Darwin e i 160 anni de L’origine delle specie

On the origin of species     Dopo poche settimane dalla celebrazione del Darwin day, ritorno sul vasto tema dell’evoluzione perché quest’anno ricorrono anche i 160 anni delle pubblicazione de “L’origine delle specie” avvenuta nel 1859.
Già dieci anni fa mi occupai della pubblicazione di un post che richiamava l’attenzione sul 150° anno della pubblicazione di questo saggio (vedi: Darwin e il 150° anno de L’origine delle specie), ma gli argomenti e la teoria che la pubblicazione sostiene sono sempre più attuali e da alcuni contestati, nonostante le prove paleontologiche, genetiche, biomolecolari, geografiche che si sono aggiunte nell’ultimo secolo e mezzo a conferma dell’evoluzione delle specie. Una teoria che ha sconvolto il modo di pensare di molti, non solo relativo ai fenomeni naturali, ma anche sull’origine della specie umana e delle altre specie di ominidi che ci hanno preceduto.
Non mi occupo delle implicazioni religiose collegate all’evoluzionismo, non è il mio campo e considero la religione un fatto privato, legato alla coscienza e alla concezione di Dio di ciascuno, un atto di fede, non indagabile col metodo scientifico.
Uno degli aspetti più originali e geniali dell’opera di Darwin, è quella riguardante il processo della selezione. Sull’argomento riporto un brevissimo brano del capitolo undicesimo (Ricapitolazione e conclusione) del saggio:

“… Poiché la selezione naturale agisce solo accumulando variazioni leggere, successive e favorevoli, essa non può produrre modificazioni grandi o improvvise; può agire soltanto con passi brevi e lenti. Perciò, l’assioma <<Natura non facit saltum>>, che ogni nuova aggiunta alla nostra conoscenza tende a confermare, è, secondo questa teoria, comprensibile. Possiamo vedere perché, in natura, lo stesso scopo generale è raggiunto con una quasi infinita varietà di mezzi, poiché ogni peculiarità, una volta acquisita, è a lungo ereditata, e strutture già modificate in molti modi diversi hanno dovuto adattarsi allo stesso scopo generale. Possiamo, in breve, vedere perché la natura è prodiga di varietà, sebbene avara di innovazioni. Ma perché questa dovrebbe essere una legge di natura, se ciascuna specie fosse stata creata indipendentemente, nessuno può spiegarlo.”

Sempre sulla selezione, Darwin, poche righe dopo propone esempi concreti, legati alla bellezza:

“… Possiamo entro certi limiti comprendere perché v’è tanta bellezza nella natura; ciò, infatti, può essere largamente attribuito all’azione della selezione. Che la bellezza, secondo il nostro senso del bello, non è universale, deve essere ammesso da chiunque guardi certi serpenti velenosi, certi pesci e mostruosi pipistrelli con una deformata rassomiglianza con la faccia umana. La selezione sessuale ha dato i colori più brillanti, forme eleganti e altri ornamenti ai maschi e talvolta ad ambedue i sessi di molti uccelli, farfalle e altri animali. Negli uccelli ha spesso reso la voce dei maschi musicale per le femmine, così come per il nostro orecchio. Fiori e frutti sono stati resi appariscenti con brillanti colori in contrasto col verde fogliame, affinché i fiori possano essere facilmente visti, visitati e fecondati dagli insetti, e i semi disseminati dagli uccelli. Come accada che certi colori, suoni e forme piacciano all’uomo e agli animali inferiori – cioè come il senso della bellezza nella sua forma più semplice sia stato originariamente acquisito – non sappiamo, più di quanto sappiamo come certi odori e sapori siano stati originariamente resi gradevoli.”

Per saperne di più: Pikaia: il portale dell’evoluzione; Sulla storia dell’evoluzionismo; L’origine delle specie “Wikipedia”; Video RAI Scuola (secondaria I grado).

Biodiversità e Darwin day 2018 e 2019

extinction     Per richiamare l’attenzione sul prossimo Darwin day che si celebrerà dopodomani 12 febbraio 2019, segnalo anche gli eventi che hanno caratterizzato quello dello scorso inverno, presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Infatti a conclusione della mostra “ESTINZIONI biodiversità dei vertebrati in allarme rosso” e per celebrare il Darwin day del 14 febbraio 2018, venne programmato un seguitissimo evento di letture e musica.
Furono selezionati brani di testi di vari autori scientifici e letti con accompagnamento musicale. Agli studenti consiglio la raccolta completa delle letture (1,1 MB, circa 50 pagine pdf), che può essere scaricata dalla scheda “Collezioni” del sito del Museo dove è consultabile l’elenco dei brani letti con i rispettivi lettori.
Qui, a scopo didattico, propongo un breve testo tratto da: Il significato dell’esistenza umana, di Edward O. Wilson, 2015, Codice Editore.
“Proviamo a pensare alla biodiversità della Terra, alla varietà della vita esistente sul nostro pianeta, come a un dilemma circondato da un paradosso, vale a dire dalla seguente contraddizione: quanto più numerose sono le specie che l’umanità spinge all’estinzione, tanto più lo sono quelle che gli scienziati vanno scoprendo. Nondimeno, come i conquistadores che fondevano l’oro degli Inca, essi ammettono che prima o poi il grande tesoro si esaurirà, e che ciò accadrà presto. Da questa consapevolezza nasce il dilemma: fermare la distruzione per il bene delle generazioni future, oppure, al contrario, continuare ad alterare il pianeta perseguendo le nostre esigenze immediate? Nel secondo caso il pianeta Terra farà il suo ingresso – sconsiderato e irreversibile – in una nuova era della sua storia, che alcuni chiamano Antropocene: un’era della nostra specie soltanto, tutta incentrata su di essa, in cui le altre forme di vita saranno relegate a ruoli sussidiari. Io preferisco chiamare questo futuro miserabile Eremocene: l'”era della solitudine”. Gli scienziati suddividono la biodiversità (si badi bene, tutto il resto della vita) in tre livelli. All’apice troviamo gli ecosistemi, per esempio prati, laghi e barriere coralline; più sotto vi sono le specie che costituiscono ciascun ecosistema; alla base, infine, vi sono i geni che prescrivono i tratti distintivi di ciascuna specie.
Il numero di specie è una comoda misura della biodiversità. Nel 1758, quando mise mano alla classificazione tassonomica formale tuttora in uso, Carl Linnaeus riconobbe, in tutto il mondo, circa ventimila specie. Linnaeus pensava che, insieme ai suoi allievi e ai suoi assistenti, sarebbe stato in grado di registrare la flora e la la fauna mondiali nella loro interezza, o quasi. Nel 2009, secondo l’Australian Biological Resources Study, quel numero era salito a 1,9 milioni e nel 2013 è probabilmente arrivato a due milioni. Eppure ci troviamo ancora a una delle tappe iniziali nel viaggio linneano. Il numero reale delle specie presenti in natura non è conosciuto nemmeno con un’approssimazione al più vicino ordine di grandezza. Quando aggiungiamo al computo invertebrati, funghi e microrganismi ancora sconosciuti, le stime variano enormemente, da cinque a cento milioni di specie.
La Terra, per farla breve, è un pianeta poco conosciuto; il ritmo con cui viene mappata la biodiversità, poi, è tuttora lento, … “. Crediti: Museo di Scienze Naturali di Torino.
Darwin_day_2019     Il Darwin Day è una celebrazione in onore di Charles Darwin (1809-1882) che si tiene in tutto il mondo nell’anniversario della nascita del grande naturalista inglese, avvenuta il 12 febbraio 1809. Per conoscere i principali eventi italiani del Darwin day 2019, dedicato alle meraviglie dell’evoluzione, segnalo il sito: https://www.uaar.it/uaar/darwin-day/ .
Crediti immagine Darwin day: https://www.agoravox.it/ Crediti immagine extinction: http://discovermagazine.com/ .

Catalogo internazionale di botanica

Juglans regia     Assegnare i nomi e catalogare gli esseri viventi, soprattutto le piante, per riconoscerle e sfruttare le loro preziose proprietà, da sempre è stata una grande sfida e un bisogno per uomini e donne. I nomi attuali dei viventi derivano dalla felice intuizione di Carl von Linné (Linneo, 1707 – 1778), naturalista e medico svedese nonché fondatore dell’Accademia delle Scienze di Stoccolma. Appassionato di botanica, basandosi sulla struttura degli organi riproduttivi vegetali e sulle loro somiglianza strutturali, definì e individuò la specie come base dei raggruppamenti dei viventi. Linneo decise di abbandonare i nomi comuni di piante ed animali e nel 1751 introdusse i nomi scientifici tuttora utilizzati: la nomenclatura binomia latina, col primo nome scritto con l’iniziale maiuscola che indica il genere di appartenenza e il secondo, tutto minuscolo, che rappresenta la specie.

     Nonostante l’intuizione e il primo vero tentativo di classificazione scientifica, bisogna precisare che Linneo riteneva le specie fisse e immutabili, il concetto di evoluzione sarebbe stato spiegato in modo esaustivo solo un secolo dopo, con la pubblicazione nel 1859 de “L’origine delle specie” di Charles Darwin (1809 – 1882). Ma ancora oggi, dopo innumerevoli prove di varie tipologie, ci sono gruppi e movimenti religiosi o singole persone che non accettano la teoria dell’evoluzione.

Pteridium aquilinum     Poiché le specie viventi sono milioni, in continuo mutamento, non esistono cataloghi, database completi, con i nomi e le caratteristiche delle specie conosciute. Lo scorso anno però è stato completato un lavoro di vent’anni di raccolta e catalogazione delle specie vegetali. Un progetto che ha coinvolto ricercatori e botanici di quattordici diversi Paesi, compresa l’Italia, che ha consentito di catalogare circa un quinto delle piante esistenti sul nostro Pianeta. Non è poco, se si considera che molte specie di piante e di animali, soprattutto insetti, sono ancora sconosciute.

     Il lavoro, di cui è possibile leggere un abstract (l’intero testo è a pagamento), è stato segnalato lo scorso anno dalla rivista Nature. La catalogazione comprende anche una serie di dati quantitativi su radici, fusto, foglie, organi riproduttivi e semi. Per ogni specie è stato individuato e descritto l’ambiente in cui si trova e l’areale di distribuzione.

     Per gli appassionati, anche on line ci sono materiali, liste di centinaia di articoli e pubblicazioni botaniche. Uno di questi è la “Biblioteca botanica online – Acta Plantarum”, la cui Home page offre numerose e utili funzioni.

Nella foto 1: apice vegetativo di Juglans regia L. (Noce comune), una pianta legnosa di alto fusto della famiglia delle Juglandacee, presente e naturalizzata in quasi tutte le Regioni italiane. Le noci, che rappresentano il seme, sono molto apprezzate nel periodo invernale (vedi anche: Frutta secca ).

Foto 2: Pteridium aquilinum (Felce aquilina), presente in tutt’Italia, isole comprese. Nelle radure dei boschi spesso forma estese coperture.

L’anno della biodiversità

     Ma cosa si intende per biodiversità? La definizione più completa, forse, è quella adottata dalle Nazioni Unite, al Vertice della Terra di Rio de Janeiro del 1992: “la diversità biologica è la variabilità degli organismi viventi di tutte le fonti, incluse, tra l’altro, quelle terrestri, marine ed altri ecosistemi acquatici, nonché i complessi ecologici dei quali essi fanno parte, tra cui la diversità all’interno di ogni specie, tra le specie e degli ecosistemi”. Perciò, la biodiversità comprende, a livelli diversi, sia i caratteri genetici, sia le specie e gli ecosistemi.

Ricordiamo che un gene è un tratto di DNA cromosomico responsabile della trasmissione di un particolare carattere ereditario.

La specie invece è l’unità di base della classificazione binomia degli esseri viventi, adottata per la prima volta da Carlo Linneo e può essere definita come “un gruppo di organismi capaci di incrociarsi tra loro e produrre una prole fertile.

L’ecosistema è ununità strutturale naturale costituita da tutti i viventi (piante, animali, funghi e  microorganismi) di un’area, insieme a tutti i fattori abiotici della stessa area.

Invece il termine biodiversità è stato coniato in inglese nel 1980 e venne introdotto per la prima volta nel gergo scientifico nel 1985.

Trenta anni dopo la nascita del termine, il 2010 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite “Anno Internazionale della Biodiversità” (International Year of Biodiversity) . La dichiarazione venne fatta dall’Assemblea Generale ONU nell’ottobre del 2006. Il logo che è stato creato fa riferimento anche alle diversità umane e potrà essere utilizzato, anche tradotto in altre lingue, dai vari Paesi per tutte  le manifestazioni legate alla celebrazione.

In quest’anno si vuole celebrare la vita in tutte le sue forme e gli ambienti del pianeta per ribadire la loro importanza anche in riferimento alla nostra esistenza. Quest’ultima infatti dipende dagli altri viventi e dalla preservazione degli ambienti naturali. Tutti i Paesi del mondo sono stati invitati a mettere in atto azioni per salvaguardare le varietà dei viventi e degli ecosistemi. Il sito ufficiale dell’International Year of Biodiversity è: http://www.torinoscienza.it/link/apri?obj_id=2996 . Tutte le manifestazioni che sono state o saranno intraprese possono essere registrate sul sito  http://www.torinoscienza.it/link/apri?obj_id=2997

A molti sembra una celebrazione quanto mai opportuna perché per troppo tempo la natura è stata considerata solo una fonte di risorse da sfruttare il più possibile per l’arricchimento economico, magari a scapito delle popolazioni che ne erano legittime proprietarie. È un’occasione per incontri, riflessioni, azioni concrete per la tutela dei viventi in tutte le loro innumerevoli varietà.

Al di la dei convegni, sono soprattutto le azioni concrete che potranno rallentare l’enorme perdita di biodiversità che si registra da alcuni decenni a causa principalmente di alcune dissennate attività umane: incendi, caccia indiscriminata, sprechi, sfruttamenti fino all’impoverimento, all’esaurimento e all’estinzione.

Se ci limitiamo alle specie, animali e vegetali soprattutto, quelle a rischio di estinzione nel mondo sono elencate nella cosiddetta Lista Rossa 2008 della IUCN  (International Union for Conservation of Nature). Per l’Italia risultano segnalate 138 specie, oltre il 90% delle quali sono animali. Pur essendo aumentate notevolmente le aree adibite a parco o comunque protette, nel nostro Paese rimane da fare ancora molto per salvaguardare la biodiversità. Pur essendo uno dei Paesi firmatari della Convenzione sulla Diversità Biologica, l’Italia, insieme ad altri 30 Stati, non ha ancora presentato un programma per la salvaguardia della biodiversità. Altri 160 Paesi hanno già presentato i loro programmi e le strategie per attuarli. Dispiace constatare che anche in campo ambientale siamo sempre nelle retrovie.

Per chi vuole approfondire l’argomento, in rete ci sono diverse risorse. Si può anche scaricare liberamente il volume “Biodiversità” edito dall’Enea, di 216 pagine in formato pdf; autori: Laura Maria Padovani, Paola Carrabba, Barbara Di Giovanni, Francesco Mauro. Ci sono molti riferimenti anche al problema dello sviluppo economico e al difficile rapporto  con la conservazione delle risorse biologiche. 

http://www.enea.it/produzione_scientifica/pdf_volumi/V2009_12-Biodiversita.pdf

 

Charles Darwin: 150° anniversario della pubblicazione de “L’origine delle specie”


 

"È interessante contemplare una plaga lussureggiante, rivestita da molte piante di vari tipi, con uccelli che cantano nei cespugli, con vari insetti che ronzano intorno, e con vermi che strisciano nel terreno umido, e pensare che tutte queste forme così elaboratamente costruite, così differenti l’una dall’altra, e dipendenti l’una dall’altra in maniera così complessa, sono state prodotte da leggi che agiscono intorno a noi. Queste leggi, prese nel loro più ampio significato, sono la legge dell’accrescimento con riproduzione; la variabilità per l’azione diretta e indiretta delle condizioni di vita, e dell’uso e non uso; il ritmo di accrescimento così elevato da condurre a una lotta per l’esistenza, e conseguentemente alla selezione naturale, che comporta la divergenza dei caratteri e l’estinzione delle forme meno perfette. Così, dalla guerra della natura, dalla carestia e dalla morte, direttamente deriva il più alto risultato che si possa concepire, cioè la produzione degli animali superiori. Vi è qualcosa di grandioso in questa concezione della vita, con le sue diverse forze, originariamente impresse dal Creatore in poche forme, o in una forma sola; e nel fatto che, mentre il nostro pianeta ha continuato a ruotare secondo l’immutabile legge della gravità, da un così semplice inizio innumerevoli forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e continuano a evolversi."

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