Il covid-19 in cifre

Dalle discussioni in due classi di quindicenni sul coronavirus, sugli effetti di questa pandemia e sulla necessità di continuare ad adottare comportamenti e dispositivi di prevenzione, è emerso che un gruppo consistente di studenti e le loro famiglie ancora sottovalutano il rischio di ammalarsi di covid e sono scettici sulla necessità di iniziare/continuare a vaccinarsi.

Oltre la metà degli studenti sono vaccinati, come anche il resto delle loro famiglie dai quattordici anni in su, ma resiste in alcuni la “teoria del complottismo”. A sostegno delle loro idee portano notizie vaghe, ricavate soprattutto dai social, opinioni di sconosciuti o coetanei. Tanti sono incapaci di distinguere tra notizie affidabili fornite da associazioni e enti di ricerca internazionali, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, o nazionali (ad esempio Ministero ed Istituto Superiore di Sanità) e notizie provenienti dalla “galassia” Facebook o da ignoti partecipanti alle manifestazioni no vax e/o no green pass ai quali si dà fin troppo spazio sui media.

Anche sui numeri e sulle cause dei decessi segnalati a causa del covid-19, alcuni pensano che i dati sono sovrastimati oppure che la causa è dovuta ad altre malattie. Per loro e le loro famiglie non valgono i dati ufficiali (quelli non ufficiali, non verificati, non avvenuti in strutture ospedaliere in varie parti del mondo, sarebbero almeno il quadruplo secondo gli epidemiologi) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, al 7 novembre 2021 indicava:

Numero di persone ammalate nel mondo dall’inizio della pandemia: 251.063.629

Numero di morti totali nel mondo a causa del covid-19: 5.068.279

In Italia invece il Ministero della Salute alla stessa data forniva i seguenti dati:

Numero di persone positive e/o ammalate dall’inizio della pandemia: 4.826.738

Numero di persone morte: 132.551

Per molti che non hanno avuto lutti in famiglia o tra amici, direttamente riconducibili a questo coronavirus, anche questi dati dicono nulla, anzi ritengono che, se sono veri le loro cause sono dovute solo ad altre patologie. Immagino che sia la stessa cosa anche nelle loro famiglie, purtroppo. Chissà cosa pensano di quella maggioranza di persone che, nei Paesi in cui il vaccino è disponibile, si sono vaccinati con due dosi e stanno procedendo con la terza.

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https://www.raiplay.it/video/2021/11/Roberto-Burioni—Che-Tempo-Che-Fa-07112021-b514022e-bced-4433-8a0b-7dfa3deaf5b9.html

Programma Artemis: accordo fra USA e Italia

Poche settimane fa, il sottosegretario Riccardo Fraccaro della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a Palazzo Chigi, e l’amministratore delegato della NASA Jim Bridenstine, in collegamento internet hanno firmato un accordo di collaborazione sul programma Artemis per l’esplorazione della Luna. Si tratta del primo accordo degli USA per questo progetto con un Paese europeo.

La cooperazione tende a riportare l’uomo sulla Luna e, in prospettiva, si vogliono porre le basi per l’invio di una sonda con equipaggio umano su Marte. L’accordo rafforza una collaborazione già importante in passato e si vuole predisporre una base operativa sulla Luna per successive esplorazioni spaziali. Grande soddisfazione del governo italiano, dell’Agenzia Spaziale Italiana e delle aziende del settore aerospaziale, prima fra tutte Leonardo, guidata dall’amministratore delegato Alessandro Profumo. Per le industrie italiane del settore significa investimenti di circa un miliardo di euro e lavoro specializzato per ingegneri, fisici e chimici. L’impegno italiano sarà concentrato soprattutto nello sviluppo e nella costruzione di moduli abitativi lunari e telecomunicazioni. Per il sottosegretario Fraccaro, la firma dell’accordo, “è un riconoscimento ulteriore del ruolo del nostro Paese all’interno della missione Artemis, che porterà la prima donna sulla Luna e ha l’obiettivo di stabilire una presenza continua e autosufficiente sulla superficie lunare”. Approfondimenti sul programma Artemis. Video di MEDIA INAF. Crediti: https://www.nasa.gov/specials/artemis/

Covid-19 in Italia: mappa in tempo reale

covid-19-image     Oltre alla mappa interattiva della situazione internazionale della pandemia da covid-19, la Protezione Civile ha predisposto una mappa analoga per l’Italia.

     La mappa consente di essere aggiornati in tempo reale sulla diffusione geografica del coronavirus responsabile delle polmoniti virali che stanno causando tanti decessi. È riportata la situazione dei contagi, il numero delle guarigioni, quello dei decessi, in totale e per ciascuna Regione. I dati sono quelli forniti da Protezione Civile, Ministero della Salute e Regioni. In basso a destra della dashboard può essere effettuato il download dei dati.

Mappa e dashboard: Dipartimento della Protezione Civile. L’immagine in basso mostra i dati aggiornati ad oggi 09-04-2020, ma purtroppo sono in continua evoluzione. Covid-19-map-Italia

Folco Quilici: il naturalista, la passione, i documentari

Folco Quilici -I miei mari-     Naturalista appassionato di mare, scrittore e documentarista, Folco Quilici è morto oggi. Un regista specializzato in riprese sottomarine che una decina d’anni fa la rivista Forbes inserì tra le cento persone più influenti al mondo per i suoi documentari, i suoi film e i suoi libri.

     Numerose le pubblicazioni, i programmi (è stato il fondatore del programma RAI “Geo”, delle serie televisive “I viaggi di Cook”, “Alla scoperta dell’Africa”, “Alla scoperta dell’India”, “L’Italia vista del cielo”, ecc. ) realizzati e i riconoscimenti ricevuti, tra cui La Navicella d’Oro”, della Società Geografica Italiana, L’Orso d’argento al Festival di Berlino del 1957, il David di Donatello del 1972. Per saperne di più sulle opere:

https://it.wikipedia.org/wiki/Folco_Quilici 

     Tra i suoi libri: Sesto Continente”, “Cacciatori di navi”, “L’Italia vista dal cielo”, “Cielo verde”, “Tobruk 1940”, “Libeccio”, “La dogana del vento”, “Relitti e tesori”, “L’isola dimenticata”.

Qualche documentario:

Il mare (prima parte); Il mare (seconda parte); Geo ospita Folco Quilici; L’Italia vista dal cielo (Umbria); L’Italia vista dal Cielo (Lazio); La Sicilia vista da Folco Quilici (1970); L’Italia vista dal cielo (Molise e Abruzzo).

Nell’immagine, un best-seller degli Oscar Mondadori.

Indice di siccità dell’Italia

     Il 2017 per l’Italia si è rivelato uno degli anni più siccitosi e il secondo anno più caldo, da quando si registrano questi parametri. I dati degli esperti dell’European drought observatory sono allarmanti: nei primi sei mesi del 2017 è caduta metà della pioggia che cade normalmente e, i successivi quattro mesi, luglio, agosto, settembre e ottobre hanno peggiorato la situazione: di pioggia se n’è vista ben poca e solo in aree montane.

     Il livello d’allarme è rosso sia per le temperature che per la siccità, la vegetazione è in forte crisi per le mancate piogge e anche in questi giorni si lavora per spegnere gli incendi boschivi in Val di Susa. Eppure nel Bel paese ottobre e novembre dovrebbero essere i mesi più piovosi dell’anno.

     Le Regioni del Mezzogiorno sono quelle più minacciate dal rischio desertificazione nei prossimi decenni, ma il fenomeno interessa anche le Regioni centrali. La cartina in basso, relativa all’indice di siccità di qualche mese fa è stata pubblicata anche sul Corriere della Sera il 30 agosto scorso. I pochi (ma potenti) che ancora si ostinano a negare relazioni tra cambiamenti climatici in atto e attività umane che sfruttano smoderatamente le risorse energetiche fossili con conseguenti forti immissioni inquinanti nell’ambiente dovrebbero ricredersi. A questa situazione anomala purtroppo seguiranno, come già capitato negli ultimi decenni, fenomeni meteorologici intensi e devastanti. Vedi anche il bollettino siccità di ISPRA Ambiente. Indice_siccità_ago_2017

 

 

 

L’Assistenza sanitaria nel mondo

     Meno di un mese fa, la rivista “The Lancet” ha pubblicato uno studio internazionale (autore senior Christopher Murray) sull’accesso e la qualità delle cure sanitarie in 195 Paesi del mondo. Si tratta di uno dei pochi settori in cui l’Italia se la cava decisamente bene: l’accesso alle cure è garantito a tutti e le stesse sono mediamente di buon livello rispetto ad altri Stati, nonostante le significative differenze tra le nostre varie Regioni.

     L’elenco completo è consultabile alle pagine 8, 9, 10 e 11 della pubblicazione (28 MB), scaricabile dal sito : The Lancet. Le valutazioni sono basate su stime e dati di diversi indicatori sui rischi sanitari, patologie più diffuse, livello di accesso alle cure e qualità complessiva dell’assistenza. Lo studio ha riguardato un arco temporale di 25 anni, dal 1990 al 2015, perciò molto significativo e aggiornato.

     Stabilito 100 come valore massimo, ai primi posti di questa classifica che riguarda molto da vicino tutti, si trova la piccola Andorra (95), poi di seguito: Islanda (94), Svizzera (92), Svezia (90), Norvegia (90), Australia (90), Finlandia (90), Spagna (90), Olanda (90), Lussemburgo (89), Giappone (89), Italia (89), Irlanda (88), Austria (88), Francia (88), Belgio (88), ecc. L’Italia, quindi, su 195 Stati è in una buona decima posizione insieme a Lussemburgo e Giappone, meglio di tanti altri Paesi occidentali e soprattutto degli Stati Uniti.

     Proprio la posizione degli Stati Uniti è quella che stupisce di più (relativamente): pur avendo la maggiore spesa pro capite per la sanità, l’accesso alle cure di fatto negato a milioni di persone, colloca la Nazione più ricca e potente del mondo in una fascia intermedia con 81 punti, dietro Stati molto più poveri, come Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Portogallo, Grecia.

     Altro fatto evidente è il divario notevole tra nord e sud del mondo: molti Paesi africani, asiatici e centro-sudamericani hanno molte carenze in fatto di cure, assistenza e prevenzione delle malattie. Infatti agli ultimi posti si trovano Repubblica Centroafricana, Somalia, Afghanistan, Guinea Bissau, Ciad, Eritrea, Haiti, Guinea, Sud Sudan, DR Congo, Burundi, Niger ecc.

Amartya Sen, Premio Nobel per l’Economia nel 1998: “La sanità italiana è tra le migliori al mondo”.

Sanità italiana: evoluzione in 50 anni.

Gli indicatori del clima in Italia

Andamento_Temperatura_media     Da qualche mese l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha pubblicato l’XI rapporto della serie “Gli indicatori del clima in Italia”, relativo all’andamento climatico del 2015. Un rapporto ricco di dati e complesso da leggere nella sua interezza, con indicatori e indici climatici elaborati e diffusi da un altro ente ISPRA: il Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione dei dati Climatologici di Interesse Ambientale o SCIA. SCIA si avvale anche della collaborazione del Servizio Metereologico dell’Aeronautica Militare e della varie ARPA regionali italiane.

     Cosa si ricava dai dati del 2015? sostanzialmente una riduzione della quantità di pioggia annua (può sembrare paradossale in questi giorni di alluvione in alcune Regioni d’Italia, ma i dati complessivi dell’intero territorio italiano indicano una diminuzione della quantità di pioggia globale e quella che cade è sempre più associata a fenomeni estremi) e un aumento della temperatura media nelle varie aree del Paese.

     Gli autori della pubblicazione sono Franco Desiato, Guido Fioravanti, Piero Fraschetti, Walter Perconti, Emanuela Piervitali (ISPRA); Valentina Pavan (ARPA Emilia-Romagna). Scarica la pubblicazione (Pdf – 9 Mb) ISPRA Stato dell’Ambiente 65/2016.

Anomalia_Temp_media     Sulla temperatura, associata ai cambiamenti climatici in atto, si conferma un graduale e piccolo aumento di anno in anno. Temperature record sono state registrate dalle stazioni meteorologiche alpine e dell’Italia settentrionale in generale, con effetti devastanti sulle masse glaciali che nel periodo estivo si riducono sempre più senza riuscire a ripristinarsi in quello invernale.

     Le precipitazioni invece sono state inferiori agli anni precedenti in tutte le Regioni, tranne in Sicilia dove però sono state associate a fenomeni estremi che hanno portato molti danni e pochi benefici.

     Il grafico sull’andamento della temperatura media, globale e in Italia, e quello sull’anomalia dell’aumento del 2015 rispetto alla media del periodo 1961-1990 sono stati ricavati dal rapporto.  Nella cartina dell’Italia sono evidenti gli aumenti maggiori della temperatura media nel Nord e nel Centro della penisola. 

Carta del rischio sismico dell’Italia

Carta_rischio_sismico-1 

     Fino al 2003, il 45% del territorio italiano, corrispondente a quasi 3000 Comuni era stato classificato i tre categorie sismiche, dalla 1a, più grave, alla 3a caratterizzata da un rischio sismico minore.

     Nello stesso anno furono emanate nuove norme ( Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, sulla Gazzetta Ufficiale n. 105 del’8 maggio 2003), allineate a quelle di altri Paesi, che dettarono le basi per una nuova classificazione del rischio sismico per il territorio italiano. Le nuove norme hanno permesso di suddividere i comuni italiani in quattro categorie di rischio sismico, con la scomparsa del territorio “non classificato” e il suo inserimento nella zona 4:

Zona 1 – E’ la zona più pericolosa. Possono verificarsi fortissimi terremoti. Comprende territori situati in Regioni del Centro e Sud Italia: Umbria, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria e parte della Sicilia, oltre ad una zona ristretta del Friuli Venezia Giulia.

Zona 2 – In questa zona possono verificarsi forti terremoti.

Zona 3 – In questa zona possono verificarsi forti terremoti ma rari

Zona 4 – E’ la zona meno pericolosa, rappresenta i territori in grigio. I terremoti sono rari.

     Ad ogni zona è associato anche un determinato valore dell’accelerazione massima su roccia, utile per la progettazione di costruzioni antisismiche, sempre obbligatoria, tranne per i Comuni che ricadono nella zona 4, per i quali le Regioni possono prescrivere o meno l’obbligo della progettazione antisismica.

     La colorazione della Carta sismica proposta dalla Protezione Civile nel 2015 si basa su questi criteri e la colorazione più scura si riferisce ai territori con rischio maggiore (calcolato in base al PGA, Peak Ground Acceleration, cioè il picco di accelerazione al suolo).

Mappa della classificazione sismica del territorio italiano al 2015, in formato A3, stampabile. A cura dell’Ufficio Rischio Sismico e Vulcanico del Dipartimento della Protezione Civile.

Classificazione sismica dei Comuni italiani (2015), tabella in formato Excel.

Per approfondimenti:

http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/classificazione.wp .

Crediti immagine: Protezione Civile.

90 anni fa il dirigibile Norge sorvolò il Polo Nord

     Il 12 maggio del 1926, esattamente novant’anni fa il dirigibile Norge sorvolò il Polo Nord. Il Norge partì il 10 aprile 1926 dall’aeroporto Ciampino di Roma con la spedizione, ideata dall’italiano Umberto Nobile e dall’esploratore svedese Roald Amundsen, e dopo oltre un mese di viaggio con tappe in Inghilterra, Russia, Norvegia e isole Svalbard finalmente sorvolò la calotta polare artica in corrispondenza del Polo Nord. Era la prima volta che l’uomo raggiungeva il Polo Nord, prima c’erano stati tentativi infruttuosi via mare con le navi. Anche l’ultima zona inesplorata e sconosciuta del pianeta era stata raggiunta. Due giorni dopo il successo della spedizione, finanziata anche dal governo italiano, il Norge arrivò in Alaska e l’impresa ebbe grande risonanza sui mezzi di comunicazione internazionali dando prestigio all’Italia, alla sua Aeronautica e allo stesso Nobile.

     L’impresa fu possibile con un volo ininterrotto di oltre 5300 Km, dalle isole Svalbard all’Alaska e, successivamente, fu seguita da una controversia tra Nobile e Amundsen per stabilire chi avesse i meriti maggiori del successo della trasvolata.

     Nel 1928 ci fu una seconda spedizione italiana, condotta da Nobile con il dirigibile Italia che ripeté l’impresa partendo da Milano, attraversando altri Paesi europei e con la solita ultima tappa alle Svalbard. Durante il percorso di ritorno, prima delle Svalbard, il dirigibile Italia si schiantò sui ghiacci a causa di una forte tempesta. Ci furono morti e feriti, alcuni scomparvero senza essere mai più ritrovati. Nacque l’eroica storia della tenda rossa.

Per saperne di più: Dirigibile Norge; Umberto Nobile; Esplorazione dell’Artide;

Vari video storici:

Nobile e la tenda rossa (RAI Storia);

La tenda rossa (Ministero Difesa);

Colonna sonora“La tenda rossa” di Ennio Moricone; Semplicemente stupenda.

Video breve: La partenza del dirigibile Norge (RAI Storia);

Video: Amundsen e Nobile (1);

Video: Amundsen e Nobile (2).

Crediti immagini: https://it.wikipedia.org/wiki/Artide ; www.ilvideogiornale.it .

“Geologia per l’Italia” della Società Geologica Italiana

Geologia_Italia     Ci avviciniamo alla primavera che, come l’autunno, per l’Italia è una stagione critica per quanto riguarda i fenomeni di dissesto idrogeologico. Durante le emergenze, anche la geologia spesso dimenticata se non ignorata del tutto, ritorna alla ribalta e diventa importante.

     La Società Geologica Italiana, fondata nel 1881, ente morale dal 1885, ci ricorda che bisogna pensare al territorio anche durante il restante periodo dell’anno, attuando se possibile tutte pratiche necessarie a garantire la nostra sicurezza e quella dei nostri manufatti.

Non si tratta solo di una questione ambientale, in molti casi è una questione di vita o di morte, come dimostrano i numerosi fatti e misfatti idrogeologici che colpiscono quasi tutte le Regioni italiane.

     La pubblicazione circa due mesi fa di un piccolo grande libro in pdf da scaricare liberamente, sul sito della Società Geologica (http://www.socgeol.it/ ), vuole avvicinare l’opinione pubblica e gli amministratori della cosa pubblica a vari livelli al tema della sicurezza ambientale, alla geologia e alla pratica della prevenzione. “Geologia per l’Italia” (circa 65 MB) raccoglie in 60 pagine, ricche di schemi e disegni, concetti e contributi importanti per chi vuole conoscere la conformazione, la fragilità del nostro territorio e le pratiche da attuare per ridurre i rischi naturali ad esso connessi, spesso accentuati da comportamenti umani sbagliati e irrispettosi delle leggi della natura, superiori a quelle degli uomini. Non geologia dell’Italia ma per l’Italia. Con questo si vuole sottolineare l’importanza delle conoscenze geologiche e di comportamenti umani adeguati per evitare disastri, morti e sprechi di risorse.

Non mancano riferimenti alle risorse idriche ed energetiche, con richiami ad un loro uso sostenibile. Un libretto gradevole da leggere, per gli studenti direi indispensabile.

Tra le altre pubblicazioni:

I Rendiconti Online della Società Geologica Italiana, hanno lo scopo di lasciare una memoria degli argomenti trattati e dei lavori scientifici presentati. I testi sono pubblicati in italiano e/o in inglese.

Liberamente consultabili solo gli abstract, invece i testi completi sono accessibili ai soci della SGI, oppure agli altri utenti dietro compenso.

Geological Field Trips (GFT) invece è una rivista online che tratta di guide per escursioni geologiche, edita insieme all’ISPRA.

L’immagine è tratta da pag. 5 del libro segnalato.

Video RAI Edu: la formazione delle Alpi.

Video-inchiesta La7: Esempi di dissesto idrogeologico in Calabria e Campania .