ANGUILLE ELETTRICHE E CAVALLI SCALPITANTI

di Dante Iagrossi. Darwin lo definì a ragione “il più grande viaggiatore di tutti i tempi”. Spirito nobile e colto, ma sempre assetato di nuove conoscenze, Alexander von Humboldt, tedesco di Berlino, nell’arco della sua lunga vita (90 anni), tra fine 700 e metà 800, portò a termine varie spedizioni scientifiche per il mondo. Per dedicarsi maggiormente ad esse, lasciò il suo tranquillo lavoro di assessore alle miniere della sua città. Fondamentale il suo viaggio di 5 anni, dal 1799 al 1804, in Centro e Sud America e a Cuba. Tanti i risultati notevoli conseguiti, tra cui la scoperta della principale corrente oceanica dell’America meridionale e della relazione tra temperatura atmosferica ed altitudine, della periodicità delle meteore. Oltre allo studio delle tempeste tropicali, alla constatazione di aumento della forza magnetica dall’Equatore ai Poli ed altro. In particolare nel febbraio del 1800, trovandosi presso il Casiquarie, corso d’acqua che unisce il Rio delle Amazzoni ed Orinoco, insieme al botanico francese Bonpland fu particolarmente colpito dal comportamento delle anguille elettriche, pesci elettrofori d’acqua dolce, capaci di produrre per difesa ed attacco la più alta scarica animale, dai 600 agli 860 Volt.

Anguilla elettrica

Lunghe fino ai due metri, con un peso di circa 20 kg, imparentate con pesci gatti, invece che con le vere anguille, esse sono dotate di tre coppie di organi addominali che producono elettricità, a bassa ed alta tensione. In presenza di preda o predatore, il cervello invia un segnale agli elettrociti che compongono gli organi attraverso il sistema nervoso, che apre i canadifferenza di potenziale ionici, per cui il Sodio fluisce, provocando una differenza di potenziale , da cui corrente elettrica. Per richiamarle, fece condurre dalle persone del posto una trentina di cavalli al fiume, scatenando una vera e propria battaglia cruenta tra essi e le anguille, in cui spesso queste balzavano fuori a colpire le zampe dei cavalli. Alla fine un paio di cavalli erano morti, ma anche cinque anguille apparivano tramortite, forse per lo sforzo intenso. La notizia di questo evento singolare colpì parecchio l’opinione pubblica dell’epoca, ma dopo qualcuno ne mise in dubbio l’autenticità, perché non venne ripetuta e documentata ancora.

Raffigurazione dello scontro tra anguille e cavalli

Ultimamente però Kenneth Catania, un neurobiologo universitario americano, ha condotto una serie di particolari esperimenti mirati. Ha provato che effettivamente le anguille sono capaci di balzare fuori d’acqua a colpire i nemici ed ha fornito una convincente spiegazione. Servendosi di strumenti elettrici, ha confrontato il voltaggio e la corrente elettrica dentro e fuori acqua. Questi erano molto più alti fuori che in acqua: gli attacchi con lanci esterni colpivano più intensamente e direttamente. Inoltre nella stagione secca, quando si nota una sensibile diminuzione del livello delle acque nella zona amazzonica, in certi casi le anguille si trovano anche più esposte ai predatori e quindi hanno dovuto potenziare le loro scariche, a volte micidiali. Tutto sommato per un subacqueo è meno pericolosa una scossa sott’acqua rispetto ad una esterna.

Modalità di azioni elettriche

La ben collaudata tecnica di caccia delle anguille si può suddividere in tre fasi: attacco ad alta tensione, che almeno momentaneamente paralizza la preda, scatto verso di essa e suo risucchio veloce in bocca. Inoltre, forse, trovandosi in spazi più limitati nella stagione secca, le anguille possono persino unirsi in gruppo e cacciare insieme, come i lupi. Oltre alle anguille elettriche, più propriamente Elettrofori elettrici, altre specie ittiche che ricorrono all’elettricità sono: la torpedine, il pesce elefante e persino gli squali.

Il comportamento delle anguille elettriche dimostra chiaramente come gli animali nel tempo sviluppino armi assai sofisticate e letali, adoperate non soltanto in modi abituali, ma persino in maniera inconsueta e in contesti particolari, per aumentarne ancora di più l’efficacia. Riferimenti: K. Catania “Adattamenti meravigliosi”. Crediti fotografici: amoreaquattrozampe.it/ oggiscienza.it/ lescienze.it . Dante Iagrossi.