Lo squalo nel piatto

Non si direbbe, ma tra i pesci più utilizzati al mondo a scopo alimentare ci sono gli squali. Da una parte c’è la pesca artigianale di sopravvivenza con canne e piccoli pescherecci lungo le coste africane ed asiatiche, dall’altra c’è la pesca industriale di grandi pescherecci ben attrezzati, che si spostano a centinaia o migliaia di chilometri dai porti di partenza di Cina, Indonesia, Vietnam, Thailandia e altri Paesi asiatici.

I motivi principali che portano a cacciare gli squali non sono quelli alimentari legati al consumo della loro carne, almeno per la pesca industriale su vasta scala.

La carne viene consumata stagionata o affumicata, soprattutto nei Paesi più poveri. Spesso viene anche spacciata per carne di specie diverse, tonno o pesce spada ad esempio. Gli esseri umani che vivono lungo le coste hanno cacciato e catturato squali da secoli, era una questione di sopravvivenza.

Oggi, il vero scopo della caccia allo squalo (scrivo di squali in generale, pesci cartilaginei o condroitti, anche se il pensiero di molti va a quello più famoso, protagonista di numerosi film, lo squalo bianco o Carcharodon carcharias) sono le pinne. Tanto che sui pescherecci industriali, come hanno documentato alcune immagini e alcuni filmati, gli squali una volta tirati a bordo, vengono privati delle pinne e il resto del corpo viene ributtato in mare.

Le pinne, per credenze popolari varie e a scopo alimentare, sono molto richieste nei Paesi asiatici. Mentre il consumo di pinne di squalo in Cina è calato negli ultimi decenni, nello stesso tempo è aumentato in altri Paesi (Thailandia, Vietnam, Indonesia), quindi la richiesta del mercato è ancora alta.

Il consumo della carne di squalo in molti Paesi invece spesso è frutto di frodi alimentari e il consumatore ne è inconsapevole. Ad esempio, secondo il WWF Italia, “L’ Italia è uno dei maggiori mercati al mondo per il consumo di carne di squalo. Molto  spesso si tratta di vere e proprie frodi alimentari, poiché nemmeno i consumatori sono consapevoli di mangiare carne di squalo. In particolare, sono tre le principali cause di frode alimentare: la commercializzazione scorretta di specie commerciabili per aumentarne il prezzo (ad esempio la verdesca venduta come pesce spada); specie protette illegalmente vendute sul mercato o specie protette vendute involontariamente, a causa di una scorretta identificazione.”

I dati della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, il cui quartier generale è a Roma) mostrano che la caccia allo squalo non è diffusa solo nei Paesi asiatici, a dimostrazione di un commercio globalizzato anche delle pinne di squalo. Dai dati ho ricavato il grafico sulle tonnellate di squali pescati ogni anno (media del periodo 2010-2018) dai primi dieci Paesi.

Curiosità gastronomica dall’Islanda: Hakarl, lo squalo putrefatto.

Video National Geographic sugli squali.

2020: Anno Internazionale della salute delle piante

2020_Anno_Piante    Il 2019 è stato l’anno in cui, per i numerosi incendi che hanno devastato vaste aree del Pianeta dal Sudamerica all’Australia, è stata distrutta la maggiore copertura forestale e vegetale di sempre.
Il problema della riduzione della superficie boschiva e della salute della piante però era emerso già da alcuni decenni. Tanto che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2020 “Anno Internazionale della salute delle piante”. L’evento è stato segnalato alla stampa anche lo scorso 2 dicembre a Roma dal Direttore Generale della FAO Qu Dongyu, sottolineando che “Le piante costituiscono la base della vita sulla Terra e sono il pilastro più importante della nutrizione umana. Ma non possiamo dare per scontato che le piante godano di buona salute”.
Secondo i dati della FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, il 40% circa della colture alimentari viene perso nelle vaire parti del mondo a causa di malattie e parassiti vari. Ma le piante formano gran parte del nostro cibo e riforniscono continuamente l’aria dell’ossigeno necessario anche alla nostra sopravvivenza oltre a quella degli altri animali.
La FAO pone l’accento anche alle perdite economiche darivanti dall’ammaloramento delle colture e dalla loro perdite: oltre 220 miliardi di dollari l’anno che determinano una carenza di cibo per centinaia di milioni di persone nelle regioni povere o in via di sviluppo del Pianeta.
In questo anno particolare, l’ONU vuole sensibilizzare i governi, gli amministratori a vari livelli, i ricercatori ma anche i comuni cittadini ad avere un ruolo più attivo nella prevenzione delle malattie e nella promozione della salute delle piante, meglio senza l’utilizzo di sostanze chimiche che hanno provocato danni all’ambiente e alla salute umana. Gli agricoltori sono invivati ad assumere corrette pratiche e metodi di coltura, rispettosi dell’ambiente, oltre che destinati a mantenere le piante in buona salute ed aumentare la produttività. Per raggiungere gli scopi, bisogna investire in ricerca, divulgazione fitosanitaria e tecniche innovative di coltivazione, specifiche e adeguate al tipo di suolo disponibile.
Crediti: FAO; Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali;
YouTube. I am plants

Grande muraglia verde contro la desertificazione

     Prendendo spunto dalla Grande Muraglia cinese, costruita a partire dal 215 a.C. dagli imperatori cinesi come strumento di difesa dalle invasioni dei popoli della steppa asiatica, alcune decine d’anni fa una ventina di Stati africani, sostenuti da FAO, Banca Mondiale, Unione Europea, Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo e per l’Ambiente e da diverse organizzazioni africane, hanno proposto un vasto sistema di aree verdi produttive lungo la fascia che va dalla costa atlantica africana al Mar Rosso a Sud del Sahara.

    Come la Grande Muraglia cinese, lunga circa 8.850 km e nel 1987 dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, anche questa muraglia verde il cui tracciato è indicato nell’immagine, dovrebbe estendersi per 8.000 km circa, con una larghezza di circa 10 km. I principali Stati interessati sono: Muritania, Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger, Nigeria, Ciad, Sudan, Eritrea, Etiopia, Gibuti.

     Il progetto mira a proteggere le popolazioni di questi e altri Paesi dalla crescente desertificazione, a migliorare le condizioni di vita nelle zone rurali e a preservare i paesaggi produttivi. L’iniziativa, se adeguatamente sostenuta, potrebbe anche costituire un capitolo importante di un più vasto progetto per ridurre il numero di migranti in partenza dall’Africa subsahariana verso l’Europa.

     Un progetto ambientale di tali proporzioni che, se messo in atto, rappresenterebbe anche un tassello delle tante iniziative messe in campo per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici che alcuni si ostinano a negare, contro ogni evidenza scientifica.

     Ma i dubbi sulla riuscita dell’iniziativa Grande Muraglia Verde sono diversi. Innanzitutto i tempi: il progetto stenta a procedere da alcuni anni. Inoltre, mettere a dimora un numero di piante necessarie a coprire oltre undici milioni di ettari di territorio, fare in modo che attecchiscano e si mantengano vive dedicando loro le necessarie cure è un’impresa mai realizzata prima. Senza considerare che il Sahara, il più esteso deserto del Pianeta, è un ecosistema a sé stante che si autoregola, forse per nulla “imbrigliabile” lungo una fascia di almeno 8.000 km.

     Il progetto potrebbe avere maggiori probabilità di successo se si puntasse al rinfoltimento delle specie vegetali autoctone già esistenti a ridotto della zona subsahariana, senza pensare a specie “produttive” e utili alle popolazioni locali in senso classico occidentale. Anche le specie autoctone favorirebbero alcune colture e, soprattutto, l’allevamento anch’esso vitale per le popolazioni di quelle aree. Inoltre avrebbero bisogno di meno acqua, perché il rischio principale è quello della morte delle giovani piante.

     Sono necessari svariati miliardi di dollari di investimenti e, purtroppo, non c’è certezza di piena riuscita dell’impresa. Non bastano i soldi, sono necessarie cure delle popolazioni locali, controllo di tecnici anche di Paesi terzi per evitare i fenomeni di corruzione, terrorismo e malaffare che hanno fatto fallire altre iniziative nei singoli Stati africani.

     Alcuni consigliano di puntare su numerosi progetti nei singoli Stati anziché su un unico grande progetto, più difficile anche da monitorare. Intanto il Sahel con le scarse piogge e le frequenti siccità e con i suoi 135 milioni di abitanti in forte incremento, aspetta e langue, esteso lungo il bordo meridionale del Sahara per oltre 5.000 km. Le sue popolazioni cercano in ogni modo di sopravvivere, anche affrontanto il grande deserto con le sue innumerevoli insidie per arrivare sulle coste del Mediterraneo. Quello che succede dopo sul mare nostrum è cronaca giornaliera da alcuni anni. Crediti immagine:  Forum meteo – Il Meteo.it

Giornata mondiale dell’alimentazione 2015

     La Giornata Mondiale dell’Alimentazione o GMA (World Food Day) ha avuto luogo la prima volta il 16 ottobre 1981 e si celebrerà ufficialmente anche domani 16 ottobre. L’evento è segnalato e favorito dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Anche le scuole di ogni ordine e grado sono invitate a favorire attività didattiche di formazione e sensibilizzazione sul tema, nodo centrale anche di EXPO 2015.

     Il tema proposto dagli organismi internazionali per le celebrazioni di quest’anno è “Protezione sociale e agricoltura per spezzare il ciclo della povertà rurale”. Appropriati programmi di protezione sociale e di contrasto all’abbandono delle zone rurali e all’urbanizzazione incontrollata, in alcuni Paesi hanno incominciato ad avere i loro effetti riducendo la povertà e l’incertezza alimentare. Senza adeguati sostegni, nel nostro caso anche per ridurre l’abbandono delle zone collinari e montane, aumenteranno le condizioni di precarietà di una parte della popolazione e l’instabilità dei territori con fenomeni di dissesto idrogeologico sempre più frequenti.

Per saperne di più: http://www.fao.org/world-food-day/home/it/

Mappa mondiale sull’alimentazione: http://www.fao.org/hunger/en/

La storia della GMA.

A questo link inoltre si possono scaricare le news del ministero dell’istruzione e l’allegato predisposto dalla FAO, che chiarisce efficacemente in forma di domande/risposte il senso del tema scelto per quest’anno.

Giornata mondiale dell’alimentazione 2014

giornata_alimentazione_2014-195x300     Come gli altri anni, fin dal 1981, questa giornata si celebrerà il 16 ottobre, ma quest’anno si intreccia con l’ anno internazionale dell’agricoltura familiare e con la preparazione dell’EXPO di Milano 2015, il cui tema è “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”.

Il tema della giornata è molto simile: “Nutrire il Mondo, preservare il Pianeta”.

Questi tre eventi rappresentano un segnale forte per richiamare l’attenzione sull’agricoltura, l’alimentazione delle varie popolazioni del mondo e sui loro problemi.

Lo spot della FAO relativo alla Giornata mondiale dell’alimentazione e all’agricoltura familiare, evidenzia il ruolo fondamentale di questo tipo di agricoltura nella sicurezza alimentare, nel mantenimento della biodiversità agricola e nella riduzione della povertà rurale.

Video relativo all’Anno Internazionale dell’Agricoltura familiare.

Per saperne di più: http://www.fao.org/family-farming-2014/en/ ;

http://www.fao.org/world-food-day/home/it/

http://www.expo2015.org/it

 

2014: Anno Internazionale dell’agricoltura familiare

     È stato proclamato dall’ONU per valorizzare il ruolo di questo tipo di agricoltura, spesso ecocompatibile, impegnata nella lotta contro la fame e per uno sviluppo sostenibile. Le famiglie che si occupano di agricoltura hanno ancora margini significativi di miglioramento della produzione, senza considerare il loro ruolo contro l’abbandono delle campagne, in particolare delle zone collinari e montane nelle varie parti del pianeta. La FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ha quantificato in oltre 500 milioni le aziende agricole a conduzione familiare nel mondo. Il Direttore Generale della FAO, oltre a considerare il ruolo nella sicurezza alimentare delle famiglie impegnate nelle coltivazioni agricole, ha sottolineato anche il loro importante ruolo nel “preservare il suolo e le risorse naturali”. Nel termine generale “risorse” rientra anche la conservazione della biodiversità animale e vegetale utilizzata nell’agricoltura.

     Ricordo che la FAO (Food and Agriculture Organization) venne costituita dall’ONU nel 1945 e ha la sua sede centrale a Roma. È impegnata per lo sviluppo agricolo, la sicurezza alimentare, nella lotta alla deforestazione, nell’assistenza ai Paesi in via di sviluppo, nelle battaglie per uno sviluppo sostenibile, nella conservazione del patrimonio genetico vegetale e animale. 

     Le iniziative che saranno messe in atto durante quest’anno vogliono anche segnalare il ritardo che le nazioni stanno accumulando per il raggiungimento degli otto obiettivi del millennio, fissati nel 2000 da 191 capi di stato e di governo. Il termine temporale fissato per il loro raggiunto è il 2015. Quali sono questi obiettivi?

1.      Sradicare la povertà estrema e la fame

2.      Rendere universale l’educazione primaria

3.      Promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne

4.      Ridurre la mortalità infantile

5.      Migliorare la salute materna

6.      Combattere l’AIDS, la malaria e le altre malattie

7.      Assicurare la sostenibilità ambientale

8.      Sviluppare una partnership per lo sviluppo

     La valorizzazione e il riconoscimento dell’agricoltura familiare può svolgere un ruolo importante per il raggiungimento di alcuni di questi obiettivi.

Per saperne di più: http://www.onuitalia.it/events/mdg_ob_08.php

http://www.fao.org/news/story/it/item/207558/icode/ 

 

Giornata mondiale dell’alimentazione

slogan_sprechialimentari      La giornata mondiale per l’alimentazione è stata fissata per oggi 16 ottobre 2013 anche per celebrare la fondazione della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Gli obiettivi sono la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui problemi riguardanti l’alimentazione e la fame nel modo e l’invito ad un corretto regime alimentare, senza sprechi ed eccessi.

Gli sprechi accertati nei Paesi ricchi del Pianeta e in quelli in via di sviluppo, contribuiscono a mantenere le differenze con chi non ha alimenti ed acqua necessari per una vita dignitosa. Il numero di persone che sulla Terra soffre la fame è stato quantificato dalla FAO tra 900 milioni e un miliardo.

Anche le scuole sono impegnate in questa campagna di informazione, sensibilizzazione e riduzione degli sprechi alimentari. L’Istituto Galilei-Costa di Lecce ha prodotto anche il poster e lo slogan raffigurati qui a sinistra.