I punti caldi e il vulcano Kilauea

Kilauea_2018     Da qualche settimana il vulcano Kilauea, nelle Hawaii, ha ripreso ad eruttare e non accenna a fermarsi. L’eruzione è stata accompagnata da una scossa tellurica che ha sprigionato un’energia significativa, pari a 6,9 della scala Richter. L’esplosione avvenuta tra il 17 e il 18 maggio, oltre alla lava ha provocato l’emissione di materiali piroclastici, in particolare una nube di polveri alta nove kilometri.
Il vulcano si trova sulla maggiore delle isole Hawaii, la Big Island, abitata da oltre 185.000 persone. Alcune migliaia sono state evacuate dalle zone circostanti il Kilauea che si trova alle pendici del Mauna Loa, uno dei vulcani più grandi e conosciuto al mondo.
Tutte le Hawaii sono isole vulcaniche particolari: si trovano su “punti caldi”. Zone particolari presenti all’interno delle zolle che formano la crosta terrestre (continentale e oceanica) in cui colonne convettive di magma ascendenti, dalle parti più profonde del mantello si innalzano verso la superficie.
Nelle zolle oceaniche i punti caldi possono generare, come nel caso delle Hawaii – Emperor, un allineamento di vulcani. Un altro allineamento vulcanico di questa tipologia è quello della Linea – Tuamotu e della Marshall – Gilbert – Isole Australi. Oltre a quelli intraoceanici, ci sono anche punti caldi intracontinentali come il gruppo vulcanico del Camerun in Africa.
Altri casi di punti caldi si hanno in corrispondenza delle dorsali oceaniche: l’Islanda è un plateau vulcanico che si innalza dal fondale oceanico lungo la dorsale Medio – Atlantica.
La maggioranza dei vulcani però non sono associati ai punti caldi ma ai margini delle placche che possono essere divergenti, convergenti o trasformi. Video_01 (Huffington Post)Video dell’eruzione dello scorso 26 gennaio.
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