Non è una condanna della scienza

Aquila_sentenza-300x258      Pur non conoscendo le motivazioni della sentenza (credo che non siano ancora state pubblicate) del tribunale de L’Aquila sulla condanna dei membri della Commissione Grandi Rischi, dopo qualche settimana, a mente fredda, si può fare qualche considerazione.

Innanzitutto è assolutamente improprio il paragone fatto su qualche sito e quotidiano statunitense o giapponese con la vicenda di Galileo. Credo che nessuno dei componenti della Commissione condannata abbia azzardato un simile paragone: quella di Galileo di 400 anni fa era un diverso modo di interpretare la realtà, il nostro pianeta, il Sistema solare di cui fa parte e l’intero Universo. Quella di oggi è una storia scaturita probabilmente dalla superficialità di qualche membro della commissione e/o di qualche funzionario che ha redatto il comunicato stampa incriminato, senza valutarne bene il contenuto e i termini utilizzati. La Commissione si riunì il 31 marzo 2009, una settimana prima del catastrofico sisma. Doveva valutare l’opportunità o meno di allertare la popolazione su eventuali, concreti rischi di forti scosse. Il risultato era stato una rassicurazione generale della popolazione, un invito inopportuno alla calma con la segnalazione dell’improbabilità di scosse di maggiore magnitudo e perciò devastanti. Purtroppo non andò così.

In altre condizioni, in altre Regioni d’Italia, rassicurazioni e posizioni caute di questo tipo a breve termine hanno funzionato: le numerose scosse di media e bassa magnitudo hanno rappresentato una liberazione graduale e continua di energia elastica accumulata dai margini delle faglie che hanno evitato scosse più forti. Ma non sempre è stato così nella storia degli eventi sismici, anche scosse ripetute di media magnitudo possono essere premonitrici dell’arrivo di una scossa forte o fortissima. Questo dipende da quanta energia è stata accumulata nel tempo, per scorrimento o per attrito nelle rocce del sottosuolo. Quanta sia quest’energia e qual è il punto critico di rottura di quelle particolari formazioni rocciose, oltre il quale si libera la scossa principale, non possiamo saperlo. In base alle conoscenze scientifiche attuali nessuno può saperlo. Non abbiamo gli strumenti tecnici, né modelli matematici per prevedere quando in una determinata area sismica ci sarà una scossa di magnitudo devastante per la popolazione e le costruzioni.

La stessa classificazione delle numerosissime aree sismiche del pianeta non è precisa, non lo è neanche quella italiana: si basa sugli eventi sismici che ci sono stati nel passato più o meno recente. La situazione geologica della Terra però è mutevole, i suoi fenomeni endogeni sono prevedibili solo in parte, non si può prevedere dove e quando si creerà una nuova faglia.

I componenti della Commissione non potevano prevedere quando ci sarebbe stata una scossa molto più forte delle solite. Nello stesso tempo, per gli stessi motivi d’incertezza e incompleta conoscenza dei fenomeni sismici e dell’entità delle forze che li determinano nel sottosuolo, non si poteva rassicurare la popolazione e gli amministratori cui spetta prendere decisioni, affermando che la forte scossa era improbabile o, peggio, non ci sarebbe stata.

Probabilmente la Commissione è stata condannata (ricordo che è solo il primo grado di giudizio) proprio su questo punto della comunicazione. Quindi la sentenza non riguarda i due massimi Sistemi: tolemaico e copernicano. Che poi, per un difetto di comunicazione di questo tipo sia stata data una pena eccessiva (sei anni di reclusione), è certo. In Italia chi ruba grandi patrimoni o specula sui materiali di costruzione che causano il crollo degli edifici, che sono la vera causa delle morti durante un sisma, spesso resta impunito e magari ride anche sulle disgrazie altrui. Purtroppo.

Uomini di scienza e tecnici dovevano dare informazioni più precise e complete, con un’analisi del rischio che contemplasse le varie possibili conseguenze dello sciame sismico che da settimane interessava l’Abruzzo. Non cattiva scienza e cattivi scienziati quindi, ma cattiva comunicazione. Probabilmente il tono rassicurante del comunicato stampa della Commissione è stato influenzato dall’allarme dato negli stessi giorni da Giampaolo Giuliani (vedi post).

Sarà interessante leggere con attenzione le motivazioni di una sentenza che ha fatto comunque scalpore nel mondo. Senza chiarimenti sui comportamenti e sulle responsabilità di tecnici, scienziati e amministratori, si potrebbe incappare per il futuro in facili allarmismi ad ogni minima scossa.