Intervista all’astronauta Paolo Nespoli sulla Stazione Spaziale Internazionale

ISSLa Stazione Spaziale Internazionale viaggia a circa 7,7 km al secondo (27.000 km/h) ad un’altezza di circa 380 km (può variare di qualche decina di km a seconda delle condizioni) rispetto alla superficie terrestre. Si tratta della terza conferenza-intervista, è del 26/01/2011, da quando è arrivato sulla Stazione. Il collegamento è caratterizzato da un piccolo ritardo tra domande e risposte perché il segnale che collega il centro di controllo della Terra con la IIS passa attraverso 3 o 4 satelliti geostazionari prima di arrivare a destinazione.

La ISS è un avamposto umano nello spazio dove si alternano astronauti di diversi Paesi. Nella composizione attuale (sette moduli pressurizzati, due moduli russi Zarja e Zvezda, tre moduli USA Destiny, Unity Module e Harmony, il modulo europeo Columbus e la sezione giapponese Jem.), può ospitare fino a sei persone contemporaneamente. La durata di un’orbita intorno al nostro pianeta è di circa un’ora e mezza. L’energia necessaria per la vivibilità degli ambienti e il funzionamento delle attrezzature, dei laboratori e dei sistemi di controllo proviene dal Sole. I pannelli della Stazione convertono energia solare in energia elettrica.

Uno degli obiettivi fondamentali della ISS è quello di realizzare esperimenti in condizioni (situazione di microgravità) difficilmente riproducibili sulla Terra. I settori interessati a queste ricerche sono molti: medicina, biologia, fisica, scienza dei materiali, astronomia, meteorologia, ecc.

Siamo solo a 400 km dalla Terra e per l’uomo è un impegno molto gravoso. Impegno fisico che pochi possono permettersi, impegno economico e tecnologico. Questo ci fa capire quanto sia difficile andare su qualche altro pianeta. Il primo comunque, non si sa quando, sarà sicuramente il più vicino e abbordabile: Marte. Andare oltre invece, allo stato attuale delle tecnologie, non sarà possibile se non tra molte generazioni.

Intanto a marzo 2011 verrà lanciato il satellite Edusat, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e con contributi scientifici e di idee dell’università “La Sapienza” di Roma e sei Istituti superiori. Continua così la tradizione spaziale italiana iniziata negli anni ’60 del secolo scorso con il Progetto “San Marco”, ideato e fortemente voluto e diretto dal prof. Luigi Broglio (1911-2001). Il “San Marco 1” venne lanciato nel 1964 da una base statunitense con un vettore americano e fece dell’Italia il terzo Paese al mondo a lanciare un satellite, dopo URSS e USA.  Per il video-intervista:

http://www.youtube.com/watch?v=AnmICg4dQyc&feature=player_embedded

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