La pericolosità dei telefoni cellulari

   Circa sei mesi fa, su questo blog c’è già stato un post sulla (presunta?) pericolosità dei cellulari. Periodicamente qualche ricerca solleva il problema e, sistematicamente, diversi settori della società cercano di minimizzare i risultati delle ricerche o  affermano che non ci sono prove evidenti sulla pericolosità dei campi elettromagnetici emessi dai cellulari. Ci avviciniamo al periodo natalizio e sicuramente qualcuno riceverà il suo primo cellulare, qualcun altro deciderà di cambiarlo con un nuovo modello (sic!) e qualcuno starà pensando di comprarlo come regalo. Senza ripetere quanto è stato già scritto nell’altro post, è opportuno ribadire almeno il principio di precauzione nella sua definizione data dall’ONU nel 1992 in occasione della Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo: “Al fine di proteggere l’ambiente, un approccio cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli Stati in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l’assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l’adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale”. Rispetto alla salute umana risulta ancora più incisiva la definizione data da alcuni studiosi nella Dichiarazione di Wingspread del 1998: “Quando un’attività  presenta rischi potenziali per la salute umana o per l’ambiente, è necessario adottare misure precauzionali, anche se la relazione causa-effetto non è scientificamente dimostrata”.

Grazie alla loro indubbia utilità, la diffusione dei cellulari degli ultimi decenni è stata massiccia e solo da un decennio, quasi tutti i ragazzi, sempre più giovani, ne possiedono uno o più e lo usano sistematicamente, spesso senza alcuna moderazione, perciò non è facile dimostrare e convincere le persone dei potenziali danni sulla salute a medio e lungo termine. Buon senso e principio di precauzione suggeriscono, in attesa di ricerche non finanziate dalle aziende produttrici di telefonini né dai gestori della telefonia mobile, una serie di norme comportamentali. Spesso (?) infatti le istituzioni si impegnano a combattere le malattie, le catasfrofi naturali ma quasi mai le loro cause. La storia del fumo di tabacco, quelle dell’amianto, dei raggi X, dei raggi solari, degli ormoni e degli antibiotici utilizzati negli allevamenti e quella delle polveri delle miniere ce lo insegnano. Riguardo alle radiazioni emesse dai telefoni cellulari, quali sono queste precauzioni comportamentali?

1.      Evitare di fornire cellulari ai bambini finché non diventa una necessità inderogabile (emergenze, il loro controllo da parte delle famiglie, se si trovano in località sprovviste di telefono fisso). Infatti secondo diversi studi, tra cui quello dell’Istituto di Ricerca sul cancro dell’Università di Pittsburgh, negli USA, l’encefalo dei bambini è in piena evoluzione e i rischi di danni sono maggiori rispetto agli adulti.

2.      Usarlo solo quando è necessario (l’uso del cellulare non deve costituire un gioco) e con moderazione (telefonate brevi).

3.      Quando è possibile, utilizzare l’auricolare o il vivavoce in modo da evitare di tenerlo attaccato all’orecchio, o tenerlo comunque ad una certa distanza.

4.      Preferire l’uso degli sms alle telefonate

5.      Evitare di tenerli accesi nelle tasche, perché sono strettamente attaccate ad alcune ghiandole del corpo: ovaie e testicoli in primis.

6.      Non dormire con il cellulare (ma neanche con la radiosveglia) acceso e vicino alla testa. Tenere questi strumenti almeno ad un metro di distanza.

7.      Quando amici, compagni o sconosciuti sono impegnati a parlare al cellulare, mantenersi ad una certa distanza. Non solo per la loro privacy, ma per evitare ulteriori nostre esposizioni alle onde elettromagnetiche.

8.      Non telefonare durante i viaggi o comunque quando il campo è debole, perché la potenza del segnale aumenta durante la ricerca dell’antenna quindi aumentano i potenziali rischi.

Purtroppo nelle previsioni più nefaste, come nei decenni passati sono aumentati considerevolmente i casi di tumore ai polmoni a causa del fumo, sono ipotizzabili per il futuro, anche prossimo, un aumento di patologie al cervello a causa delle onde elettromagnetiche dei telefonini. Però è tanto vasto e radicato l’uso dei cellulari (circa 4 miliardi di persone nel mondo) che i loro “effetti collaterali” quasi non si considerano.  Nonostante gli enormi interessi in gioco, sicuramente nei prossimi anni il problema verrà chiarito sempre di più. Ma per i cellulare-dipendenti, come per i dipendenti della nicotina, le prove non saranno mai abbastanza. Purtroppo.

Se poi dovessero risultare del tutto innocui, ma su questo ho molti dubbi, viva i cellulari!

Qualche settimana fa, il Ministero della Salute ha comunicato che avvierà una campagna di informazione per sensibilizzare gli utenti all’uso più appropriato dei telefoni cellulari, visto anche il parere del Consiglio Superiore di Sanità che “consiglia” prudenza. Staremo a vedere.

    Intanto per la guida i cellulari sono sicuramente pericolosi! Il National Trasportation Safety Bord, l’ente statunitense per la sicurezza stradale chiede che sia  fissato, per tutti, il  divieto di telefonare mentre si è alla guida, in generale, a prescindere dall’auricolare e dal vivavoce.

 

La prima immagine in alto è tratta da: tecnologia.bloglive.it/i-cellulari-influiscon…

 

Telefoni cellulari e principio di precauzione

telefonini_cellulari   Alcune settimane fa è stato pubblicato il risultato di una ricerca internazionale alla quale hanno contribuito 34 esperti dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’OMS. Secondo questi risultati, i campi elettromagnetici, compresi quelli generati dai telefoni cellulari sono potenzialmente cancerogeni.  Si parla e si scrive da anni sui potenziali rischi delle onde elettromagnetiche. Poiché le conseguenze sugli stili di vita e l’economia degli abitanti dei Paesi ricchi potrebbero essere devastanti se venissero presi adeguati provvedimenti a tutela della salute umana, subito si sono levate voci contrarie (spesso legate a gestori telefonici nazionali e multinazionali o ai grandi marchi produttori di telefonini) che sostengono l’assenza di prove certe e che, comunque, questi effetti sono correlati molto alla quantità delle esposizioni ai campi elettromagnetici. Altri affermano che  prima di dichiarare eventuali correlazioni tra uso dei telefonini e cancro è necessario effettuare ulteriori studi. Inutile dire che questi ulteriori studi richiederanno molti anni e, come accade spesso nelle ricerche scientifiche, non porterebbero comunque a risultati “definitivi”. Il ministro della salute, in Italia, ha dichiarato che chiederà un parere al Consiglio Superiore di Sanità perché non vorrebbe che ci fosse “un eccesso di principio precauzionale”.

Intanto il Consiglio d’Europa, appellandosi al Principio di precauzione, in un documento dal titolo “La vita delle persone è più importante della possibilità di comunicare” ha raccomandato di vietare l’uso di dispositivi wireless e telefoni cellulari nelle scuole. Ma cos’è il principio di precauzione? Nelle Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite tenuta a Rio de Janeiro del 1992 viene data la seguente definizione: “Al fine di proteggere l’ambiente, un approccio cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli Stati in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l’assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l’adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale”. L’origine di questo principio risale agli anni settanta del secolo scorso quando venne accettato all’interno della ligislazione sull’ambiente dell’ex Germania Ovest. In pratica il punto fondamentale di questo principio è il trasferimento dell’onere della prova della non pericolosità di certi prodotti o processi a carico delle aziende produttrici. Nella Dichiarazione di Wingspread del 1998 alcuni studiosi hanno proposto il principio in questa forma: “Quando un’attività  presenta rischi potenziali per la salute umana o per l’ambiente, è necessario adottare misure precauzionali, anche se la relazione causa-effetto non è scientificamente dimostrata”. L’Unione Europea nel 2000, ratificando la Convenzione ONU sulla diversità biologica afferma: “Il fatto di invocare o no il principio di precauzione è una decisione esercitata in condizioni in cui le informazioni scientifiche sono insufficienti, non conclusive o incerte e vi sono indicazioni che i possibili effetti sull’ambiente e sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante possono essere potenzialmente pericolosi e incompatibili con il livello di protezione prescelto.”  Inoltre l’applicazione del principio richiede tre elementi chiave: l’identificazione dei potenziali rischi, una valutazione scientifica realizzata in modo rigoroso e completo sulla base di tutti i dati esistenti, la mancanza di una certezza scientifica che permetta di escludere ragionevolmente la presenza dei rischi identificati.

Nel caso dell’uso dei cellulari e delle reti wireless, secondo me esistono tutti e tre questi elementi chiave perciò: massima attenzione! Certo nelle scuole l’azione educativa e la prevenzione dei rischi si scontrano e spesso soccombono in malo modo con il mondo della pubblicità sulla vendita di questi prodotti. Spesso si rimane sgomenti e quasi impotenti quando quando qualche ragazza afferma che tiene il telefono cellulare acceso anche di notte, spesso sotto al cuscino perché così gli fà anche da sveglia per il mattino! Come per tanti altri strumenti tecnologici, anche per i telefonini vale il buon senso: innanzitutto moderazione, usarli solo quando è necessario e per periodi di tempo limitati. Come spesso accade, le tecnologie e le scoperte scientifico-tecnologiche non sono buone o cattive in sé ma tutto dipende dall’uso che ne facciamo. In alcuni casi, come nella produzione e commercializzazione di organismi vegetali geneticamente modificati (OGM) o nella produzione ed uso di nanotecnologie, il principio di precauzione ha trovato in molti Stati un’applicazione addirittura “integralista”, impedendo anche la ricerca scientifica. Si tratta sicuramente di eccessi dovuti a motivi commerciali e/o ideologici. Al contrario, per i cellulari, tranne sporadici allarmi che si ripetono negli anni, sicuramente si farà ben poco perché sono in gioco interessi economici e politici troppo grandi che spesso della salute umana se ne infischiano. Ma si arriverà ad una riduzione dell’abuso di questi strumenti o comunque ad avvertenze esplicite sulla loro pericolosità per la salute, come è successo per il fumo dopo decenni di lotte.

Per approfondimenti sul principio di precauzione in Europa:

http://europa.eu/legislation_summaries/consumers/consumer_safety/l32042_it.htm

L’immagine è stata tratta dall’indirizzo consiglitecnologici.blogspot.com/

Principio di Precauzione e Campi Elettromagnetici – Intervista a David Gee, 

membro dell’Agenzia Europea per la Protezione Ambientale