Primavera astronomica

     Domani 21 marzo, come tutti gli anni, ricorre l’inizio della primavera. Il fenomeno delle stagioni è una delle principali conseguenze del moto di rivoluzione della Terra e dell’inclinazione dell’asse terrestre. Durante il moto di rivoluzione intorno al Sole, la Terra mantiene sempre parallelo a se stesso il proprio asse, inclinato rispetto al piano dell’eclittica di circa 66° e 30’. Quest’inclinazione, determina durante il moto continue e periodiche differenze di illuminazione e di riscaldamento della superficie della Terra nei diversi luoghi. Se l’asse di rotazione fosse perpendicolare al piano dell’eclittica, il circolo d’illuminazione passerebbe sempre per i Poli e coinciderebbe con i meridiani, determinando in tutti i punti della Terra 12 ore di luce (dì) e 12 ore di buio (notte). Avremmo quindi poche variazioni: le regioni polari sempre fredde e quelle equatoriali sempre calde. Ma queste condizioni si verificano effettivamente due volte all’anno: i giorni degli equinozi, il 21 marzo e il 23 settembre sono rispettivamente l’equinozio di primavera e quello d’autunno. Nella giornata di domani perciò la durata del dì e quella della notte saranno uguali, di 12 ore, in tutto il nostro Pianeta. Il termine equinozio deriva dal latino aequa nox cioè notte uguale per tutta la Terra. Solo domani e il 23 settembre di ogni anno il circolo d’illuminazione passerà per i Poli e coinciderà con i meridiani.

     La divisione dell’anno (tempo che la Terra impiega nella sua rivoluzione intorno al Sole) in stagioni viene fatta proprio dai due equinozi e dai due solstizi (21 giugno e 22 dicembre). La primavera del nostro emisfero ha una durata di 93 giorni e il dì cresce costantemente dal 21 marzo al 21 giugno, mentre decresce nell’emisfero australe. I raggi solari nella giornata di domani saranno perpendicolari all’Equatore e gradualmente sposteranno la loro perpendicolarità verso Nord, fino ad essere perpendicolari al Tropico del Cancro il 21 giugno. Anche le nostre regioni (Torino è a 45° latitudine Nord) perciò vedranno il Sole sempre più alto sull’orizzonte, nei prossimi tre mesi durante la culminazione, e riceveranno una quantità di energia termica sempre maggiore per unità di superficie. Naturalmente accade esattamente il contrario nell’altro emisfero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’immagine è tratta da: http://www.exploratorium.edu/ancientobs/chaco/HTML/images-TG/seasons.nasa.jpg