LE PIU’ BELLE CAMERE DA LETTO

di Dante Iagrossi

In fatto di preparativi e parate nuziali, gli uccelli dimostrano una gamma immensa e straordinaria di trovate, ognuna tipica per le varie specie. Innanzitutto certi maschi si dimostrano quasi “spacconi”, appendendosi a rami e sbattendo le ali, scendendo in picchiata, gonfiandosi il petto con gole rosse, o mostrando larghe ruote di penne. Altri uccelli, monogami, ripetono indefinitamente le stesse strofe di canti, fino a stabilire duetti affiatati con le femmine. Altri ingaggiano bellissime danze fino a coinvolgere anche le compagne. Altri ancora arrivano ad offrire doni, che possono essere sassolini utili per la costruzione dei nidi, ma gli uccelli giardinieri sono veri e propri architetti decoratori, certamente i più fantasiosi del mondo animale, dimostrando un particolare senso artistico.

Essi sono infatti capaci di costruire vere e proprie camere nuziali, di tre principali categorie, soprannominate “bower” (pergolato):

Maypole

Maypole (“palo di maggio” o della cuccagna), ottenuto con l’accumulo di ramoscelli lunghi attorno ad un tronco verticale di piccolo albero o felce. Esso assomiglia ad un albero di Natale, decorato con bacche o deiezioni di bruchi. Viene circondato da un cerchio dai bordi rialzati di muschio.

Grande tetto spiovente fatto di rametti, sopra una grande sala, ricoperta di muschio, che si apre sulla zona anteriore.

Camera a tetto spiovente

Avenue (viale), con due pareti di bastoncini vegetali, posti in verticale, tipo galleria da passaggio.

Avenue

Davanti vengono posti vari oggetti ornamentali colorati, sia naturali (conchiglie, fiori, piume, bacche ed ossicini) sia artificiali, come tappi di plastica e pezzetti di vetro, raccolti in giro.

Da notare che questi architetti provetti, al contrario di certi insetti, non agiscono d’istinto, ma passano ben 5 o 6 anni ad osservare le costruzioni di altri, adulti, e fanno anche tentativi di imitazione, carpendone le tecniche di costruzione, il senso prospettico e simmetrico e le particolari note decorative.

In genere le femmine scelgono e si accoppiano con i maschi che hanno preparato le stanze più decorate e colorate, soprattutto con colori blu. Alcune stanze vengono persino abbellite con “stucchi” ottenuti da vegetazione masticata. Comunque come per altre specie di uccelli, è importante anche il colore del piumaggio dei maschi, (giallo oro, arancione) indice di resistenza a parassiti interni.

Uccello giardiniere

Dopo l’accoppiamento, mentre il maschio si può unire ad altre, la femmina va in un altro posto sempre a terra, per costruirsi da sola il nido, fatto di fibre vegetali e materiale soffice, ed allevare i piccoli da madre-single.

Questi architetti raffinati, ma con limitatissimo spirito paterno e coniugale, restano invece molto legati alle loro creazioni, occupate per molti anni, fino a circa 50. Può succedere che altri maschi le danneggino, ma essi le restaurano con grande precisione. Crediti fotografici: lorologiomiope.blogautore/ etico.scienza.it / fortebhirds.it. / alamy.it

Bacheca: Uccelli in generale, Dante Iagrossi, Caiazzo

I NIDI DEGLI ALTRI. Tra gli uccelli, in genere sono i maschi a costruire i nidi, in posti adatti del loro territorio, ma spesso anche le femmine collaborano con essi. In alcune specie, sono soltanto queste ultime a farlo, soprattutto in caso di poligamia. Gli uccelli si rivelano veri maestri di costruzioni originali, con una scelta accurata dei materiali, disponibili nei loro habitat, dai rametti alle foglie, anche ricoperte di sabbia o persino ricucite lungo gli argini, dal fango alle pietre. Forse non è perseguito direttamente un fine estetico, come si può pensare per i giardinieri, Poiché la funzionalità può prevalere sulla bellezza, e con il tempo l’esperienza consente risultati più sicuri e durevoli.

Gli studiosi hanno appurato che non basta l’istinto, concorre anche una parte di apprendimento. Sono poche le specie che evitano la costruzione di nidi veri e propri, limitandosi a scegliere opportuni anfratti naturali, in cui deporre le uova. Addirittura il pinguino imperatore cova l’uovo tra le zampe, evidentemente per le basse temperature del suolo ghiacciato. La maggior parte degli uccelli si costruisce un proprio nido, adottando cinque modelli fondamentali:

  • Buchi scavati nel terreno, ricoperti di rami, foglie, piume e piccole pietre.
  • Tumuli, con uova deposte sotto mucchi di rametti e foglie, in modo che il loro marcire produca calore necessario alla schiusa.
  • Cavità di tronchi di alberi e in grandi cactus
  • Nidi sospesi, con forme di borse allungate, ottenute da un sapiente intreccio di erbe e altre fibre vegetali che si possono flettere.
  • Sopraelevati, con forme simili a scodelle, su alberi, pali elettrici, e bastoni di recinti, a volte rivestiti dentro con erba e muschio.

I colori sono sempre mimetici e i posti abbastanza inaccessibili, per avere una maggiore protezione di uova e nati.

I MOLTEPLICI RAPPORTI TRA PIANTE E INSETTI

di Dante Iagrossi

Il lungo percorso della vita sulla Terra è contrassegnato da una fitta rete di relazioni tra le varie specie, solo in parte esplorata, anche perché molti organismi risultano estinti (e tanti altri ancora da scoprire). Storie straordinarie e insospettate di amicizie serrate, scontri micidiali e camuffamenti astuti, determinate dalla continua lotta senza esclusione di colpi per l’esistenza. Un testo uscito di recente davvero illuminante ed accessibile è “Piante e insetti”, di due coniugi pugliesi, Nicola Anaclerio e Maria Elena Rodio, entrambi docenti di Scienze. I rapporti complessi e variegati tra vegetali ed insetti sono esplorati in maniera rigorosa, ma divulgativa, con spunti divertenti, mediante un’opportuna suddivisione, un buon numero di esempi significativi e con bei disegni.

L’evoluzione dei viventi, iniziata nel brodo primordiale, ha poi visto l’affrancamento dalle acque marine per arrivare alle piante terrestri ed agli insetti, che via via hanno sviluppato stretti legami tra loro e particolari adattamenti alle condizioni specifiche dei vari ambienti.

Fondamentale il viaggio di Darwin, che dalle molte osservazioni trasse i concetti-base e le prove decisive per la sua teoria sull’evoluzione dei viventi per selezione naturale, esposti nelle opere fondamentali “Origine delle specie” ed “Origine dell’uomo”, che all’epoca, metà 800, fecero davvero un gran polverone, contraddicendo alle tesi creazioniste della Chiesa ufficiale.

Orchidea cometa

Ma Darwin è stato anche un grande e appassionato botanico, che scoprì nuove specie vegetali e ne studiò anche la riproduzione. Egli intuì tra l’altro che l’Orchidea cometa del Madagascar, avendo uno sperone molto lungo, di ben 25 cm, doveva essere impollinata da una farfalla dotata di una spiritromba di lunghezza analoga, che poi fu effettivamente scoperta: la Sfinge di Morgan.

Senza le api ed altri insetti non sarebbe possibile l’impollinazione del 70% delle nostre coltivazioni: i fiori delle piante offrono nettare agli insetti amici, che in cambio, come postini ricompensati con dolcetti, imbrattandosi di polline, provvedono alla loro impollinazione incrociata.

Eppure ci sono tanti insetti che si nutrono di varie parti delle piante, cioè di linfa (afidi, cimici e cocciniglie), foglie (cavallette, farfalle), e legno (punteruolo delle palme, larve di farfalle e coleotterri, termiti). Inoltre vari insetti attaccano derrate di cibo sia vegetale che animale.

Ma le piante non restano certo passive all’attacco degli insetti nemici: adottano notevoli e specifiche strategie difensive, di tipo meccanico e chimico. Alcune arrivano persino ad allearsi con i nemici dei loro predatori, offrendo ad esempio a certe formiche alloggio e cibo, cioè nettare extrafoliare, con proprietà di droghe, capaci cioè in qualche misura di renderli persino dipendenti.

Addirittura le piante carnivore hanno creato varie strutture subdole ed efficaci per attirare gli insetti e nutrirsene, assimilando da essi un necessario apporto di azoto, che invece scarseggia nel loro ambiente. La Dionea muscipla possiede foglie composte da due lobi (ai bordi dei quali ci sono prolugamenti spinosi), che posseggono una sostanza zuccherina: tagliole che si chiudono a scatto, appena l’insetto tocca un paio di peletti sui lobi. Le Drosere, con circa 200 specie, presenti anche in Italia, invece sono dotate di foglie a racchetta di ping pong o molto sottili, tipo spaghetti. La Sarracenia e la Nepenthes presentano foglie tubolari, ascidi, eretti e penduli, anche di 50 cm di profondità, dalle pareti molto lisce: gli insetti, attratti e storditi dal nettare dolce e alcaloidi sul bordo, scivolano sul fondo, dove un liquido ricco di enzimi digestivi che ne consumano il corpo. Molti insetti sono veri e propri maestri di mimetismo, per difesa da predatori, di cui esistono varie forme:

batesiano (di inganno): mosche e farfalle che imitano vespe, o che producono feromoni di api;

muleriano (di avvertimento): colori vistosi, giallo, rosso e nero, per accenturare la pericolosità;

criptismo: insetti con colori e forme del corpo che sembrano foglie, fiori e rametti. L’esempio più noto è l’insetto stecco, che spesso non si riesce a distinguere sulle piante dove si trova.

Insetto stecco su rametto

La Biston betularia, falena delle betulle, si è in qualche modo evoluta grazie alla rivoluzione industriale inglese: inizialmente di colore chiaro sui tronchi bianchi, al loro progressivo annerirsi per fuliggine, dovuta all’inquinamento atmosferico, in pochi anni hanno mostrato una variante scura per mimetizzarsi meglio. A loro volta, varie piante hanno adottato mimetismo d’inganno per favorire l’impollinazione: con odori putrescenti attirano ditteri (Arum, Aristolochia, Amorphophallus), altre che imitano vespe femmine per attirare i maschi, che così si imbrattono del loro polline (Ophrys bombyflora). Altre piante ancora addirittura sembrano sassi.

Purtroppo vari insetti sono dannosi per alberi e piante coltivate e l’uomo ha dovuto ricorrere a molti tentativi chimici per cercare di annientarli; questi però sono stati piuttosto negativi per l’ambiente e la nostra stessa salute. Quindi si ricorre da tempo all’agricoltura biologica, con insetti predatori di quelli nocivi,o a piante transgeniche, più resistenti.

Negli ultimi tempi molto grave è risultata anche la decimazione di ulivi pugliesi ad opera di un batterio, la Xylella fastidiosa, veicolata da un insetto, la sputacchina, con stadi giovanili immersi in massa schiumosa. Da un lato si sta cercando di limitarne l’epidemia, insieme ad un costante monitoraggio, dall’altro si ricorre a varietà di olivo resistenti geneticamente al batterio, come la Leccino. I risultati sono promettenti.

Comunque sia le piante che gli insetti ci possono aiutare a proteggere, a migliorare il nostro ambiente di vita e persino il nostro modo di alimentarci. Ormai già ben due miliardi di persone si nutrono di 1900 specie di insetti, come cavallette, formiche, larve di lepidotteri e coleotteri: se noi occidentali superiamo un certo disgusto iniziale, potremmo abituarci anche alla “carne” di cavalletta, poverissima di grassi e ricca di proteine, sali minerali e vitamine!

Alla fine, in ogni caso, dobbiamo renderci conto che le piante e gli insetti sono fondamentali per la nostra sopravvivenza e quella degli altri organismi. In natura, infatti, tutti i viventi sono collegati e interdipendenti tra loro. Nel caso di insetti particolarmente nocivi, bisogna adottare strategie adeguate e non controproducenti, che molto spesso è la natura stessa ad offrirci. Fonti fotografiche: https://www.ibs.it/ In stock/ https://www.euganeamente.it/ https://www.teleambiente.it/ .

.

Video su LOTTA BIOLOGICA:

Dante Iagrossi, Caiazzo