Catastrofi naturali ed estinzioni di massa

     La mostra “Estinzioni. Storie di catasfrofi e altre opportunità”, del Museo della Scienza (Muse) di Trento, consente una riflessione sulla ricerca scientifica riferita ai grandi temi ambientali dell’attualità e sulle grandi catastrofi che si sono verificate nella storia del nostro pianeta. In particolare sono stati considerati cinque nuclei tematici sulle grandi estinzioni degli ultimi 500 milioni di anni, accertate dalle ricerche paleontologiche su diverse aree della Terra: a) concetto di fossili e reperti fossili esposti, con le principali biodiversità del passato; b) caratteristiche di cinque grandi estinzioni; c) focus su mammut, tigri dai denti a sciabola, bisonti delle steppe; d) vicende evolutive del genere “Homo”; e) L’Antropocene, l’era dell’Homo sapiens.

     Nello schema “Mass extinsion” a sinistra, sono rappresentate sette grandi estinsioni:

1. Cambriano-Ordoviciano, avvenuta circa 480 milioni di anni fa.

2. Ordoviciano-Siluriano, di 440 milioni di anni fa, causa probabile: imponenti glaciazioni. Nell’immagine (crediti: Understanding Evolution ), un esempio di fossili di trilobiti (philum degli Artropodi), organismi marini diffusissimi in questo periodo, di varie dimensioni: alcuni piccolissimi, altri grandi e corazzati.

3. Devoniano -Carbonifero, circa 360 milioni di anni fa, con la scomparsa dell’80% almeno delle specie. Causa probabile: impatto di numerosi asteroidi (?) nell’arco di qualche milione di anni.

4. Permiano- Triassico, risalente a 250 milioni di anni fa, considerata la più catasfrofica della storia della Terra, con la scomparsa del 96% delle specie marine allora viventi.

5. Triassico-Giurassico, di 200 milioni di anni fa, a causa dell’aumento di 5 °C della temperatura media, per motivi sconosciuti.

6. Cretaceo-Terziario, di 65 milioni di anni fa. La più conosciuta dal grande pubblico, che portò all’estinzione dei grandi dinosauri, provocata dalla concomitanza di un grande asteroide che ha colpito l’area dell’attuale Golfo del Messico – Penisola dello Yucatan e da innumerevoli grandi eruzioni vulcaniche in diverse zone del pianeta. Segnalo che una linea dei piccoli dinosauri vive ancora oggi: è quella che ha portato agli uccelli (vedi: I discendenti dei dinosauri ci fanno compagnia, Ere geologiche e principali forme di vita).

7. Olocene, quella che sta attraversando oggi la Terra e che secondo alcuni sarebbe causata dalle attività umane, tanto che il periodo attuale viene anche definito “Antropocene”.

     Ma cosa sono le grandi estinsioni di massa? Sono periodi di tempo geologicamente abbastanza brevi durante i quali c’è uno stravolgimento degli ecosistemi e degli ambienti, con scomparsa di un grande numero di specie viventi e la comparsa di nuove specie che diventano a loro volta dominanti sul pianeta. È opinione comune che le grandi estinzioni siano state prodotte quasi sempre da una concomitanza di cause.

     La mostra di Trento raccoglie reperti fossili di vertebrati estinti, originali e conservati in alcuni grandi musei italiani: Trento, Torino, Roma, Firenze, Ferrara, Treviso, Voghera, Padova, Verona. Le storie dei reperti esposti e dei gruppi di ricerca che li hanno ottenuti permettono di comprendere quanto sia affascinante la paleontologia, la storia della vita sulla Terra e le vicende che hanno portato all’estinzione di alcune specie famose che, poi, hanno lasciato il posto ad altre più adatte al nuovo ambiente che di volta in volta si formava.

Il Muse, all’avanguardia nella divulgazzione scientifica, ha arricchito la mostra con spazi interattivi, animazioni e video che coinvolgono anche i visitatori “inesperti” e meno appassionati.

La mostra sarà visitabile fino al 26 giungo 2017. Chi vuole saperne di più, info: www.muse.it .

Per approfondimenti, video: Catastrofi nella storia del Sistema solare (Focus); Storia del pianeta Terra.

Crediti schema Mass extinction: https://commons.wikimedia.org/wiki/

Cronologia di eventi e catastrofi ambientali

tristezza-di-Gaia-223x300     Ci avviciniamo ai referendum del 12 e 13 giugno, una consultazione importante sotto molti aspetti. Sicuramente lo sono il quesito sul nucleare e quello sull’acqua che catturano l’attenzione di molti cittadini, sia per le conseguenze che ci potrebbero essere sia per i numerosi disastri ambientali che si sono succeduti negli ultimi decenni. A questo proposito, quali sono state le tappe fondamentali che hanno visto impegnati “ecologisti”, verdi, capi di Stato, scienziati e comuni cittadini per frenare il continuo degrado ambientale dovuto ai comportamenti e ai consumi umani? E quali sono stati i principali eventi catastrofici, causati dall’incuria umana, che hanno contribuito a mettere a rischio, su scala globale o regionale, l’ambiente in cui viviamo? Vediamo una sommaria sequenza cronologica che, però, sicuramente non è esaustiva e chiunque potrà integrare. Consideriamo solo l’ultimo cinquantennio che è quello che ha visto la nascita dei principali movimenti ecologisti.

Nel 1962 Rachel Carson, una divulgatrice scientifica, ottenne un grande successo con il libro “Primavera silenziosa” che critica aspramente uno sviluppo economico senza limiti che danneggia l’ambiente. Il titolo allude ad una primavera senza il canto degli uccelli. Nel 1967 ci fu un importante disastro di una petroliera, la Torrey Canyon, al largo delle coste inglesi meridionali e l’evento venne ampiamente trattato dai mezzi di comunicazione, contribuendo alla creazione di una “coscienza ecologica”. Difatti qualche anno dopo, nel 1971, in Canada nacque il movimento Greenpeace. L’anno successivo venne pubblicato a Roma un importante documento: il Rapporto sui limiti dello sviluppo, redatto da un gruppo di studiosi appartenenti al Club di Roma. Sempre nel 1972, a Stoccolma venne elaborato il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite, un primo programma di intenti globale.

Nel 1979, un grave incidente colpisce la centrale nucleare statunitense di Three Mile Island, quasi in concomitanza dell’uscita di un film premonitore (e di successo) sui possibili disastri nucleari: Sindrome cinese. Nello stesso anno James Lovelock pubblica in Gran Bretagna un libro cult per gli ambientalisti: Gaia: nuove idee per l’ecologia. La Terra (Gaia, appunto) viene considerata un grande organismo in grado di manipolare l’atmosfera e autoregolarsi per cercare di mantenere le condizioni migliori per la vita contro i ripetuti disastri. Cinque anni dopo, nel 1984, a Bhopal in India ci fu un evento catastrofico causato dall’incuria umana e dalla ricerca smodata del profitto economico: un impianto di produzione di fertilizzanti chimici di proprietà della multinazionale Union Carbide determina la fuoriuscita di una grande nube tossica di isocianato di metile che coinvolge circa centomila persone, di cui muoiono almeno diecimila nell’immediato o dopo qualche anno. Nel 1985 alcuni scienziati inglesi scoprono la presenza del famoso “buco nell’ozono” che in realtà consiste in un assottigliamento dello strato d’ozono che ci protegge, insieme agli altri viventi, dai raggi cosmici e da quelli ultravioletti. Si scoprì che la causa principale sono i gas clorofluorocarburi (CFC). Nel 1986 (tanti di noi lo ricordano bene!) ci fu il secondo grande disastro nucleare: l’esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl nell’ex Unione Sovietica. L’evento causò la morte, nel corso di alcuni anni  di circa 4200 persone e innescò una riflessione internazionale sull’energia dell’atomo utilizzata a scopo pacifico. L’energia nucleare a scopi militari aveva già scioccato l’opinione pubblica internazionale con la due bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki nel 1945. In Italia il risultato di un referendum bloccò l’attività delle quattro centrali nucleari esistenti. Nel 1989 la super petroliera Exxon Valdez, urtando contro una scogliera, disperse in mare decine di migliaia di metri cubi di petrolio inquinando circa 1900 km di coste dell’Alaska. L’evento contribuì a rinsaldare negli USA i sentimenti ambientalisti e a creare diffidenza verso le grandi multinazionali del petrolio. Due anni dopo ci fu la prima grande condanna civile e penale per un disastro ambientale a carico della Exxon Mobile. Nel 1992, in Brasile a Rio de Janeiro, si tenne il Summit della Terra che propose un programma di sviluppo sostenibile con la realizzazione di Agenda 21, la firma di convenzioni per tutelare la biodiversità e  affrontare i problemi del cambiamento climatico. Nel 1997 122 nazioni firmarono e adottarono il Protocollo di Kyoto, con obiettivi e tempi per la riduzione delle emissioni di CO2, il cui aumento viene considerato tuttora causa principale dei cambiamenti climatici.  Nel 2002, primo al mondo, il governo tedesco costituito dalla coalizione Socialdemocratici e Verdi, annuncia un grande piano per lo sviluppo delle energie alternative, in particolare eolica e solare per i prossimi 25 anni. Un grave inquinamento petrolifero nel 2006 coinvolge anche il più grande fiume europeo: il Danubio. Una chiazza di petrolio lunga circa 140 km e larga 100-150 m si sposta in superficie attraversando i confini di vari Stati fino alla foce nel Mar Nero. Risale invece allo scorso anno (2010) il disastro della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico con l’emissione di milioni di barili di petrolio. Quest’anno la catastrofe che ha attirato l’attenzione di tutti ed è ancora in corso è quella nucleare di Fukushima, in Giappone, che sta determinando riflessioni e ripensamenti sul nucleare in molti Paesi. È notizia di ieri: la cancelliera Angela Merkel ha annunciato che la Germania chiuderà tutti i suoi impianti nucleari: sette sono stati chiusi dopo l’evento di Fukushima, gli altri dieci in funzione saranno chiusi tutti entro il 2022 definitivamente. Probabilmente, quando ci sono stati alcuni dei fatti segnalati, molti di voi non erano ancora nati e tanti adulti purtroppo hanno la memoria corta o preferiscono rimuovere certi eventi, per convenienza o perché pensano che a noi non potrà mai accadere. Oggi la Corte di Cassazione ha deciso che il 12 e 13 giugno ciascuno di noi potrà esprimere il proprio parere anche per il nucleare, nonostante la scelta del governo italiano di “sospendere” ogni decisione sull’installazione delle centrali. Meditate gente, meditate! 

L’immagine “Tristezza di Gaia” è di Josephine Wall ed è stata tratta da: www.mimina.org/Le_quattro_stagioni.html