LE MEDUSE: FASCINO E PERICOLI

di Dante Iagrossi

Flessuose ed eleganti, le meduse sono di certo tra gli organismi più belli delle acque marine (e salmastre). Gelatinose, trasparenti, i loro colori variano dal rosa al viola, dal bianco al blu ed arancione, a seconda del cibo ingerito. Alcune sono persino fluorescenti. Se ne conoscono finora circa duecento specie diverse, ma con molte altre da scoprire, tante stupefacenti variazioni sul tema principale del corpo ad ombrello, dotato sul bordo inferiore di molti tentacoli urticanti e bocca centrale. La simmetria è radiale in quattro parti: 4 tentacoli orali (e vari urticanti) e 4 serie di organi riproduttivi.

Meduse

Questa è la struttura fondamentale, rimasta sostanzialmente uguale, da circa 600 milioni di anni, epoca a cui risalgono i loro primi resti fossili. Le dimensioni sono molteplici, dai pochi cm ai 2,5 m di diametro della Criniera di Leone, con lunghezza complessiva tentacolare di circa 35 m, e con pesi che arrivano a ben 250 kg. Presentano tre strati distinti: epidermide (esterno), mesoglea (gelatinoso, intermedio), gastrodermide (interno con cavità digerente, celenteron). La composizione è del 98% di acqua.

Rispetto alle Spugne, le loro cellule si presentano organizzate in diversi tipi di tessuti, epiteliale, muscolare e nervoso, ma senza formare organi veri. Un anello di fibre muscolari , controllate da fibre nervose, lungo il bordo del mantello, contraendosi e accorciandosi in movimenti pulsanti, espellono l’acqua fuori dal corpo e lo spingono in avanti, in genere verso l’alto. Non hanno occhi, ma organi sensoriali molto piccoli posti ad intervalli regolari sull’orlo dell’ombrello, con cui percepiscono la luce, la profondità. Si nutrono anche di meduse di altre specie, di crostacei, pesci piccoli, ma a volte possono anche proteggere sotto il loro mantello varie larve e pesci in stadi giovanili.

Nel 2010 si è verificato in Sardegna un unico caso di morte, ma dovuto alla Caravella Portoghese, che non è in realtà una medusa, ma un animale simile, un sifonoforo, costituito dal raggruppamento di molti polipi cnidari.

Pelagia noctiluca

Belle, ma pericolose, almeno alcune di quelle tropicali, di cui le australiane con veleno anche mortale. I tentacoli posseggono piccole cellule, nematocisti, con una specie di coperchio che copre una sorta di freccia, dotata di spine, azionata da un “grilletto” appena toccato. Il liquido iniettato contiene tre proteine con effetto generale anestetico, allergenico e paralizzante, a volte tossico. Invece le meduse del Mediterraneo, tra cui la Pelagia noctiluca, sono innocue, nonostante le temibili punture, piuttosto dolorose, con spiacevoli chiazze rossastre lasciate nelle zone colpite. Altre: Physalia physalis, Chrysoara Hysoscella, ecc.

Il loro ruolo ecologico è molto importante e variegato: oltre ad essere preda di molti pesci ed organismi superiori, agiscono da filtro e con i loro movimenti rimescolano le acque del mare, spostando nutrienti ed Ossigeno in zone più profonde. Le correnti marine ne sono quindi influenzate, con qualche conseguenza climatica. Negli ultimi tempi, si registra un certo aumento del numero di meduse nel Mediterraneo, a causa dello sfruttamento eccessivo, della pesca intensiva e del riscaldamento globale. Sono perciò diminuiti alcuni loro predatori. Principali nemici: cetacei, pesce luna (il più grande pesce osseo), pesce palla e tartarughe. Nel contempo sono anche aumentate le specie tropicali. Purtroppo molti altri organismi sono morti per soffocamento e ingestione di plastica, forse alcuni di essi possono scambiare per meduse gli stessi sacchetti. D’altra parte, contrariamente a quanto si credeva, anche le meduse possono ingerire plastica non biodegradabile.

Ciclo vitale delle meduse

La riproduzione è in parte sessuale con: deposizione delle uova di femmina in mare, liberazione degli spermatozoi da parte del maschio, formazione di planula sul fondo e sua trasformazione in polipo. In parte è asessuale con suddivisione di quest’ultimo in efire, giovani meduse, che poi si staccano e si muovono nelle acque.

Uno dei maggiori esperti mondiali in meduse è il Professor Ferdinando Boero, docente di Zoologia presso l’Università di Napoli, che ha scoperto e catalogato nuove specie di meduse. In particolare, ne ha intitolata una, Phialella zappai, al mitico Frank Zappa, estroso e innovativo musicista e cantante di origini italiane, che a sua volta gli ha dedicato un bel pezzo: “Lonesome Cowboy Nando”. Boero qualche anno fa ha promosso un innovativo progetto sulle Meduse, “Occhio alla medusa”, coinvolgendo molti ragazzi ed adulti in una sorta di monitoraggio sulla presenza di meduse nel Mediterraneo, in cui, oltre a quelle già note, sono state segnalate persino specie tropicali, mai trovate prima.

Turritopsis nutricola

Infine lo stesso ricercatore, già negli anni 80, con studenti e colleghi, si è dedicato allo studio della famosa Turritopsis nutricula, soprannominata “immortale”, che forse è l’unico organismo capace, in condizioni sfavorevoli, di invertire il suo normale ciclo vitale, ritornando allo stadio iniziale di polipo per poi ricominciare daccapo, per un numero indefinito di volte. Questo sarebbe forse teoricamente possibile in isolamento, ma non certo in mare, dove i predatori ne permettono solo un’esistenza normale e limitata. Pensare a qualche possibile utilizzo umano o di poter rubare il segreto dell’immortalità, è assai azzardato, poiché le meduse sono animali molto più semplici di noi. Una esistenza più lunga e sana si può ottenere solo con adeguati stili di vita, in ambienti non inquinati, e con dieta appropriata… E pensare che qualche persona di una certa età ha chiesto a Boero una pomata miracolosa per ritornare giovane, a base di medusa! Crediti immagini (in ordine): PianetaMamma.it; Atlantis Gozo; profpaolino.word.press.com; KontroKultura.it;

Interessante intervista televisiva (RAI3, Geo-Magazine) sulle meduse al prof. Ferdinando BOERO:

Prof. Ferdinando Boero (Associato ISMAR-CNR) a Geo-Magazine (RAI3)

Dante Iagrossi, Caiazzo