Il noce comune (Juglans regia L.)

L’autunno è la stagione della raccolta di noci e nocciole. Del nocciolo (Corylus avellana) ho già scritto, in questo breve post segnalo il noce comune (Juglans regia), un albero di grandi dimensioni che può raggiungere i 20-25 metri di altezza e il cui tronco può arrivare anche ai 2 metri di diametro. La corteccia ha un colore grigio chiaro ed è liscia negli esemplari giovani, in quegli adulti si fessura longitudinalmente.

     Le foglie sono composte e imparipennate (formate da un numero dispari di foglioline: 5-9, una all’estremità dell’asse fogliare e le altre a coppie, una a sinistra e l’altra a destra dell’asse). Se sfregate, spezzate o piegate emanano un forte aroma. Durante la fioritura che avviene a maggio, sulla stessa pianta sono presenti fiori maschili e femminili. I primi sono riuniti in amenti appariscenti di colore verde-bruno o rossastro mentre quelli femminili sono verdi e piccoli costituiti da un involucro che avvolge un pistilli sporgente in parte all’esterno.

I frutti sono costituiti dal mallo, una parte esterna verde e carnosa, ricca di tannini e aromi forti, da un guscio osseo che racchiude il seme detto gheriglio. Quando il seme matura, il mallo si degrada e marcisce lasciando ben visibile il guscio osseo marrone.

     Il frutto immaturo, sfruttando i tannini presenti nel mallo, viene utilizzato per produrre un liquore aromatico, il nocino. I semi invece sono ottimi alimenti, tra la frutta secca più pregiata, contengono il 25% circa di olio.

     Il legno, fino ad alcuni decenni fa era molto pregiato, duro ma facilmente lavorabile, era utilizzato per oggetti particolari e mobili di pregio. Oggi, in seguito allo scarso uso del legno nell’industria del mobile, il noce viene utilizzato prevalentemente come legna da ardere.

     Il noce è originario dell’Asia centro-occidentale, una zona che comprende parte dell’attuale Iran, Afghanistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan. Da questa regioni è stato poi esportato nel resto del mondo.

     Nel Medioevo il noce ha assunto la fama sinistra di albero maledetto, albero del diavolo, per le feste pagane e i riti di stregoneria che, secondo la Chiesa, si celebravano sotto questa pianta. Il caso più famoso è quello del Noce di Benevento.

     La scorsa primavera è stata pubblicata una ricerca sull’origine e la diffusione del noce comune condotta dall’Istituto di Biologia agro-alimentare e forestale e dall’Istituto per i Beni archeologici e monumentali, entrambi del CNR. Tra l’altro la ricerca ribadisce l’origine asiatica del noce, determinando con maggiore precisione gli areali dai quali si è diffusa e individuando quattro zone con un’elevata diversità genetica per quest’albero. Per saperne di più: il comunicato stampa “Tutto quello che avreste voluto sapere sul noce”, di Maria Emilia Malvolti. Crediti per l’immagine mallo con noce: Böhringer Friedrich .