Il radon: precursore presunto dei terremoti e pericolo certo per la salute

Radon_mappa_Italia     Il radon è un elemento chimico indicato col simbolo Rn e scoperto da Fredrich Ernst Dorn nel 1900. Nel sistema periodico sitrova fra i gas nobili radioattivi ed ha numero atomico 86. Proprio per la sua radioattività e instabilità è molto pericoloso per la salute umana in quanto è inodore e incolore e tende ad accumularsi nei locali a contatto diretto col suolo, soprattutto cantine, seminterrati, tavernette. Le varie Agenzie Regionale per l’Ambiente (ARPA), tra gli altri compiti, sono preposte al monitoraggio della concentrazione di radon nei locali a rischio.

Spesso si è scritto e parlato di questo gas come di un precursore dei terremoti e in vari laboratori da decenni si susseguono ricerche per comprenderne il ruolo. I risultati ottenuti purtroppo non permettono ancora agli studiosi di mettere in relazione l’emissione di radon dal sottosuolo con un probabile evento sismico a breve termine. Si sa che il suo rilascio è associato anche ai terremoti ma non si conosce un modo per prevedere con certezza o probabilità l’evento sismico entro un certo lasso di tempo. In alcuni casi, ad un evento sismico è associata la riduzione della concentrazione di questo gas. Non ci sono certezze: la porosità delle rocce è molto variabile, così anche il loro contenuto di gas e liquidi.

Lo scorso anno, dopo la condanna dei tecnici del Comitato che “rassicurò” la popolazione dell’Aquila poco prima del terremoto del 2009, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha emesso un comunicato stampa nel quale si dichiarava l’impossibilità, in base alla attuali conoscenze, di utilizzare questo gas e la sua concentrazione nella previsione dei terremoti. L’INGV scrive infatti:

“In merito a quanto riportato recentemente su alcuni organi di stampa relativamente ai risultati dell’articolo in stampa su Geophysical Research Letters (GRL) riguardo a esperimenti di laboratorio mirati alla comprensione dei processi preparatori dei terremoti e all’eventuale ruolo del Radon come “precursore”, INGV precisa quanto segue:
Le ricerche sui terremoti e sul ruolo del radon all’interno della dinamica della frattura sono sviluppate in tutto il mondo da decenni. INGV partecipa da sempre come protagonista allo sviluppo di questi studi ed ha sempre affermato la loro importanza per la comprensione dei fenomeni naturali.
I risultati finora raggiunti in questo campo, compreso l’articolo GRL in questione, ci hanno permesso di comprendere meglio molti dei segreti del nostro pianeta ma finora non hanno assolutamente alcuna possibilità di applicazione pratica per la previsione deterministica dei terremoti.
Tale possibilità non esisteva nel recente passato  (all’epoca del terremoto de L’Aquila), non esiste nel presente e possiamo affermare che non esisterà nel futuro a breve e medio termine.
L’INGV continuerà con impegno la ricerca in questo campo, comunicando come ha sempre fatto i risultati alla comunità scientifica con le modalità in uso (pubblicazione su riviste scientifiche) anche a costo di fraintendimenti e distorsioni mediatiche come accaduto oggi.”
Per maggiori informazioni: Antonio Piersanti, ufficiostampa@ingv.it .

Due video sul radon e sulla sua pericolosità: http://www.periodicvideos.com/videos/086.htm

http://www.la7.it/illecito/pvideo-stream?id=i577381

La storia del Monte Venda  (Colli Euganei).

Crediti mappa del radon in Italia:  www.rischiosismico.it

 

Il terremoto del 6 aprile in Abruzzo


 

Morti, feriti, sfollati, attività domestiche, artigianali e industriali distrutte o rovinate: è questo lo scenario del terremoto in Abruzzo. La situazione della prima emergenza oggi appare quasi superata ma adesso inizia la gestione ordinaria del dopo terremoto, di una sistemazione meno precaria degli sfollati, della ricostruzione delle abitazioni civili, degli uffici pubblici, del patrimonio culturale e artistico-religioso. Gli scavi dei primi giorni sono stati continui, senza soste, con turni fra i soccorritori come deve essere, a mano e con piccoli mezzi e strumenti, senza ruspe e escavatori, solo con autogru per sollevare dove era necessario i pezzi di solaio e di colonne più pesanti. Senza creare ulteriori danni alle eventuali persone sommerse. A L’Aquila e nei paesini e frazioni più distanti. Numerose sono state le persone estratte vive dagli edifici crollati. La stima è di oltre 5000 soccorritori, provenienti da varie parti d’Italia, uomini e donne della protezione civile che hanno lavorato senza sosta.

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