Anche il nostro Istituto contro i cambiamenti climatici

“Come è già successo per moltissime altre specie, l’uomo è destinato a scomparire dal nostro pianeta. Inquina, incendia, costruisce dighe gigantesche, disbosca, uccide. Tutto questo modifica in pochi anni gli ambienti naturali, frutto dell’equilibrio raggiunto in milioni di anni. Le conseguenze sono molte, alcune già visibili, altre prevedibili. L’innalzamento della temperatura dell’atmosfera determinerà danni che si ripercuoteranno sia sugli ambienti che sugli esseri viventi” (Didier).

“A causa delle attività umane la Terra mostra i sintomi del suo malessere. Il problema dei ghiacciai è uno dei sintomi più evidenti. Lentamente si stanno sciogliendo e questo non causa soltanto l’innalzamento del livello dei mari e degli oceani ma crea squilibri nella vita degli esseri che vivono negli ecosistemi marini e terrestri. Ad esempio lo scioglimento dei ghiacci rende sempre più difficile la caccia degli orsi polari e molti di essi sono troppo magri per potersi riprodurre. Naturalmente molti pongono l’attenzione solo sui danni che possono esserci per l’uomo e le sue attività, per le sue città costiere. In Cina l’incidenza delle piogge di sabbia è dieci volte maggiore rispetto ai decenni scorsi. La pioggia vera deve essere provocata “sparando” sostanze chimiche nell’atmosfera, mentre altre zone del pianeta sono soggette ad alluvioni devastanti” (Eleonora).

“Le conseguenze delle attività umane e del consumo indiscriminato dei combustibili fossili sono numerose. Secondo gli scienziati, se si sciogliessero solo i ghiacci della Groenlandia il livello dei mari salirebbe di sette metri! L’eccessivo disboscamento determina ogni anno l’aumento delle aree desertiche e improduttive e l’impoverimento della biodiversità. Secondo me sono tutti problemi reali e poiché i cambiamenti non sono ancora irreversibili, dobbiamo fare qualcosa non solo a parole: servono fatti e impegni concreti. Nel nostro piccolo possiamo impegnarci nella riduzione dei rifiuti, nella raccolta differenziata, nel risparmio dell’acqua e dell’energia” (Miriam).

“Il surriscaldamento globale e l’effetto serra provocati dalle emissioni in atmosfera della CO2 e di altri gas ha raggiunto valori allarmanti per tutti. Come è stato già fatto da molti Stati per la riduzione dei clorofluorocarburi (cfc) responsabili della distruzione dell’ozono sull’Antartide, allo stesso modo sono necessari impegni per arrestare e invertire la tendenza verso questo riscaldamento globale. I vari gas provenienti dai combustibili fossili formano nuvole di inquinanti che si spostano con i venti su tutto il pianeta. Non esistono zone della Terra al riparo dagli effetti dell’inquinamento e del riscaldamento generale. Quest’ultimo problema è evidente anche in Italia: i ghiacciai delle Alpi sono sempre più ridotti e con loro diminuiscono anche le nostre riserve di acqua dolce” (Davide).

“Tempeste di sabbia, alluvioni catastrofiche, desertificazioni, incendi, in parte sono fenomeni naturali ma in molti altri casi sono le conseguenze degli errori dell’uomo. È necessario un ritorno a comportamenti sostenibili per l’ambiente che portino ad una riduzione delle sostanze inquinanti. Noi possiamo iniziare dalle piccole cose, dai comportamenti quotidiani ma gli Stati, i vari Enti territoriali, le grandi industrie devono orientarsi decisamente verso lo sviluppo e l’utilizzo di fonti energetiche alternative se vogliamo rendere più pulito il pianeta” (Roberta).

“Per l’ambiente, i cambiamenti climatici sono il problema principale degli ultimi anni. Acque sempre più calde, piogge sempre più acide, terreni sempre più aridi, inquinati e meno produttivi. Si tratta di problemi globali sui quali intervenire in modo deciso tutti” (Cristina).

“Stiamo andando verso la rovina. Le cause sono diverse, soprattutto l’inquinamento prodotto dalle attività umane: industrie, auto, impianti di riscaldamento e raffreddamento delle case. Per le auto da qualche anno ci sono sforzi nella costruzione a prezzi competitivi di motori a basse emissioni inquinanti. Ancora molto rimane da fare negli altri settori. Soprattutto per quanto riguarda l’uso del carbone in molte parti del mondo” (Francesco).

“L’emissione di anidride carbonica, dannosa per l’atmosfera, è aumentata e continua ad aumentare. Senza rinunciare al benessere raggiunto, dovremmo prendere esempio dai comportamenti dei nostri nonni o da quelli di alcune popolazioni non ancora industrializzate: ridurre gli sprechi, utilizzare prodotti naturali e non sfruttare oltre il limite della sostenibilità ambientale le risorse della Terra. Penso ad esempio alla pesca indiscriminata con le reti di fondale estese per decine di kilometri” (Ilenia).