Si è conclusa la mostra su Leonardo alla Reggia di Venaria, nelle Scuderie Juvarriane. Non si conoscono ancora i dati sul numero di visitatori ma c’è stata una notevole affluenza, anche di scolaresche. Propongo la relazione sulla visita, fatta da una studentessa del triennio (Giulia …).
Il percorso di visita alla mostra delle scuderie Juvarriane celebra il mito Di Leonardo Da Vinci, nato nel 1452 nell’omonima città e morto ad Amboise, il 12 agosto del 1519, in Francia. Leonardo fu un personaggio straordinario, uno dei più grandi geni dell’umanità, talento universale e uomo d’ingegno del Rinascimento. Egli, infatti, si occupò dei più disparati campi dell’arte e della conoscenza in generale: fu ingegnere, scienziato, disegnatore; nonostante la sua esigua attività pittorica ci sono pervenuti una ricca produzione di appunti e disegni inerenti a problemi di anatomia, botanica, architettura, ingegneria, arti militari, geometria, idraulica.
L’allestimento della mostra è suddiviso in quattro aree, in ognuna delle quali si possono ammirare opere dell’artista e scienziato, provenienti da diverse collezioni, come la Biblioteca reale di Torino (in particolare la raccolta è il “Codice del Volo” e il nucleo completo di dodici fogli autografi del maestro), il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi a Firenze, la collezione Di Windsor Castle in Inghilterra.
La prima sezione, intitolata “Leonardo: il genio e il suo volto”, si apre con un video illustrativo e interpretativo di Piero Angela, focalizzato sulle caratteristiche e le problematiche legate alla sua fisionomia e al suo famosissimo Autoritratto, opera-simbolo e sicuramente la più famosa dell’artista. Si è cercato, infatti, di ricostruire, tramite tecniche moderne, il volto dello scienziato da giovane. L’”Autoritratto”, assieme agli altri disegni più importanti, si può osservare nella cosiddetta Macchina cimatrice, una sezione in cui è consentita la permanenza massima di 10 minuti. La tecnica è sanguigna su carta, ed è conservato abitualmente alla Biblioteca reale di Torino. Il disegno del celebre autoritratto, l’unico sicuro dell’artista, viene in genere datato 1515-16, quindi ai suoi ultimi anni di vita, quando viveva in Francia al servizio di Francesco I. L’opera mostra il volto di un uomo canuto, con lunghi capelli e lunga barba, calvo alla sommità della testa. I segni del tempo sono ben evidenti, con solchi lungo la fronte, attorno agli occhi e ai lati della bocca lungo le guance. I dettagli sono molto curati, sebbene una parte appaia come non finita, per dare l’effetto del cranio liscio e calvo. La seconda sezione, “Il volto di Leonardo tra realtà e mito”, contiene diversi suoi disegni con riferimenti mitologici e con studi anatomici, come per esempio “Ercole con il leone Nemeo”, in cui vi è un uomo nudo di spalle e davanti a lui un leone steso, appoggiato sulle zampe. Si nota l’abilità nel rendere le diverse parti anatomiche dell’uomo, che dà un’idea di sensibilità e di forza. L’aspetto sicuramente più importante che emerge dai disegni esposti alla mostra è anche la caratteristica principale del Leonardo disegnatore, ovvero la sua abilità nell’esprimere i “moti dell’animo”, le manifestazioni interiori di emozioni, raffigurando i volti. In particolare, nella Macchina cimatrice già citata prima, vi sono i suoi disegni più belli e famosi, come le due opere intitolate entrambe “Testa di vecchio”, raffiguranti il volto rugoso, leggermente imbronciato e non propriamente bello di un anziano con un naso aquilino. Sono presenti anche studi di volti di donna, come il disegno su carta bianca “Testa femminile”, datata 1485-90, conservato a Windsor, e il disegno di sanguigna su carta “Testa di fanciulla”, del 1508-10, custodito alla Biblioteca di Torino. È stato proprio quest’ultimo che mi ha particolarmente colpito per la sua bellezza e spontaneità: raffigura il volto di una ragazza dagli occhi pudicamente abbassati, quasi ad evitare lo sguardo dei propri ammiratori; l’ho apprezzato perché ritengo esprima grande dolcezza, purezza e femminilità. L’acconciatura, inoltre, mi ricorda le figure femminili di Botticelli e mostra la passione di Leonardo per le linee sinuose.
La mostra passa poi in rassegna una serie di opere dal XV al XX secolo che raccontano l’importanza e il consolidamento della fisionomia del Genio nell’arte antica e moderna, fino a quella contemporanea nella terza sezione, intitolata appunto “Il mito di Leonardo nell’arte contemporanea”, che si apre con il celebre omaggio resogli da Marcel Duchamp nella sua Gioconda con i baffi. Altro riferimento d’obbligo è il tema dell’Ultima Cena, con la ripresa di Andy Warhol, ma anche tanti altri protagonisti dell’arte recente come Spoerri, Nitsch, Recalcati, e il famosissimo fotografo David La Chapelle.
Vi è infine una quarta e ultima parte dedicata al mito di Leonardo nel cinema e nella televisione, con numerosi video riguardanti la descrizione delle opere.