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Meno di un anno fa, alla vigilia del G20 di Berlino di marzo 2017, l’Organizzazione Mondiale della Sanità per richiamare l’attenzione sul grave problema della diffusione del fenomeno della resistenza batterica agli antibiotici, pubblicava la lista dei dodici tipi di batteri più pericolosi per l’uomo. Questo per spingere la ricerca verso nuovi tipi di antibiotici e per sollecitare la popolazione e la comunità dei medici ad un utilizzo “oculato”, mirato e attento degli antibiotici, solo nei casi di effettiva necessità, in considerazione dell’elevata capacità di modificazioni geniche dei batteri che ne sviluppano la resistenza. Il problema è aggravato dall’uso di antibiotici a scopo preventivo negli allevamenti intensivi (bovini, suini, avicoli soprattutto) da carne.
L’elenco è diviso in tre categorie di batteri, a seconda dell’urgenza e della necessità di nuovi antibiotici. Si hanno così le tre priorità: fondamentale, elevata, media.
Appartengono al primo gruppo, i più pericolosi perché resistenti a molti antibiotici: Acinetobacter, Pseudomonas e batteri della famiglia delle Enterobacteriaceae (Klebsiella, E. coli, Serratia e Proteus). Resistenti a più farmaci, possono causare infezioni gravi o mortali, spesso anche in ospedali e case di cura. Seguono gli altri due gruppi.
Ecco l’elenco segnalato dall’OMS:
Priorità fondamentale
Acinetobacter baumannii, resistente ai carbapenemi
Pseudomonas aeruginosa, resistente ai carbapenemi
Enterobacteriaceae*, resistente ai carbapenemi , resistenti alle ciclosporine di 3a generazione.
Priorità elevata
Enterococcus faecium, resistente alla vancomicina
Staphylococcus aureus, resistente alla meticillina, intermediato e resistente alla vancomicina
Helicobacter pylori, resistente alla claritromicina
Campylobacter, resistente ai fluorochinoloni
Salmonella spp., resistente ai fluorochinoloni
Neisseria gonorrhoeae, resistenti alle ciclosporine di 3a generazione, resistente ai fluorochinoloni.
Priorità media
Streptococcus pneumoniae, non suscettibile alla penicillina
Haemophilus influenzae, resistente all’ampicillina
Shigella spp., resistente ai fluorochinoloni.
Il documento completo dell’OMS con le raccomandazioni del gruppo di lavoro. Crediti: https://amr-review.org/ ; http://www.who.int/en/ .
Considerando che quest’inverno, solo in Italia, l’influenza ha colpito alcuni milioni di persone, più degli altri anni, e che spesso è stata accompagnata da complicanze batteriche che nei casi più gravi hanno provocato il decesso dei pazienti, bisognerebbe dare il giusto rilievo all’allarme sui batteri resistenti agli antibiotici.