Telefoni cellulari e principio di precauzione

telefonini_cellulari   Alcune settimane fa è stato pubblicato il risultato di una ricerca internazionale alla quale hanno contribuito 34 esperti dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’OMS. Secondo questi risultati, i campi elettromagnetici, compresi quelli generati dai telefoni cellulari sono potenzialmente cancerogeni.  Si parla e si scrive da anni sui potenziali rischi delle onde elettromagnetiche. Poiché le conseguenze sugli stili di vita e l’economia degli abitanti dei Paesi ricchi potrebbero essere devastanti se venissero presi adeguati provvedimenti a tutela della salute umana, subito si sono levate voci contrarie (spesso legate a gestori telefonici nazionali e multinazionali o ai grandi marchi produttori di telefonini) che sostengono l’assenza di prove certe e che, comunque, questi effetti sono correlati molto alla quantità delle esposizioni ai campi elettromagnetici. Altri affermano che  prima di dichiarare eventuali correlazioni tra uso dei telefonini e cancro è necessario effettuare ulteriori studi. Inutile dire che questi ulteriori studi richiederanno molti anni e, come accade spesso nelle ricerche scientifiche, non porterebbero comunque a risultati “definitivi”. Il ministro della salute, in Italia, ha dichiarato che chiederà un parere al Consiglio Superiore di Sanità perché non vorrebbe che ci fosse “un eccesso di principio precauzionale”.

Intanto il Consiglio d’Europa, appellandosi al Principio di precauzione, in un documento dal titolo “La vita delle persone è più importante della possibilità di comunicare” ha raccomandato di vietare l’uso di dispositivi wireless e telefoni cellulari nelle scuole. Ma cos’è il principio di precauzione? Nelle Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite tenuta a Rio de Janeiro del 1992 viene data la seguente definizione: “Al fine di proteggere l’ambiente, un approccio cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli Stati in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l’assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l’adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale”. L’origine di questo principio risale agli anni settanta del secolo scorso quando venne accettato all’interno della ligislazione sull’ambiente dell’ex Germania Ovest. In pratica il punto fondamentale di questo principio è il trasferimento dell’onere della prova della non pericolosità di certi prodotti o processi a carico delle aziende produttrici. Nella Dichiarazione di Wingspread del 1998 alcuni studiosi hanno proposto il principio in questa forma: “Quando un’attività  presenta rischi potenziali per la salute umana o per l’ambiente, è necessario adottare misure precauzionali, anche se la relazione causa-effetto non è scientificamente dimostrata”. L’Unione Europea nel 2000, ratificando la Convenzione ONU sulla diversità biologica afferma: “Il fatto di invocare o no il principio di precauzione è una decisione esercitata in condizioni in cui le informazioni scientifiche sono insufficienti, non conclusive o incerte e vi sono indicazioni che i possibili effetti sull’ambiente e sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante possono essere potenzialmente pericolosi e incompatibili con il livello di protezione prescelto.”  Inoltre l’applicazione del principio richiede tre elementi chiave: l’identificazione dei potenziali rischi, una valutazione scientifica realizzata in modo rigoroso e completo sulla base di tutti i dati esistenti, la mancanza di una certezza scientifica che permetta di escludere ragionevolmente la presenza dei rischi identificati.

Nel caso dell’uso dei cellulari e delle reti wireless, secondo me esistono tutti e tre questi elementi chiave perciò: massima attenzione! Certo nelle scuole l’azione educativa e la prevenzione dei rischi si scontrano e spesso soccombono in malo modo con il mondo della pubblicità sulla vendita di questi prodotti. Spesso si rimane sgomenti e quasi impotenti quando quando qualche ragazza afferma che tiene il telefono cellulare acceso anche di notte, spesso sotto al cuscino perché così gli fà anche da sveglia per il mattino! Come per tanti altri strumenti tecnologici, anche per i telefonini vale il buon senso: innanzitutto moderazione, usarli solo quando è necessario e per periodi di tempo limitati. Come spesso accade, le tecnologie e le scoperte scientifico-tecnologiche non sono buone o cattive in sé ma tutto dipende dall’uso che ne facciamo. In alcuni casi, come nella produzione e commercializzazione di organismi vegetali geneticamente modificati (OGM) o nella produzione ed uso di nanotecnologie, il principio di precauzione ha trovato in molti Stati un’applicazione addirittura “integralista”, impedendo anche la ricerca scientifica. Si tratta sicuramente di eccessi dovuti a motivi commerciali e/o ideologici. Al contrario, per i cellulari, tranne sporadici allarmi che si ripetono negli anni, sicuramente si farà ben poco perché sono in gioco interessi economici e politici troppo grandi che spesso della salute umana se ne infischiano. Ma si arriverà ad una riduzione dell’abuso di questi strumenti o comunque ad avvertenze esplicite sulla loro pericolosità per la salute, come è successo per il fumo dopo decenni di lotte.

Per approfondimenti sul principio di precauzione in Europa:

http://europa.eu/legislation_summaries/consumers/consumer_safety/l32042_it.htm

L’immagine è stata tratta dall’indirizzo consiglitecnologici.blogspot.com/

Principio di Precauzione e Campi Elettromagnetici – Intervista a David Gee, 

membro dell’Agenzia Europea per la Protezione Ambientale