GUFI, SIGNORI DELLA NOTTE

di Dante Iagrossi

Secondo un’antica leggenda, Dio, dopo aver creato gli animali, si pentì di aver fatto il gufo piuttosto strano, con occhi grossi e vita notturna. Allora, al contrario delle apparenze, lo volle rendere simbolo di buona sorte per le persone che lo tenevano vicino, allontanando streghe e gnomi dispettosi.

Invece, altre credenze popolari gettano una cattiva fama sul gufo e altre creature simili, considerate di cattivo augurio, mentre invece svolgono utili funzioni nei loro ambienti di vita. Si tratta dei rapaci notturni, dell’Ordine, formato da circa 200 specie, degli Strigiformi, cioè “a forma di strega” (forse per gli occhi ampi e piuttosto inquietanti), che compaiono su rami di alberi soprattutto di notte.

Gufo reale

La caratteristica fondamentale è senz’altro la vista molto acuta che consente loro la cattura di piccoli animali appena intravisti persino nell’oscurità. Essa si basa su alcuni requisiti importanti:

La notevole distanza tra cristallino e retina, che consente la formazione di immagini maggiori, rispetto a noi.

La retina possiede un numero enorme di cellule visive, 10.000 per millimetro quadro, contro le 2000 nostre, per cui la loro acutezza visiva è 5 volte la nostra.

La porpora retinica, proteina rossa, offre una particolare sensibilità alla luce anche per sue minime quantità.

La larga apertura della pupilla permette inoltre una maggiore raccolta di luce.

Assiolo

Gli occhi disposti frontalmente anche se con un’apertura angolare di soli 180°, consentono una doppia messa messa a fuoco incrociata in avanti.

Con i suoi 75 cm di lunghezza, il gufo reale è il più grande, con due caratteristici ciuffi contraibili di penne sopra gli occhi. I colori delle piume, dense e soffici, possono essere giallo ruggine con macchie scure, oppure fulvo rossicci alla gola, con striature nere sul ventre. Il becco è piccolo e ricurvo, le zampe dotate di 4 unghie ricurve e dito esterno.

Civetta

Ai lati della testa ci sono due ampi fori uditivi con bordi avvicinabili l’uno all’altro da cui un fine udito che consente di avvertire il minimo fruscio tra piante. Il volume del cervello non è molto grande, ma presenta i lobi ottici assai sviluppati. L’assiolo è simile al gufo reale, con cornetti, ma più piccolo, di circa 20 cm.

La Civetta, dai colori bruno-grigi, toni rossi e bianchi, e i Barbagianni, giallo fulvo, sono senza ciuffetti.

Barbagianni

Il gufo e gli altri Strigiformi sono molto utili perché si nutrono di insetti nocivi, ma anche di topi, piccoli serpenti e volpi; le civette ed assioli si cibano invece di prede più piccole, insetti ed altri invertebrati. Questi animali forniscono ai ricercatori una serie importante di dati sulla presenza di altri non facilmente osservabili, come talpe, toporagni, ghiri attraverso le parti appallottolate, borre, non digeribili e rigurgitate come peli, penne ed ossa. Crediti fotografici: milleanimali.com/ rivistanatura.com/ elicrisio.it/ it.wikipedia.org. Dante Iagrossi, Caiazzo.