Su Marte trovati gli ingredienti per la vita

curiosity_Marte-300x199      Si tratta di uno dei maggiori successi della missione che ha portato il rover Curiosity su Marte. In un insieme di sei articoli della rivista americana Science, presentati dall’Unione Geologica Americana qualche giorno fa a San Francisco, si conferma che nel cratere Gale il rover della NASA ha trovato carbonio, azoto, idrogeno, fosforo e zolfo. Tutti elementi che rendono plausibile l’ipotesi che su Marte ci sia stata qualche forma di vita. Potrebbe essersi trattato di batteri che avremmo classificato nel dominio Archea, molto primitivi, chemiolitoautotrofi in grado di ricavare energia dalle sostanze chimiche presenti nelle rocce della crosta marziana.     Altri indizi indicano che nel cratere in passato c’è stata acqua con un pH neutro e una bassa salinità. Gli archeobatteri che conosciamo sulla Terra sono organismi unicellulari con cellule procariote che vivono negli ambienti estremi del pianeta: sorgenti idrotermali, saline, fondali marini e oceanici in prossimità di fuoriuscita di materiali lavici o gassosi provenienti dall’interno della crosta oceanica.

Su Marte, pur non essendo state trovate direttamente forme di vita, sono stati trovati gli ingredienti necessari e un ambiente adatto per forme semplici di vita. Poiché l’area esplorata è molto, molto piccola rispetto all’intera superficie del pianeta rosso, siamo autorizzati ad ipotizzare la presenza di molti altri siti adatti per la vita microbica. Allo studio, oltre alla NASA, hanno partecipato l’Istituto di Scienze Planetarie di Tucson (Arizona) e il famoso Caltech (California Institute of Technology). Intanto l’attività di ricerca e analisi di Curiosity continua: saranno analizzate altre rocce per ulteriori conferme sull’eventuale presenza passata di elementari forme di vita.

Referenze per l’immagine di Curiosity: NASA/JPL-Caltech.

Video dei festeggiamenti NASA-Caltech e di Curiosity al lavoro su Marte, dopo un anno dall’arrivo (NASA-JPL).