Il triangolo estivo

Chi non ha mai tenuto lo sguardo verso il cielo in qualche serata d’agosto? Magari solo per osservare le fugaci perseidi o “stelle cadenti”. Oppure per individuare il Grande Carro e, prolungando di circa quattro volte e mezza la distanza tra le sue ultime due stelle, trovare la Stella Polare che rappresenta un’estremità dell’Orsa Minore e la cui proiezione sull’orizzonte consente di individuare con buona approssimazione il Nord geografico.

Opposta al Grande Carro, rispetto alla Stella Polare, si osserva facilmente la costellazione di Cassiopea con la sua caratteristica forma a W rovesciata.

Triangolo_estivo     Nelle prime ore della serata, tra le ventuno e le ventitré, guardando verso lo Zenit si vede una stella di prima grandezza: Vega della costellazione della Lira, molto più piccola rispetto ad altre costellazioni. Le altre stelle di questa costellazione sono poco luminose ma visibili a occhio nudo e alcune sono riconoscibili per la loro forma a parallelogramma.

Idealmente Vega viene unita ad altre due stelle di prima grandezza, Altair della costellazione dell’Aquila e Deneb della costellazione del Cigno, formando il “Triangolo Estivo”. Sono tre stelle che, non appena inizia ad imbrunire, appaiono per prime nel cielo estivo sgombro di nubi e con scarso inquinamento luminoso.

Il Cigno è facilmente riconoscibile per un insieme di stelle quasi allineate, che formano la struttura delle ali di quest’uccello e che s’intersecano quasi ad angolo retta con l’asse coda-collo-testa. Il cigno è raffigurato in volo con le ali spiegate. Deneb è la stella più luminosa di questa costellazione e rappresenta la coda.

La costellazione dell’Aquila è formata di un insieme di stelle di diversa magnitudine tra le quali spicca Altair. Anche l’Aquila è rappresentata con le ali spiegate mentre attraversa la Via Lattea. Altair è affiancata da altre due stelle: Alshain e Tarazed.

Il triangolo che ha per estremi Vega, Deneb e Altair è quasi retto in Vega e ciò costituisce un ulteriore elemento identificativo per chi non è esperto.

Concludo ricordando che, oltre a costituire uno spettacolo bellissimo e per molti aspetti romantico, il cielo è stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità con l’invito a tutti di riconoscerne il valore ed apprezzarlo.

 

Il terremoto del 6 aprile in Abruzzo


 

Morti, feriti, sfollati, attività domestiche, artigianali e industriali distrutte o rovinate: è questo lo scenario del terremoto in Abruzzo. La situazione della prima emergenza oggi appare quasi superata ma adesso inizia la gestione ordinaria del dopo terremoto, di una sistemazione meno precaria degli sfollati, della ricostruzione delle abitazioni civili, degli uffici pubblici, del patrimonio culturale e artistico-religioso. Gli scavi dei primi giorni sono stati continui, senza soste, con turni fra i soccorritori come deve essere, a mano e con piccoli mezzi e strumenti, senza ruspe e escavatori, solo con autogru per sollevare dove era necessario i pezzi di solaio e di colonne più pesanti. Senza creare ulteriori danni alle eventuali persone sommerse. A L’Aquila e nei paesini e frazioni più distanti. Numerose sono state le persone estratte vive dagli edifici crollati. La stima è di oltre 5000 soccorritori, provenienti da varie parti d’Italia, uomini e donne della protezione civile che hanno lavorato senza sosta.

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