Storia del National Geographic

idrometra     Tra gli eventi in programma in questi mesi al bel Museo di Storia Naturale di Milano che ho avuto modo di visitare più volte, mi piace segnalare la mostra sulla storia del National Geographic, inteso non solo come rivista, ma come National Geographic Society fondata nel lontano 1888. Una Società che si è sempre occupata dell’esplorazione geografica e scientifica del nostro pianeta con servizi di divulgazione al grande pubblico delle scoperte umane.

     La mostra “National Geographic. La storia, la fotografia, le esplorazioni” è stata inaugurata il 30 ottobre scorso e sarà visitabile fino al 14 febbraio 2016. Si compone di 150 immagini spettacolari che consentono di ripercorrere le principali tappe di esplorazioni leggendarie effettuate in 127 anni di attività. Promossa dall’assessorato alla cultura del Comune di Milano in collaborazione con il Museo e il National Geographic Italia. diretto da Marco Cattaneo.

Il Museo di Storia Naturale di Milano si trova in Corso Venezia 55. Per Informazioni: www.comune.milano.it/museostorianaturale .

Per la rivista: National Geographic Italia . http://www.nationalgeographic.com/ .

Nell’immagine: idrometra sulle acque del torrente Casternone, in Piemonte (selezionarla per ingrandire).

In Liguria il carbone è sotto accusa

     Naturalmente non è sotto accusa il materiale ma i comportamenti umani che rendono il carbone una fonte di inquinanti oltre che di energia.

La decisione della Procura di Savona che nelle settimane scorse ha chiesto la chiusura della centrale Tirreno Power di Vado Ligure ha fatto scalpore. Non tanto per la chiusura ma per aver motivato la decisione con un collegamento diretto tra le 442 morti che si sono verificate nella zona tra il 2000 e il 2007 e le emissioni della centrale.

La decisione del sequestro e della chiusura degli impianti è stata presa dopo un’indagine del Ministero dell’Ambiente e dei consulenti della Procura: i risultati avrebbero accertato il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Oltre all’inchiesta per disastro ambientale, ne è stata aperta un’altra per omicidio colposo.

Intanto si sono mobilitati anche i sindacati perché con la centrale lavorano circa quattrocento addetti tra dipendenti diretti e indotto. Possibile che in Italia il diritto alla salute e quello al lavoro debbano sempre essere in alternativa? Le esperienze dei grandi inquinamenti del passato, da Porto Marghera all’Ilva di Taranto, non hanno insegnato nulla?

Dopo la chiusura delle due unità da 330 MW ciascuna, che funzionano a carbone, rimane funzionante l’unità da 800 MW che per produrre elettricità brucia gas.

     Che la combustione del carbone emetta sostanze inquinanti è risaputo da tempo, ma le attuali tecnologie permettono di trattarlo con relativa sicurezza per la salute. Lo fanno in tante altre parti del pianeta, Europa compresa. Naturalmente la sicurezza “assoluta” per lavoratori e popolazione non esiste in nessun settore industriale. Il National Geographic di questo mese dedica molto spazio proprio al carbone, con un titolo emblematico: “Carbone pulito? Come ridurre le emissioni del combustibile fossile più inquinante”. Rispetto a soli pochi anni fa, in questo campo sono stati fatti progressi notevoli. La combustione del carbone viene resa più efficiente e meno inquinante, preparando il materiale con una pulizia o depurazione (Coal Washing) mediante frantumazione e successivo passaggio attraverso filtri e contenitori che separano, anche per la differente densità, impurità e altri minerali dal combustibile. Le centrali termoelettriche più recenti sono provviste di sistemi a  gassificazione (IGCC, Integrated Gasification Combined Cycle) che permettono di aumentare l’efficienza della combustione (circa il 50%) e la riduzione delle emissioni inquinanti. Alcuni esperti considerano questa tecnologia addirittura a “emissioni zero”, ma io non ho modo di accertarlo. Certamente può rappresentare il futuro delle centrali a carbone, anche in considerazione dell’abbondanza e del costo relativamente basso di questo combustibile.

L’Italia importa da altri Paesi grandi quantità di risorse energetiche, possibile che tra la chiusura delle centrali o di grandi impianti industriali e il diritto alla salute e al lavoro non esistano vie di mezzo? Perché chi amministra queste strutture non riesce a rispettare e  far rispettare la normativa ambientale? La decisione di sequestro dei due impianti a carbone è stata presa anche per il mancato adeguamento delle strutture alle moderne tecnologie per il trattamento delle emissioni. Si spera che altre strutture industriali a rischio di gravi emissioni inquinanti possano investire nell’adeguamento degli impianti, senza aspettare altri interventi della Magistratura, altri drammi per le popolazioni locali interessate.

Per saperne di più sul carbone, qui puoi trovare una serie di articoli: http://www.museoenergia.it/museo.php?stanza=15

Oppure: National Geographic.

 

Prestigiosa National Geographic Society

NGSsociety-0125-300x270      La National Geographic Society è un’organizzazione scientifica e pedagogica no profit che richiede un’attenzione particolare. Innanzitutto perché ha una storia prestigiosa: venne fondata nel lontano 1888 a Washington da un gruppo di 33 persone esponenti della cultura scientifica locale del tempo e da allora ha finanziato progetti di ricerca e spedizioni in varie parti del pianeta. All’indirizzo in basso si può trovare un elenco dei principali progetti e spedizioni che la NGS ha finanziato: dalle esplorazioni polari agli scavi a Machu Picchu, dalle esplorazioni marine al progetto di Diane Fossey sui gorilla di montagna, ecc. http://it.wikipedia.org/wiki/National_Geographic_Society.

     In secondo luogo perché alle tante attività svolte è stata associata una rivista scientifica che ha divulgato conoscenze e scoperte. Col passare del tempo la rivista, oggi mensile, si è arricchita di immagini sempre più belle, è stata tradotta in almeno trenta lingue diverse e ogni numero ha circa cinquanta milioni di lettori. Tra le tante foto famose, ricordo quella della ragazza afgana, scattata nel 1884 da Steve McCurry in un campo profughi e pubblicata sulla copertina della rivista l’anno successivo.

La ragazza venne ritrovata nel 2002, dopo mesi di ricerca, e nuovamente fotografata a 17 anni dalla prima volta.

Oggi le immagini più belle, più significative, quelle che hanno suscitato le maggiori emozioni, sono esposte al Palazzo delle Esposizioni di Roma nella mostra fotografica “La grande avventura”, allestita per celebrare il 125° anniversario della fondazione della National Geographic Society. La mostra racconta con immagini i successi della Società e della sua rivista, da quindici anni venduta anche in Italia.

La mostra è stata inaugurata qualche giorno fa, lo scorso 28 settembre, e sarà visitabile fino al 2 febbraio 2014.

Tra gli obiettivi fondamentali della National Geographic c’è quello di “incrementare e diffondere la conoscenza geografica e allo stesso tempo di promuovere la protezione della cultura dell’umanità, della storia e delle risorse naturali“.

Sul web: http://www.nationalgeographic.com/

Per il National Geographic Italia: http://www.nationalgeographic.it/

Propongo anche un video sulle bellezze della Sardegna raccontate dal National Geographic, caricato da Sardiniaislandit:

http://www.youtube.com/watch?v=eQTl4feab5k

L’immagine Steve_McCurry_ragazza_afgana è tratta dal sito del Comune di Cento, (Fe) dove alcuni anni fa l’autore tenne una mostra.