I SEGRETI DEL NUCLEO TERRESTRE

Dante Iagrossi. Vari studiosi concordano sul fatto che finora conosciamo più cose del Sistema Solare che non i dettagli del fondo marino e soprattutto della struttura interna della Terra. Durante i secoli passati, non si disponeva di strumenti avanzati, per cui si dava spazio alla fantasia. Jules Verne nel 1864 pubblicò il romanzo avventuroso di grande successo, “Viaggio al centro della Terra”, in cui si narra di un professore tedesco che, col nipote, trova una pergamena in un libro antico, contenente un crittogramma in lingua runica, e riescono ad interpretarlo. Si tratta delle istruzioni per arrivare al centro della Terra, iniziando dal vulcano islandese Sneffel, collegato col centro del pianeta. Dopo una serie di vicissitudini e percorsi errati, si trovano davanti ad un vasto lago, sulle cui coste ci sono funghi ed ossa enormi. Imbarcati in una zattera, vedono nelle acque un ittiosauro e un plesiosauro lottare. Poi si trovano in mezzo ad un uragano, in seguito scoprono un posto ricco di ossa e in una foresta addirittura un umanoide alto più di tre metri, che veglia su un branco di mastodonti. Dopo altre disavventure, si ritrovano ai piedi del vulcano di Stromboli.

Secondo il modello tradizionale a tre strati principali la Terra si compone di: crosta (solida), mantello, (semisolido e fluido), nucleo (esterno, liquido; interno, solido). Tale schema però si sta rivelando piuttosto impreciso e approssimativo. Indagini dirette sono al momento impossibili, dato che le trivellazioni sono arrivate a poco più di decina di km di profondità, molto poco rispetto ai circa 5000 km a cui si trova il nucleo, che raggiunge altissime temperature, intorno ai 5000°C (anche se forse in fase di raffreddamento). Invece lo studio delle onde sismiche consente una sorta di “radiografia”, sia pure parziale, della Terra: esse si comportano in modo diverso nei liquidi e nei solidi, venendone o deviate o passandovi attraverso.

Il professor Butler, geofisico presso l’Istituto di Geofisica e Planetologia delle Hawaii, studiando accuratamente la diffusione delle onde sismiche, ha scoperto di recente che quelle di taglio vengono deviate da certe zone del nucleo interno. Se quest’ultimo fosse del tutto solido, esse invece avrebbero dovuto passarvi. Quindi il nucleo contiene anche sacche di Ferro liquido (o anche “pastoso”). Forse potrebbe subire anche cambiamenti nel tempo.

Secondo le osservazioni di ricercatori universitari australiani, sulla base di una enorme quantità di dati relativi alla propagazione delle onde sismiche, derivanti da reti di rivelazione sempre maggiori e più sensibili, l’interno della Terra potrebbe a sua volta essere costituito da due strati. Quello esterno, poco omogeneo, e quello interno, molto compatto, con un raggio di 650 km, che non risultava con le apparecchiature precedenti.

Si è appurato anche che la rotazione del nucleo si è invertita, con un ciclo di oscillazione di circa 70 anni. Questo fatto non influisce direttamente sulla nostra vita quotidiana, ma comporta comunque una diversa durata del giorno, oltre all’inversione del campo magnetico. Dante Iagrossi (foto da Pixabay).

ISTINTO e INTELLIGENZA

Dante Iagrossi. Per molto tempo si è creduto che l’uomo fosse l’unico essere vivente dotato d’intelligenza, o tutto al più che, tra gli animali, ne avessero solo certi vertebrati, come il cane, l’elefante e le scimmie. Eppure tanti studi e molteplici osservazioni ben documentate hanno dimostrato che anche altre specie ne hanno, sia pure in misura minore rispetto a noi.

Ci sono diverse modalità di apprendimenti. I giovani uccelli imparano i loro canti dagli adulti, gatti e grandi felini apprendono dalla madre l’arte non facile del cacciare, assai importante nella ricerca quotidiana di cibo. I giovani macachi del Giappone, vedendo la giovane compagna Imo, impararono anch’essi a salare in acqua marina le patate, constatando che così erano pulite e saporite. Quindi l’imitazione da genitori o da altri adulti del proprio gruppo serve ad acquisire nuove conoscenze ed abilità prima del tutto ignote.

I cani che si trovano in una rete chiusa frontalmente e lateralmente, alla vista di una scodella di cibo posta davanti, provano più possibilità di uscite, per poi scegliere quella corretta uscendo posteriormente. Si tratta di un apprendimento per tentativi ed errori. I cani, inoltre, quando gli si presenta del cibo, aumentano la salivazione. Se l’offerta di cibo è poi accompagnata da un fischio, in seguito, anche se solo si fischia, producono ugualmente saliva, pur senza vedere il cibo (riflesso condizionato). Significativi anche i comportamenti degli uccelli, che cercano e mangiano semi in coltivazioni ed orti. Per evitarli, si usa uno spaventapasseri. Inizialmente essi appaiono spaventati e evitano di prendere semi. Poi capita che qualcuno più coraggioso, vi si avvicina in modo circospetto, per valutarne la effettiva pericolosità. Capendo che si tratta di un bluff, essi vanno a mangiare semi senza paura (apprendimento per abitudine). Poi tutti gli altri uccelli del gruppo tornano a consumare i semi dell’orto (apprendimento per imitazione).

I bambini appena nati emettono gemiti non appresi per comunicarci un messaggio di bisogno di cibo, di attenzioni e rassicurazioni. Da parte degli adulti, anche tra gli animali, non solo mammiferi, c’è una risposta anche istintiva che consiste in una immediata cura del piccolo. Tra i roditori gli studiosi hanno rilevato un meccanismo innato di riconoscimento dei predatori, probabilmente coadiuvato dalla ricezione di certe sostanze gassose.

Inoltre sono tanti comportamenti ed attività di animali “inferiori” che ci stupiscono e che avvengono da sempre in modo preciso e costante. Basti pensare alle costruzioni di alveari dotati di accurate forme geometriche, formicai e termitai, ben accessoriati e termoregolati. In questi casi si parla di istinti, perché essi sembrano agire in modo meccanico e non personalizzato. Forse tali peculiarità innate sono in qualche modo “iscritte” nei loro geni, ma resta il problema che forse, all’inizio della comparsa di certe specie, non esistevano e che potrebbero essere quindi il risultato di lunghi “apprendistati”. (Dante Iagrossi) foto da Pixabay.

Terremoto in Turchia e Siria

Alcuni anni fa ci fu un’altra triste occasione per scrivere della situazione geologia della penisola anatolica (vedi Turchia: tra terremoti e faglie, del 24 ottobre 2011). Le scosse sismiche devastanti che hanno colpito il sudest della Turchia e il nord della Siria lo scorso 6 febbraio, confermano la grande instabilità geologica di quest’area.

Si tratta di una regione in cui c’è il movimento reciproco di diverse placche: quelle più piccole (relativamente) dell’Anatolia e dell’Egeo, quella più grande arabica e quelle gigantesche Euroasiatica e africana. A causa dei diversi movimenti di queste placche, la Turchia si sposta verso ovest di alcuni centimetri all’anno lungo la faglia dell’Anatolia orientale, a causa della spinta della placca arabica verso nordovest.

Per chi avesse bisogno di un richiamo sull’argomento, secondo l’ormai consolidata teoria della tettonica a zolle (o delle placche), la litosfera, formata dalla crosta terrestre e dalla parte più esterna del mantello superiore, globalmente è divisa in una ventina di porzioni rigide, dette placche o zolle, che “galleggiano” sul mantello sottostante fluido. Lungo i margini di queste placche, le masse rocciose si muovono l’una rispetto alle altre sotto la spinta del “motore” costituito dai moti convettivi che avvengono nel magma del mantello. Sono possibili vari tipi di movimenti:

a) Movimenti divergenti, di allontanamento di una placca rispetto ad un’altra. A queste zone di “distensione” dei moti convettivi del mantello, in superficie corrisponde ad un esteso sistema di fratture che “taglieranno” la litosfera e, se questo avviene tra due zolle oceaniche si avrà la formazione di dorsali e l’espansione dei fondali oceanici.

b) Movimenti convergenti, di avvicinamento e scontro tra due placche. In questi casi si può avere la formazione di catene montuose (orogenesi) se lo scontro è tra due placche continentali, oppure la subduzione e la scomparsa degli oceani se una delle due placche è oceanica.

c) Movimenti trascorrenti, nei quali due zolle contigue scorrono orizzontalmente l’una rispetto all’altra. Non si consuma crosta né se ne forma di nuova, si parla di “margini conservativi” o trasformi e si ha un “semplice sfregamento” tra i margini delle placche interessate. La faglia trascorrente più famosa è quella di San Andreas in California.

La teoria della tettonica a zolle spiega in modo convincente una serie di fenomeni: la formazione e l’espansione degli oceani; la formazione delle catene montuose; la riduzione e la scomparsa degli oceani; la migrazione dei continenti; l’attività sismica e vulcanica.

Il terremoto che ha colpito Turchia e Siria e che, in base ai dati attuali, ha provocato almeno 42.000 morti, è stato particolarmente devastante a causa di vari fattori:

1. La sua intensità, la prima scossa è ha avuto magnitudo di 7,8 nella scala Richter e la seconda 7,5. Un terremoto decisamente “forte”, anche se non si tratta delle intensità più alte perché nel 1960 in Cile la magnitudo della scossa arrivò a 9,5 e nel 2004 in Indonesia arrivò a 9,3 e il terremoto fu seguito da un maremoto che provocò oltre 220.000 vittime.

2. La maggioranza degli edifici erano vecchi o, se nuovi, costruiti senza regole antisismiche e/o con materiali scadenti. Tanto che le notizie di cronaca che provengono dalla Turchia riferiscono di almeno un centinaio di costruttori arrestati, alcuni mentre tentavano di lasciare il Paese. Se poi si tratta di capri espiatori per coprire responsabilità politiche e amministrative ai livelli più alti dello Stato, non possiamo saperlo.

3. La protezione civile in Turchia e in Siria è decisamente carente e i soccorsi, dove ci sono stati, sono stati tardivi e non sempre efficaci, anche per la carenza di attrezzature specifiche. Ma nelle zone che è stato possibile raggiungere, sono arrivate squadre di soccorso internazionali con mezzi, farmaci, attrezzature da campo e personale specializzato da decine di Paesi, da ogni parte del mondo.

4. Molte aree della Siria sono sotto il controllo del cosiddetto “stato islamico” e ancora in guerra con il resto del Paese governato dal presidente Assad. In queste zone i soccorsi sono stati ben pochi e anche tanti che potevano essere salvati, sono rimasti sotto le macerie.

Tutta l’area della Siria colpita dal sisma purtroppo è controllata da fazioni politiche e militari diverse che renderanno difficili e problematici gli aiuti umanitari che possono arrivare soprattutto dai Paesi più ricchi.

La grandine è sempre più intensa e distruttiva

Vuoi assicurare l’auto anche contro la grandine e gli eventi meteorici? Puoi farlo solo se l’auto è nuova e, comunque, il costo della copertura assicurativa per questi eventi è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Il motivo è sotto gli occhi di tutti: gli eventi meteorologici estremi, grandine, temporali intensi con bombe d’acqua, siccità e incendi, alluvioni e frane, sono aumentati di numero e di intensità a causa dei mutamenti climatici in atto.

Tra tutti questi fenomeni sono diventati particolarmente rilevanti i danni economici causati dalla grandine all’agricoltura, alle abitazioni, alle serre e agli autoveicoli. Non sono poche le persone ferite e, in qualche caso, decedute perché colpite da chicchi di grandine di notevoli dimensioni (nell’immagine: chicchi di grandine della scorsa estate in provincia di Torino).

La grandine è costituita da chicchi di ghiaccio di dimensioni variabili a seconda delle condizioni e del tempo impiegato per la sua formazione. Questi chicchi si formano prevalentemente durante il periodo estivo all’interno di particolari nubi a sviluppo verticale: i cumulonembi, gli stessi da danno origine ai temporali. Quando la temperatura in alta quota scende a 0 °C oppure sotto zero, il vapore acqueo presente nell’atmosfera si condensa intorno ai nuclei di condensazione (granelli di polvere, sabbia, argilla o di sostanze inquinanti) e mediante brinamento si trasforma in chicchi di ghiaccio. Solitamente si tratta di chicchi di piccole dimensioni perché la forza di gravità tende a portarli al suolo. Ma in alcuni casi la turbolenza atmosferica, con i suoi moti ascensionali e discensionali delle masse d’aria, genera moti convettivi che mantengono in sospensioni i primi chicchi la cui parte esterna funziona da nucleo di aggregazione per altro vapore acqueo. Trascinati verso l’alto dai moti ascensionali, i chicchi aumentano di dimensioni perché lo strato esterno liquido solidifica a sua volta. Se la salita e la discesa di questi chicchi si ripete più volte, perché la turbolenza atmosferica impedisce ai chicchi di precipitare al suolo, i chicchi stessi aumentano progressivamente di dimensioni. L’accrescimento termina quando la turbolenza diminuisce o quando le dimensioni dei chicchi raggiungono una massa tale, per cui la forza di gravità prevale sulla capacità dell’aria di mantenerli in sospensione con le sue forze ascensionali, e si ha la grandinata.

L’aumento dell’intensità e della frequenza di questi fenomeni sono lo specchio dei mutamenti atmosferici e climatici provocati dal consumo smodato di combustibili fossili negli ultimi due secoli. Grandinate che avvenivano solo nei periodi estivi, ormai in molte zone, Italia compresa, avvengono anche in primavera e in autunno. Nonostante ciò, nella rete si nota che il negazionismo riguarda anche i cambiamenti climatici (non dobbiamo meravigliarci, succede per convenienza, ignoranza o semplicemente per farsi notare, del resto esiste anche il fenomeno del “terrappiattismo” con i suoi seguaci), però tutti gli studi provenienti da vari Paesi del mondo concordano: i fenomeni meteorologici estremi nella loro intensità e frequenza hanno una stretta correlazione con i mutamenti climatici le cui cause sono anch’esse conosciute ed accertate.