Prosegue l’onda del covid-19

Il governo ha deciso di trasmettere i dati relativi alla diffusione del covid-19 non più giornalmente, ma settimanalmente. Anche per questo nella popolazione la percezione della diffusione del virus e della sua pericolosità si è affievolita. I dispositivi di prevenzione personale, mascherine e disinfettante, sono utilizzati sempre meno, anche nelle situazioni di sovraffollamento. Parlare di meno della malattia e della sua pericolosità ha tranquillizzato fin troppo la popolazione, anche quella scolastica: personale docente, ATA e studenti. Ma il virus rimane e circola più di prima, sia perché le ultime varianti sono molto contagiose sia perché la popolazione si protegge di meno e perché le stagioni autunnali e invernali che ci costringono a passare più tempo al chiuso e in spazi ravvicinati.

Negli istituti scolastici che conosco sono aumentate le assenze per malattia degli adulti e degli studenti. Anche diversi studenti hanno contratto bronchiti e polmoniti causate da questo virus e si assentano per periodi prolungati.

Sono in aumento anche i casi di ricovero nei reparti ordinari degli ospedali e quelli nella terapia intensiva, a causa del covid. I decessi settimanali causati direttamente dal covid, in Italia sono oltre cinquecento. Contrariamente alla percezione di assenza di rischio o scarso rischio da parte di molte persone, c’è ancora bisogno di molta, molta prudenza. La mascherina continuo a tenerla indossata nei luoghi affollati, negli ipermercati, sui mezzi di trasporto pubblici, nelle classi. Crediti grafico: Internazionale n. 1488 del 25-11-2022.

Il covid-19 in cifre

Dalle discussioni in due classi di quindicenni sul coronavirus, sugli effetti di questa pandemia e sulla necessità di continuare ad adottare comportamenti e dispositivi di prevenzione, è emerso che un gruppo consistente di studenti e le loro famiglie ancora sottovalutano il rischio di ammalarsi di covid e sono scettici sulla necessità di iniziare/continuare a vaccinarsi.

Oltre la metà degli studenti sono vaccinati, come anche il resto delle loro famiglie dai quattordici anni in su, ma resiste in alcuni la “teoria del complottismo”. A sostegno delle loro idee portano notizie vaghe, ricavate soprattutto dai social, opinioni di sconosciuti o coetanei. Tanti sono incapaci di distinguere tra notizie affidabili fornite da associazioni e enti di ricerca internazionali, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, o nazionali (ad esempio Ministero ed Istituto Superiore di Sanità) e notizie provenienti dalla “galassia” Facebook o da ignoti partecipanti alle manifestazioni no vax e/o no green pass ai quali si dà fin troppo spazio sui media.

Anche sui numeri e sulle cause dei decessi segnalati a causa del covid-19, alcuni pensano che i dati sono sovrastimati oppure che la causa è dovuta ad altre malattie. Per loro e le loro famiglie non valgono i dati ufficiali (quelli non ufficiali, non verificati, non avvenuti in strutture ospedaliere in varie parti del mondo, sarebbero almeno il quadruplo secondo gli epidemiologi) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, al 7 novembre 2021 indicava:

Numero di persone ammalate nel mondo dall’inizio della pandemia: 251.063.629

Numero di morti totali nel mondo a causa del covid-19: 5.068.279

In Italia invece il Ministero della Salute alla stessa data forniva i seguenti dati:

Numero di persone positive e/o ammalate dall’inizio della pandemia: 4.826.738

Numero di persone morte: 132.551

Per molti che non hanno avuto lutti in famiglia o tra amici, direttamente riconducibili a questo coronavirus, anche questi dati dicono nulla, anzi ritengono che, se sono veri le loro cause sono dovute solo ad altre patologie. Immagino che sia la stessa cosa anche nelle loro famiglie, purtroppo. Chissà cosa pensano di quella maggioranza di persone che, nei Paesi in cui il vaccino è disponibile, si sono vaccinati con due dosi e stanno procedendo con la terza.

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https://www.raiplay.it/video/2021/11/Roberto-Burioni—Che-Tempo-Che-Fa-07112021-b514022e-bced-4433-8a0b-7dfa3deaf5b9.html

Quando ci sarà la disponibilità dei vaccini su vasta scala?

The Economist, circa tre mesi fa, in base al numero di vaccini in produzione nelle diverse aziende farmaceutiche che lo hanno sperimentato, ha elaborato una mappa mondiale sui tempi della disponibilità di massa dei vaccini anti covid-19. Si tratta di una stima che consente di prevedere quando si potrà arrivare all’immunità generale verso le gravi patologie associate a questo nuovo virus.

La mappa stima i tempi della disponibilità dei vaccini ma non considera le carenze logistiche e sanitarie di alcuni Paesi, soprattutto africani, che potrebbero ritardare ulteriormente la somministrazione dei vaccini, anche se disponibili. La mappa è stata anche ripresa dalla rivista “Internazionale”, nell’articolo “La diplomazia dei vaccini”, di Thomas J. Bollyky, The Atlantic, Stati Uniti.

Appare evidente che:

Stati Uniti e Paesi europei disporranno di vaccini su vasta scala, adeguati a vaccinare tutta la popolazione, entro la fine del 2021;

Molti altri Paesi (Canada, Messico, Brasile, Perù, Argentina, Cile, Sudafrica, Russia, Turchia, Australia, …) disporranno di un adeguato numero di vaccini entro la metà del 2022;

Dovranno attendere invece la fine del 2022, Marocco, Egitto, Etiopia, Iran, Mongolia, Cina, India, … Questi ultimi due anche a causa dell’elevato numero di abitanti (quasi 1,4 miliardi l’India, ancora di più la Cina);

La stragrande maggioranza dei Paesi africani, ma anche molti del sudest asiatico, del centro e sud America e dell’Asia centrale, avranno la disponibilità di vaccini per tutta la popolazione solo nella prima metà del 2023.

Quindi, per arrivare ad un’immunità globale contro questo virus, occorreranno almeno due anni, considerando che probabilmente come gli altri virus influenzali che colpiscono le vie respiratorie bisognerà modificare e somministrare il vaccino ogni anno. Crediti: Internazionale 1405 del 16 aprile 2021, una rivista che raccoglie settimanalmente il meglio dei giornali di tutto il mondo. https://www.internazionale.it/ .

Nature e i 10 protagonisti della Scienza del 2020

Anche quest’anno la prestigiosa rivista “Nature” ha pubblicato una lista dei dieci personaggi della Scienza che, secondo il giudizio della sua redazione, hanno caratterizzato questo disastroso 2020 che si è concluso, anche se viene precisato che le imprese scientifiche sono sempre il risultato di lavori di gruppo.

L’anno è stato funestato a livello mondiale dalla pandemia del covid-19 e, di conseguenza, anche i personaggi più in vista nel settore scientifico sono quelli che si sono occupati di contrastare e arginare questo grave problema non ancora risolto.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore della World Health Organization (Who, Organizzazione Mondiale della Sanità). Nonostante le critiche, a volte feroci, che gli sono state rivolte dal presidente Trump e da daltri personaggi, secondo la rivista si è trovato a gestire la più grave crisi sanitaria mondiale degli ultimi cento anni e lo ha fatto insistendo sulla prevenzione della diffusione per tutti i Paesi e sulla necessità di prevedere farmaci e vaccini anche per gli Stati più poveri.

Verena Mohaupt, coordinatrice del Multidisciplinar drifting Observatory for the Study of Arctic Climate (Mosaic), dal 2019 studia sul campo gli effetti del cambiamento climatico sull’ecosistema polare. Siamo in un settore scientifico completamente diverso ma caratterizzato da mutamenti che potrebbero influire sul Pianeta e sulla popolazione mondiale per secoli, se non si interviene per contrastare le cause dei cambiamenti climatici. Ha lavorato per mesi insieme ai pochi colleghi tra i ghiacci del mar glaciale artico, in condizioni di difficoltà estreme, raccogliendo dati che confermano le gravi conseguenze del surriscaldamento globale.

– Gonzalo Moratorio, virologo uruguayano dell’Università di Montevideo. Ha progettato un test per l’individuazione del coronavirus covid-19 e ha predisposto un programma per tracciare la diffusione della pandemia in Uruguay e isolare i positivi. Con risultati eccellenti: solo 87 morti, su una popolazione di circa 3 milioni e mezzo di abitanti. In Italia siamo a circa 68.000 morti su una popolazione di 60 milioni.

– Adi Utarini, esperta di sanità pubblica dell’università di Gadjah Mada University, in Indonesia. Si è occupata della lotta alla malattia dengue che nel mondo ogni anno colpisce circa 400 milioni di persone con 25 mila morti. Ha messo in atto sperimentazioni e strategie in grado di sconfiggere la malattia, motivando e coinvolgendo la popolazione che ha accettato la sperimentazione.

– Kathrin Jansen, direttrice del dipartimento vaccini di Pfizer. È la responsabile, l’ideatrice, insieme al suo gruppo, del primo vaccino a Rna della storia e del primo vaccino contro il Covid approvato dagli enti di controllo statunitensi, britannici ed europei. Sicuramente a breve ne saranno approvati altri, che non hanno bisogno di essere conservati a -70 °C. Ma il vaccino della Pfizer è innovativo sotto tutti i punti di vista e, oltre a combattere il covid-10, può aprire strade per vaccini contro altre patologie. Senza considerare i tempi di preparazione, sperimentazione e produzione, molto più brevi rispetto agli altri vaccini del passato. La Pfizer inoltre, ha prodotto alcuni anni fa anche il vaccino antipneumococcio più venduto al mondo.

– Zhang Yongzhen, il virologo cinese che per primo ha individuato la sequenza del genoma del virus covid-19 e l’ha pubblicata l’11 gennaio 2020. Nonostante il divieto del governo cinese di pubblicare informazioni su quella nuova epidemia. I suoi lavori e le successive strategie di individuazione dei positivi e del loro isolamento hanno contribuito ad arginare la diffusione della pandemia in una Stato di circa 1,5 miliardi di persone.

– Chanda Prescod-Weinstein, è una ricercatrice che si occupa di astrofisica, in particolare è impegnata (sempre insieme al suo gruppo di ricerca) nella comprensione della struttura della materia oscura dell’Universo. Ha anche dato il via ad una diffusa campagna online per chiedere alle Istituzioni dei Vari Paesi di affrontare il problema del razzismo nella Scienza e nella Società.

– Li Lanjuan, l’epidemiologa cinese che ha consigliato al governo di chiudere del tutto la città di Wuhan (11 milioni di abitanti), il primo grande focolaio dell’epidemia da covid-19. Chiusura durata 76 giorni che è stata estesa a tutta la provincia (100 milioni di abitanti). Una mossa vincente che ha consentito di controllare e bloccare la diffusione del virus, anche se è stato necessario militarizzare le città. Ricordiamo poi che in quella provincia sono stati in grado di costruire ospedali attrezzati per migliaia di malati in 10 giorni! La studiosa è diventata uno dei simboli nazionali della lotta alla pandemia.

– Jacinda Ardern, primo ministro neozelandese. Favorita anche dall’isolamento geografico della Nuova Zelanda e dalla scarsa densità di popolazione, la Ardern annunciò, motivò brillantemente e propose rigorose misure di isolamento per i cittadini e soprattutto per tutti coloro che arrivavano dall’estero. Una strategia risultata vincente nel contrasto alla diffusione del covid-19: solo 25 morti per covid, su circa 5 milioni di abitanti.

– Anthony Fauci, una celebrità anche in Italia. Capo del National Institute of Allergy and Infectious Disease (Naid) degli Stati Uniti, ha fornito la sua consulenza a sei Presidenti del più potente Paese del mondo. Per l’opinione pubblica statunitense e mondiale è lo specialista del contrasto ai virus e ai microrganismi in generale. Ma soprattutto colui che comunica al pubblico la situazione pandemica degli Stati Uniti e del mondo senza nasconderla, colui che ha contrastato le incaute e sciocche dichiarazioni del suo Presidente Trump, sull’inesistenza del virus prima, e poi sull’inefficacia delle mascherine e sulla lotta a base di disinfettanti vari da iniettare per via endovenosa! Un baluardo della Democrazia e della Scienza contro il negazionismo più pericoloso (perché portato avanti da un potente capo di Stato), preso ad esempio anche da alcuni altri governanti oltre che da una parte della popolazione statunitense e del resto del mondo. Crediti: Nature; Wired; wikipedia (immagini).

Condizioni meteorologiche e diffusione del Covid-19

Sappiamo che temperatura e umidità sono fattori determinanti per la diffusione delle goccioline di saliva contenenti i virus, in particolare il SARS-CoV-2. Quindi i periodi autunnali, primaverili e invernali sono decisamente più favorevoli alla diffusione di questo virus e al rischio di contagio. D’altra parte durante questi periodi si passa più tempo al chiuso rispetto all’estate.

REGOLE ANTI COVID-19

Uno studio pubblicato sulla rivista “Physics of Fluids” fornisce un’ulteriore conferma: le condizioni meteo caratterizzate da bassa temperatura ed elevata umidità favoriscono la sospensione nell’aria delle microscopiche gocce di saliva cariche di virus (se presente) emesse durante l’espirazione. Una maggiore permanenza nell’aria, soprattutto in ambiente poco arieggiato, aumenta la probabilità di contagio.

Lo studio, simulando diverse situazioni di umidità, temperatura e ventilazione ambientale, ha verificato che anche la possibilità di “sopravvivenza” del virus aumenta con basse temperature, elevata umidità e scarsa ventilazione. Nell’abstract si legge che “Quanto sopra potrebbe spiegare l’aumento dei casi di CoV in molte città affollate intorno alla metà di luglio (ad esempio, Delhi), dove i valori di alta temperatura e umidità relativa sono stati registrati un mese prima (nel mese di giugno)”.

Viene così confermato il rischio di una seconda ondata e un aggravamento della pandemia in atto, per quest’autunno e l’inverno prossimo. Purtroppo.

Mai abbassare la guardia, quindi. Le regole di prevenzione sono sempre valide e necessarie: utilizzare sempre la mascherina, anche all’aperto se si è in gruppo, mantenere il distanziamento sociale di almeno un metro e attuare la regolare pulizia ed igienizzazione delle mani! A scuola, almeno ad ogni cambio d’ora, aprire il più possibile le finestre. Crediti immagine: www.istockphoto.com .

Lettera aperta di 100.000 medici italiani

Medici-terapia-intensiva     Una settimana fa, 100.000 medici italiani hanno inviato una lettera aperta al Ministro della Salute Roberto Speranza. Una lettera di allarme e richiesta di supporto, di indicazioni sanitarie e di appelli. Ad oggi sono circa 150 i medici morti a causa del covid-19, senza considerare gli altri operatori sanitari. 

«Siamo un gruppo di circa 100.000 medici, di tutte le specialità e di tutti i servizi territoriali e ospedalieri sparsi per tutta Italia, nato in occasione di questa epidemia, che da quasi 2 mesi ormai, sta scambiando informazioni sull’insorgenza della malattia causata dal Coronavirus, sul come contenerla, sul come fare, a chi rivolgersi, come orientare la terapia, come e quando trattarla. Siamo pressoché giunti alle stesse conclusioni: i pazienti vanno trattati il più presto possibile sul territorio, prima che si instauri la malattia vera e propria, ossia la polmonite interstiziale bilaterale, che quasi sempre porta il paziente in Rianimazione.

Dagli scambi intercorsi e dalla letteratura mondiale, si è arrivati a capire probabilmente la patogenesi di questa polmonite, con una cascata infiammatoria scatenata dal virus attraverso l’iperstimolazione di citochine, che diventano tossiche per l’organismo e che aggrediscono tutti i tessuti anche vascolari, provocando fenomeni trombotici e vasculite dei diversi distretti corporei, che a loro volta sono responsabili del quadro variegato di sintomi descritti. I vari appelli finora promossi da vari Organismi e Organizzazioni sindacali, che noi abbiamo condiviso appieno, sono stati rivolti a chiedere i tamponi per il personale sanitario, a chiedere i dispositivi di sicurezza per tutti gli operatori, che spesso hanno sacrificato la loro vita, pur di dare una risposta ai pazienti, non si sono tirati indietro, nessuno. Proprio per non vanificare l’abnegazione di medici e personale sanitario, oltre ai dispositivi di Protezione e ai tamponi, chiediamo di rafforzare il Territorio, vero punto debole del Servizio Sanitario Nazionale, con la possibilità per squadre speciali, nel decreto ministeriale del 10 Marzo, definite Usca, unità speciale di continuità assistenziale.

Le unità dovrebbero essere attivate immediatamente in tutte le Regioni, in maniera omogenea, senza eccessiva burocrazia, avvalendosi dell’esperienza di noi tutti nel trattare precocemente i pazienti, anche con terapie off label, alcune delle quali peraltro già autorizzate dall’ Aifa. Siamo giunti alla conclusione che il trattamento precoce può fermare il decorso dell’infezione verso la malattia conclamata e quindi arginare, fino a sconfiggere l’epidemia. Il riconoscimento dei primi sintomi , anche con tamponi negativi (come abbiamo avuto modo di constatare nel 30% dei casi) è di pura pertinenza clinica, e pertanto chiediamo di mettere a frutto le nostre esperienze cliniche, senza ostacoli burocratici nel prescrivere farmaci, tamponi, Rx e/o TC, ecografia polmonare anche a domicilio, emogasanalisi, tutte cose che vanno a supportare la Clinica, ma che non la sostituiscono. Lo chiediamo, indipendentemente dagli schieramenti politici e da posizioni sindacali, lo chiediamo come medici che desiderano ed esigono di svolgere il proprio ruolo attivamente e al meglio, dando un contributo alla collettività nell’interesse di tutti. Lo chiediamo perché tutti gli sforzi fatti finora col distanziamento sociale, non vadano perduti, paventando una seconda ondata di ricoveri d’urgenza dei pazienti tenuti in sorveglianza attiva per 10-15 giorni, ma che non sono stati visitati e valutati clinicamente e che ancora sono in attesa di tamponi. La mappatura di questi pazienti, asintomatici o paucisintomatici, e di tutti i familiari dei casi conclamati è oltremodo indispensabile per non incorrere in un circolo vizioso, con ondate di ritorno dei contagi appena finirà il ” lock down”» 

Covid-19 in Italia: mappa in tempo reale

covid-19-image     Oltre alla mappa interattiva della situazione internazionale della pandemia da covid-19, la Protezione Civile ha predisposto una mappa analoga per l’Italia.

     La mappa consente di essere aggiornati in tempo reale sulla diffusione geografica del coronavirus responsabile delle polmoniti virali che stanno causando tanti decessi. È riportata la situazione dei contagi, il numero delle guarigioni, quello dei decessi, in totale e per ciascuna Regione. I dati sono quelli forniti da Protezione Civile, Ministero della Salute e Regioni. In basso a destra della dashboard può essere effettuato il download dei dati.

Mappa e dashboard: Dipartimento della Protezione Civile. L’immagine in basso mostra i dati aggiornati ad oggi 09-04-2020, ma purtroppo sono in continua evoluzione. Covid-19-map-Italia

Covid-19: Raccomandazioni del Ministero della Salute

Covid-19 virus1) Lavati spesso le mani con acqua e sapone o con gel a base alcolica
2) Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
3) Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani
4) Copri bocca e naso con fazzoletti monouso quando starnutisci o tossisci. Se non hai un fazzoletto, usa la piega del gomito.
5) Non prendere farmaci antivirali né antibiotici senza la prescrizione del medico
6) Pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
7) Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o se assisti persone malate
8) I prodotti made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi
9) Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo Coronavirus
10) In caso di dubbi non recarti subito al Pronto Soccorso: chiama il tuo medico di famiglia e segui le sue indicazioni.

Per mantenersi informati correttamente: Pagina del Ministero della Salute dedicata al nuovo coronavirus.

Mappa aggiornata sulle infezioni da coronavirus COVID-19

Covid-19 map

La Johns Hopkins University School of Medicine  (Istituto universitario privato) di Baltimora nel Maryland, con un sistema informativo geografico, ha prodotto una mappa dettagliata che si aggiorna continuamente in automatico in tempo reale sulle registrazioni di nuovi contagi e decessi causati dal coronavirus COVID-19 (è il nome stabilito dall’OMS).
La mappa presenta anche tre colonne che riportano i singoli Paesi con il numero di casi infetti confermati, il numero di decessi accertati a causa del coronavirus e il numero delle persone guarite. La realizzazione è stata possibile con l’applicazione ArcGIS Data Store che semplifica la configurazione dell’archiviazione dei dati per il server di hosting utilizzato con il portale ArcGIS Enterprise. Vai alla mappa aggiornata.
Crediti immagine: gisanddata.maps.arcgis.com.