_Crater 

 

Asteroide in avvicinamento alla Terra

     Oggi pomeriggio l’asteroide 2004 BL86 con un diametro di circa 500 metri, raggiungerà la minima distanza con la Terra arrivando a circa 1.200.000 kilometri. Si tratta quasi del triplo della distanza media Terra-Luna che è di 384.000 km, perciò nessun pericolo d’impatto con il nostro pianeta. Non solo, fino al 2027 potremo essere abbastanza tranquilli perché non ci saranno altri oggetti di dimensioni pari o superiori che si avvicineranno di più.

     Gli appassionati e gli studiosi potranno individuarlo anche dall’Italia con piccoli telescopi o buoni binocoli. Al momento non ci sono sue immagini e si muove con una velocità di circa 15-14 kilometri al secondo. Venne scoperto negli USA, in New Mexico undici anni fa, il 30 gennaio 2004 da un telescopio di White Sands.

     Le osservazioni programmate nei diversi osservatori del mondo consentiranno di definirne con più precisione dimensioni, forma e composizione. Secondo gli studiosi, nella fase di massimo avvicinamento la sua magnitudine apparente sarà 9, perciò invisibile ad occhio nudo. Il limite di visibilità ad occhio nudo degli oggetti celesti luminosi è definito dalla magnitudine 6. Ricordo che più bassa è la magnitudine, maggiore è la luminosità di una stella o un corpo celeste: una stella di magnitudine 3 è circa 2,5 volte più luminosa di un’altra di magnitudine 4 e 5 volte più luminosa di una stella di magnitudine 5. Volendo essere più preciso la variazione di luminosità tra un grado e l’altro varia secondo la radice quinta di 100 (2,512).

     La magnitudine apparente è definita dalla formula di Pogson: m=m0-2,5 log L/L0 . I vari simboli: m è la magnitudine della stella, m0 è quella di una stella di riferimento (convenzionalmente si sceglie la Stella Polare a cui è stato dato valore 2), L/L0 rappresenta il rapporto fra le loro luminosità (per il Sole è 1). Naturalmente la luminosità apparente dipende molto dalla distanza del corpo, perciò per confrontare stelle poste a diverse distanze è stato introdotto il concetto di magnitudine assoluta (M): è la magnitudine apparente che le stelle avrebbero se fossero poste tutte alla stessa distanza dalla Terra, 10 parsec.

     Il Jet Propulsion Laboratory della NASA tiene sotto controllo costante gli oggetti che presentano un eventuale rischio d’impatto con la Terra.

Immagine di un generico asteroide, credit: briankoberlein.com .

 

Spettacolare video dallo spazio

Dalla-stazione-spaziale-internazionale-300x234     L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) propone uno spettacolare video di sei minuti, ottenuto dalle foto scattate dalla Stazione Spaziale Internazionale da Alexander Gerst, un astronauta tedesco con una formazione in Geofisica e Scienze Naturali, che nel 2014 ha trascorso sei mesi in orbita.

Video di Alexander Gerst

 

 

 

 

 

Oceani anche sotto di noi?

earth-300x300      Un recente studio condotto negli USA da un gruppo  coordinato da Steven Jacobsen dell’Università di Northwestern, Illinois, ipotizza (ma per alcuni è ben più di un’ipotesi) la presenza di enormi quantità d’acqua nel sottosuolo. Precisamente di tratterebbe di acqua immagazzinata in alcuni tipi di minerali a circa 700 km di profondità, nella cosiddetta “zona di transizione” del mantello.

Attualmente l’opinione prevalente degli studiosi sull’origine di gran parte dell’acqua del nostro pianeta è quella cometaria. L’impatto di innumerevoli comete nel corso della storia geologia della Terra sulla sua superficie, avrebbe formato o contribuito in modo importante alla formazione di mari e oceani.

Secondo l’ipotesi del gruppo coordinato da Jacobsen, invece, la maggior parte dell’acqua avrebbe un’origine interna al nostro pianeta. Lo studio delle rocce alla profondità di 700 km, necessariamente condotto con metodi indiretti utilizzando circa duemila sismografi disseminati in varie parti del pianeta, ha evidenziato sotto la superficie del continente nordamericano rocce imbevute di enormi quantità d’acqua.

La possibilità delle rocce, ad elevata pressione e temperatura di accumulare acqua è stata confermata da esperimenti di laboratorio su alcuni minerali, soprattutto la ringwoodite. Un’ulteriore prova è arrivata da uno studio sull’argomento condotto nell’Università canadese di Alberta.

Non è ancora la conferma definitiva, l’argomento rimane controverso. Sicuramente una parte dell’acqua ha un’origine endogena: lo dimostrano chiaramente le grandi quantità di vapor acqueo emesse dai vulcani, ma ritenere che quest’acqua profonda possa formare veri e propri “oceani” intrappolati fra le rocce potrebbe essere un azzardo. Ricordiamo però che tutte le grandi scoperte sono state effettuate andando contro il senso comune delle cose o dei fenomeni, elaborando ipotesi che la maggioranza degli studiosi riteneva azzardate se non addirittura prive di qualunque fondamento!

Nei prossimi anni avremo ulteriori conferme o smentite sull’ipotesi degli “oceani profondi”. Un’eventuale conferma, modificherebbe anche l’ipotesi attuale, consolidata, sulla struttura interna della Terra. Come ho già avuto modo di scrivere, la scienza è un sapere in continua evoluzione, un sapere sempre perfettibile.

La notizia riportata qualche settimana fa dal The Guardian e da  alcune riviste scientifiche.

Un breve video in inglese.

Credit immagine: www.natureworldnews.com

 

Earth Day Italia 2014

Earth-day-ciliegio-282x300     Oggi, in circa 190 Paesi del mondo, centinaia di milioni di persone festeggiano e celebrano il giorno della Terra. L’associazione Earth Day Italia racconta, anche per mezzo della TV La7, l’impegno in Italia per il nostro pianeta attraverso manifestazioni, spettacoli e mostre. “Io ci tengo”, la festa per la Terra è trasmessa oggi alle 12,30.

Qui puoi trovare la presentazione in inglese di Green Cities. In http://www.earthdayitalia.org, tra le altre iniziative per la Terra si legge che “Earth Day Italia vuole creare una rete di persone, associazioni, realtà di ogni tipo con cui condividere l’obiettivo di promuovere la formazione di una nuova coscienza ambientale. Per questo qualsiasi idea, progetto, manifestazione da condividere insieme è più che ben accetto.” Le iniziative per questa 44esima giornata della Terra sono numerose nelle varie Regioni, cito solo la mostra fotografica “Cambiamo Clima” che si tiene a Roma presso il MAXXI – Museo per la arti contemporanee del XXI secolo. Dopo la settimana di esposizione al MAXXI, la mostra sarà spostata in Piazza Garibaldi sul Gianicolo e poi donata alla Città di Roma da Earth Day Italia.

In questa giornata, dal 1970, si celebra la Terra in tutti i suoi aspetti ambientali. Per promuovere l’attivismo ambientale a livello globale, nello stesso anno venne anche fondato   l’Earth Day Network.

Gli obiettivi fondamentali dell’Earth Day Italia sono:

– sviluppare e sostenere le attività mondiali delle Nazioni Unite e dell’Earth Day Network;

– utilizzare il linguaggio dell’arte come forte moltiplicatore della sensibilità ambientale;

– dare voce e forza al mondo scientifico, istituzionale e delle imprese in grado di promuovere l’innovazione tecnologica e il cambiamento culturale;

– attivare momenti di interazione fra comunità scientifica, mondo dell’impresa e istituzioni per favorire e sostenere lo sviluppo e la diffusione di idee e progetti di attenzione ambientale;

– favorire la raccolta di fondi destinati ad affrontare problemi umanitari legati all’impatto ambientale.

 

L’origine del campo magnetico terrestre

     Sulla rivista scientifica Pnas (rivista ufficiale della U. S. National Academy of Sciences) il 16 settembre scorso è stato pubblicato un articolo sui risultati ottenuti da un gruppo di ricercatori (Philip W. Livermore, Rainer Hollerbach, Andrew Jackson) dell’Università di Leeds. Il gruppo coordinato da Philip W. Livermore si è occupato della rotazione dei nuclei interno e esterno della Terra e del campo magnetico terrestre.

     Il nucleo rappresenta il “nocciolo” del nostro pianeta ed è situato al di sotto della discontinuità di Gutemberg, con un raggio di circa 3470 km (la Terra ha un raggio equatoriale di 6378 km, il raggio polare è di 6357 km). La densità di questa parte del pianeta è molto elevata: passa dai 10 g/cm3 della discontinuità di Gutemberg ai 13,5 g/cm3 della parte più centrale. Questi valori confermano anche una variazione di composizione chimica.

     La scoperta della discontinuità di Lehmann, stavolta all’interno del nucleo, a 1216 km dal centro della Terra, ha permesso la suddivisione in nucleo esterno e nucleo interno. Dagli studi delle onde sismiche si è scoperto che il nucleo esterno è liquido perché in esso non si trasmettono le onde S, invece il nucleo interno è solido. L’elemento chimico predominante nei due nuclei è senz’altro il ferro, con percentuali di silicio secondo alcuni studiosi o di nichel secondo altri.

     L’ipotesi sul comportamento della Terra come un grande magnete venne formulata circa 400 anni fa.  Ormai è accettata da tutti gli studiosi ed è stato accertato che l’asse del campo magnetico terrestre è inclinato di circa 11° rispetto all’asse terrestre. Quindi il nord indicato dall’ago di una bussola non corrisponde al nord geografico e per ottenere quest’ultimo c’è bisogno di una correzione, detta declinazione magnetica, che varia da luogo a luogo e viene riportata sulle carte topografiche. Le costanti misurazioni degli ultimi secoli sull’intensità magnetica e sulla declinazione magnetica hanno consentito di individuare periodiche variazioni di questi parametri. A questi cambiamenti bisogna aggiungere che nella storia del nostro pianeta ci sono state periodiche inversioni della polarità.

     Ma il problema maggiore del campo magnetico terrestre (e qui mi collego ai risultati di quest’ultima ricerca) è stato quello della sua origine. In passato c’è stato chi ha ipotizzato l’esistenza al centro della Terra di un’enorme “barra” di materiale magnetizzato. Ma la scoperta del “punto di Curie” (da Pierre Curie 1859-1906), un valore di temperatura di circa 500 °C al di sopra del quale i materiali magnetizzati perdono completamente le loro proprietà magnetiche, fece scartare subito quest’ipotesi perché tale temperatura si raggiunge già a 25 – 30 km di profondità.

    L’ipotesi ormai accettata, consolidata da decenni, è quella della “dinamo di autoeccitazione“, proposta da Joseph Larmor nel 1919, che considera il nucleo interno e quello esterno, costituiti da materiali conduttori, in perenne movimento reciproco. Il gruppo di Leeds, analizzando con strumenti molto sofisticati le onde sismiche generate dai terremoti più forti degli ultimi decenni, ha verificato che il nucleo esterno della Terra, costituito prevalentemente da ferro fuso, ruota verso est come l’asse della Terra, invece quello interno solido, ruota con velocità diversa da quello esterno, ma verso ovest. Il campo magnetico terrestre sarebbe generato proprio dai moti rotatori dei nuclei, con velocità differenti, nelle due direzioni opposte.

Per saperne di più sulla rivista Pnas: http://www.pnas.org/site/misc/2008%20PNAS%20Brochure%20Italian.pdf

http://www.pnas.org/

Per leggere l’articolo (in inglese) del gruppo di Livermore: http://www.pnas.org/content/early/2013/09/13/1307825110.full.pdf+html?sid=4fd47815-72cb-46cd-9b28-9ff60f618aef .

L’immagine sui movimenti del nucleo e dell’asse terrestre è tratta da http://www.sciencedaily.com 

 

Giornata mondiale della Terra 2013 e “azioni green”

earth-day-300x294      Quest’anno sarà la 43a edizione perché la manifestazione nacque nel 1970. Si celebrerà domani 22 aprile ma gli eventi organizzati dalle associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF, …) sono previsti soprattutto per oggi, giorno festivo. Negli ultimi anni purtroppo, la crisi economica, sociale, la mancanza (o la perdita) di lavoro hanno fatto passare in terzo o quarto piano i problemi ambientali, anche se spesso sono strettamente correlati al nostro stato di salute. Per quest’anno gli organizzatori italiani propongono un pacchetto di 15 azioni green da compiere quotidianamente. L’iniziativa vuole promuovere informazione e sensibilità collettive che si traducano in azioni e fatti concreti.

Quali sono queste 15 “azioni green”?

ALIMENTAZIONE:
1)      Mangiare più  frutta e verdura poiché il ciclo di produzione di carne bovina è responsabile del 18% delle emissioni mondiali di gas serra, oltre a favorire, per il suo sfruttamento intensivo, la deforestazione.
2)       Riciclare l’olio delle fritture o comunque  usato in cucina portandolo alle isole ecologiche:  da 100 kg di olio usato se ne ottengono 68 di olio nuovo. Inoltre 1 solo kg di olio usato disperso nell’ambiente inquina 1.000 metri cubi d’acqua.

RIFIUTI e RICICLO:
3)  Abituarsi a riciclare sempre il vetro: la raccolta differenziata del vetro permette un risparmio annuo, in Italia, pari a 400.000 tonnellate di petrolio.
4)   Utilizzare solo batterie ricaricabili: puoi usarle centinaia di volte in più rispetto a quelle usa e getta
5)   Riciclare la plastica.  Ognuno di noi produce circa 30 kg di plastica ogni anno: se questa plastica fosse completamente riciclata, in un comune di 100.000 abitanti si risparmierebbero 10.000 tonnellate di petrolio e carbone
6)   Se non differenziati, i farmaci in discarica possono dar luogo ad emanazioni tossiche ed inquinare il percolato; inoltre, la presenza di antibiotici nei rifiuti può favorire la selezione di ceppi batterici resistenti agli stessi antibiotici
7)   Gli pneumatici, una volta terminato il loro ciclo, possono essere immessi nuovamente in ciclo per gli utilizzi più svariati: è importante, poiché in Italia ne vengono scartati ogni anno 500.000 tonnellate, per un volume di oltre 3 milioni di metri cubi, l’equivalente di più di 6 stadi di San Siro colmi fino all’orlo.

ACQUA:
8)   Verificare sempre che i rubinetti del bagno siano chiusi e non gocciolino: una goccia al secondo può significare centinaia di litri in un anno.
9)   Chiudere il rubinetto mentre ci insaponiamo sotto la doccia o mentre laviamo i denti, perché lasciarlo aperto per soli 4 minuti significa SPRECARE 50 LITRI D’ACQUA.

ENERGIA:
10)   Installare un  monitor dei consumi energetici e si capirà finalmente perché bisogna spegnere tutti gli standby di televisori, dvd, decoder, disinserire dalle prese carica batterie vari. Un computer con schermo LCD acceso richiede una potenza di 135 W(watt) come massimo e di circa 100 W in normale funzionamento.
11)  Se 100 persone, durante la loro pausa pranzo, spegnessero il computer si risparmierebbero 15 kWh equivalenti a circa 8 kg di CO2 in atmosfera.
12)   Si può risparmiare energia anche nelle piccole pause di lavoro, impostando lo spegnimento dello schermo per inattività dopo 2-5 minuti.
13)   Abituarsi a non esagerare con l’uso del condizionatore quando fa caldo: lasciarlo acceso di notte provoca un consumo inutile di circa 6kWh, che è la stessa energia necessaria per guardare la televisione di casa per circa 60 ore.

CARTA
14)   Riciclare la carta sempre perché per produrre una tonnellata di carta vergine occorrono 15 alberi, 440.000 litri d’acqua e 7.600 kwh di energia elettrica, mentre per produrre una tonnellata di carta riciclata  “bastano” 1.800 litri d’acqua e 2.700 kwh di energia elettrica

MOBILITÀ
15)   Per gli spostamenti scegliere la bicicletta o i mezzi pubblici, perché 10 km percorsi in autobus invece che in automobile (sia privata che taxi), evitano l’emissione in atmosfera di più di 1,5kg di CO2.

Per saperne di più: http://www.earthdayitalia.org

Il 22 sera, ad Assago (MI), teatro della Luna ci sarà l’atteso “Concerto per la Terra” di Fiorella Mannoia e Khaled.

 

Vedi anche le azioni promosse nell’edizione di due anni fa.

Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa Earth Day Italia,
Valeria Cecilia, Roberto Testarmata, Fabio Ciarla.

 

L’emisfero buio della Terra visto dallo spazio

Africa-europa-MO-296x300     Il termine “emisfero” in questo caso non è inteso come boreale o australe ma come superficie illuminata e superficie al buio. Abbiamo studiato i moti della Terra e le loro principali conseguenze, in particolare, il moto di rotazione intorno al proprio asse che si mantiene inclinato di 23°27’ rispetto alla verticale al piano dell’eclittica. Una delle principali conseguenze del moto di rotazione, che avviene da ovest verso est, è l’alternarsi del dì e della notte. Considerata la forma quasi “sferica” della Terra, il Sole in ogni istante ne illumina circa una metà, mentre la restante parte è al buio. La linea (immaginaria) in continuo movimento che sulla superficie terrestre separa il dì dalla notte, con un passaggio graduale caratterizato dai crepuscoli (dì-notte) e dall’alba (notte-dì), è detta circolo di illuminazione.

La NASA ha pubblicato alcune immagini dell’emisfero buio del nostro pianeta fotografato dallo spazio. Le foto sono visibili al link: http://earthobservatory.nasa.gov/Features/NightLights/

Cosa si vede? Innanzitutto una parte del circolo d’illuminazione e poi le luci delle grandi aree urbane della Terra. Sono “visibili” i vari continenti: Americhe, Africa, Medio Oriente ed Europa, Asia ed Oceania.

falce-lunare-300x289     Colpisce la forte luminosità della Pianura padana e dell’area medio-orientale, dove non si bada al risparmio energetico né ci si pone il problema della riduzione dell’inquinamento luminoso. Alcune Regioni hanno cercato di ridurre questo fenomeno ma evidentemente con scarsi risultati. Negli ultimi anni, con la recessione in atto, sicuramente si riuscirà a fare di più.

La Regione Piemonte con la collaborazione del Politecnico di Torino, in seguito alla legge regionale 24 marzo 2000 n. 31, ha emesso le linee guida per combattere l’inquinamento luminoso.

All’articolo 1 della legge 31 vengono presentate le finalità:

a. La riduzione dellinquinamento luminoso ed ottico nel contesto di una più generale razionalizzazione del servizio di illuminazione pubblica con particolare attenzione alla riduzione dei consumi ed al miglioramento dellefficienza luminosa degli impianti;

b. La salvaguardia dei bioritmi naturali delle piante e degli animali ed in particolare delle rotte migratorie dellavifauna dai fenomeni di inquinamento luminoso;

c. Il miglioramento dellambiente conservando gli equilibri ecologici delle aree naturali protette, ai sensi della Legge 6 dicembre 1991, n°394 (Legge Quadro sulle

aree protette);

d. La riduzione dei fenomeni di abbagliamento e di affaticamento visivo provocati da inquinamento ottico al fine di migliorare la sicurezza della circolazione stradale;

e. La tutela dei siti degli osservatori astronomici professionali e di quelli non

professionali di rilevanza regionale o provinciale, nonché delle zone loro circostanti, dallinquinamento luminoso;

f. Il miglioramento della qualità della vita e delle condizioni di fruizione dei

centri urbani e dei beni ambientali monumentali e architettonici.