Piattaforma italiana sul dissesto idrogeologico

In pochi giorni l’Emilia Romagna è stata devastata da due ondate di maltempo intenso: alluvioni di vaste zone, una decina di vittime e circolazione bloccata tra diverse città. Ingenti sono i danni alle abitazioni, alle aziende industriali, a quelle agricole e turistiche.

Oltre ad alcune strade statali e provinciali, è stata bloccata anche l’autostrada e la ferrovia con almeno una dozzina di treni cancellati e altre decine che hanno dovuto modificare il loro percorso.

Sulla situazione italiana relativa ai fenomeni di dissesto idrogeologico, può essere utile consultare e scaricare dati e mappe da una piattaforma del ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Si tratta di IdroGeo, una piattaforma open data dove consultare, condividere e scaricare materiali sulla situazione idrogeologia italiana. I dati possono essere utili per diversi ambiti: Progettazione di infrastruttura, pianificazione territoriale, interventi di difesa del suolo, gestione delle emergenze idrogeologiche e valutazioni di impatto ambientali.

Sono consultabili i dati e le mappe nazionali di pericolosità per frane e alluvioni e l’inventario dei fenomeni franosi in Italia. Si legge ad esempio che le frane riguardano una popolazione di oltre 1.300.000 abitante, mentre è peggiore la situazione delle possibili alluvioni, coinvolge circa 7.000.000 di persone! Le frane censite lungo tutto lo Stivale, dalle Alpi agli Appennini e alle isole, sono circa 621.000.

Vedi: IdroGeo. Crediti: https://idrogeo.isprambiente.it/app

Mappa delle frane censite in Italia

Zero termico a quota troppo alta

La recente alluvione in Emilia Romagna, con due morti, centinaia di sfollati e milioni di danni non deve trarre in inganno: i problemi della siccità, della progressiva regressione dei ghiacciai e dell’aumento globale della temperatura persistono. Le scarse precipitazioni in alcune Regioni italiane, Piemonte in testa, negli ultimi due anni hanno provocato una carenza idrica senza precedenti. Il livello medio di fiumi e laghi è molto al di sotto della media degli ultimi decenni in qualunque stagione lo si consideri. Questo problema delle acque superficiali si ripercuote sulle acque sotterranee, le falde acquifere, che si abbassano progressivamente e si ricaricano in modo parziale e con difficoltà. Tanto che anche in montagna non sono poche le sorgenti che non emettono più acqua.

Non va certo meglio per i ghiacciai. I flussi meridionali di aria calda anche in quota, in ogni stagione dell’anno, sono stati accompagnati da cambiamenti di pressione atmosferica e soleggiamento più elevato sia sugli Appennini che sulle Alpi. L’effetto combinato di questi fattori, unito a moti verticali di masse d’aria discendenti che comprimono e riscaldano ulteriormente l’atmosfera, ha accelerato la fusione dei ghiacciai alpini come non si era mai visto negli anni precedenti.

ARPA Piemonte spiega cos’è lo zero termico

Il ghiaccio che fonde e si perde alimentando piccoli rigagnoli lungo il fronte glaciale (bacino ablatore) non è compensato, se non in minima parte da quello che si riforma nel bacino collettore, la zona in cui si verifica l’accumulo di neve che poi per compattazione e ricristallizzazione dà origine al ghiaccio.

Le condizioni climatiche descritte, soprattutto nei mesi estivi degli ultimi anni, hanno spinto lo zero termico (la temperatura di 0 °C) sempre più in alto. Fino ad una decina d’anni fa lo zero termico sulle Alpi era tra 3.000 e 3.200 metri di quota. Negli ultimi anni, le misurazioni dei parametri meteorologici in quota con i radiosondaggi hanno fornito dati drammatici. Nella cartina di sinistra (dati ARPA): Lo zero termico in Piemonte lo scorso 3 marzo, in inverno, ovunque oltre i 1.500 m.

L’Aeronautica Militare, con il suo Reparto per la Meteorologia (che ha consentito anche il logo e il link per le previsioni del tempo a questo blog, vedi la colonna di destra), effettua continue misurazioni automatiche di questo tipo presso gli aeroporti e le località di: Trapani, Galatina, Decimomannu, Pratica di Mare, Rivolto e Cameri. A questi dati si aggiungono quelli rilevati da palloni sonda provvisti di sistemi di raccolta dei parametri atmosferici (temperatura, pressione, umidità, velocità e direzione del vento) che, grazie a localizzatori GPS, inviano alle stazioni operative al suolo anche l’ora e la località.

Le rilevazioni dello scorso luglio hanno certificato che lo zero termico è salito oltre i 5.000 metri di quota! In particolare il 31/07/2022 lo zero termico risultava a 5.206 metri sul livello del mare, una quota mai registrata in passato per l’Italia. Anche in Alto Adige lo scorso agosto 2022 lo zero termico era a 4.400 metri di quota. Crediti immagine: https://www.altoadige.it/ . Vedi anche Libero Scienza.

Il problema dell’innalzamento dello zero termico non è solo italiano ma riguarda anche gli altri Paesi e gli altri Continenti. Un allarme estremamente preoccupante, una delle tante conferme del surriscaldamento globale in atto e dei mutamenti climatici correlati.