Video della NASA sul ciclo Solare

     Alcune settimane fa la NASA ha pubblicato in Rete un breve video (3 min e 20 sec) sull’attività solare degli ultimi sette anni. Il video, accelerato riprende l’attività solare con migliaia di immagini, una ogni 12 ore, scattate dal 2010 alla fine del 2016. Le riprese sono state effettuate con due strumenti: l’Helioseismic and magnetic imager (Hmi) e l’Atmospheric imaging assembly (Aia), entrambi del Solar Dynamics Observatory che si trova nello Spazio dal febbraio del 2010, posizionato in orbita geostazionaria, cioè a 36.000 km circa dalla Terra.

Video NASA sul ciclo solare.

     Il ciclo del Sole riguarda soprattutto il fenomeno delle macchie solari, al quale è connessa l’attività magnetica solare e la maggiore o minore energia irradiata in tutte le direzioni nello spazio. Il numero delle macchie sulla superficie della Stella non è costante ma varia da un minimo ad un massimo, secondo un periodo medio di undici anni. Ma può ridursi anche a dieci o aumentare fino a dodici.

     C’è stato anche un periodo, dal 1645 al 1715, in cui questo ciclo si interruppe (minimo di Maunder) con la scomparsa quasi del tutto del fenomeno delle aurore polari (un fenomeno ottico visibile in corrispondenza dei Poli o in prossimità del circolo polare artico e antartico, caratterizzato da bellissime bande luminose mobili di diversi colori) come accertato dall’astronomo Edward Walter Maunder

     Dopo alcune intuizioni, il fenomeno venne definitivamente accertato dall’astronomo tedesco Heinrich Schwabe nel 1845, confermato negli anni successivi da Rudolf Wolf.

     Secondo molti studiosi il ciclo solare influisce sui fenomeni climatici terrestri e sul flusso di raggi cosmici che arrivano nell’atmosfera della Terra.

Per approfondire, un ipertesto di un liceo di Cuneo sulle macchie solari.

Prima giornata nazionale del paesaggio

     Il 14 marzo 2017, con oltre 150 iniziative in tutt’Italia, sarà celebrata la giornata nazionale del paesaggio. Sul sito del Ministero del Beni Culturali si legge che “L’evento, voluto per promuovere la cultura del paesaggio e sensibilizzare i cittadini riguardo i temi e i valori della salvaguardia dei territori, è stato illustrato dal Ministro Dario Franceschini insieme al Sottosegretario di Stato Ilaria Borletti Buitoni, al Segretario Generale del Ministero Antonia Pasqua Recchia, al Direttore Generale di Pompei Massimo Osanna, al Direttore del Museo archeologico Nazionale di Taranto, Eva degli Innocenti e a Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio Tre che è Media Partner dell’iniziativa.”

     Su Ministero Beni Culturali si possono individuare i principali eventi della propria Regione.

     La giornata è stata voluta dal Mibact (Ministero del Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) e coinvolge tutte le principali città d’Italia impegnandole nella promozione della cultura del paesaggio e nella salvaguardia del territorio. Nella stessa giornata, a Roma sarà sottoscritto il Piano Paesistico della Regione Piemonte che si aggiunge a quelli di Toscana e Puglia sottoscritti in precedenza.

     La tutela del paesaggio è stata inserita nei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica, in particolare all’articolo nove: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”

     Tutti gli eventi di domani vogliono richiamare i cittadini di ogni età a considerare il paesaggio un valore identitario del nostro Paese, da preservare per le generazioni future e valorizzare per uno sviluppo sostenibile e consapevole del territorio.

     Per stimolare attività progettuali per la riqualificazione del paesaggio è stato anche istituito il Premio Paesaggio Italiano, che sarà attribuito per la prima volta proprio domani 14 marzo.

Breve video di presentazione dell’Evento (MiBACT).

Video Cultural-ON: l’ontologia dei luoghi della cultura e degli eventi culturali 1h e 36 minuti, con immagini spettacolari dei paesaggi italiani.

Torino città verde nella graduatoria del MIT

     Il MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, con il Senseable City Lab, ha ideato il progetto Treepedia che, basandosi sull’analisi dei dati di Google Street View, ha calcolato l’indice di verde visibile e stilato una graduatoria delle città più verdi del Pianeta. Il progetto è guidato dall’italiano Carlo Ratti e si propone di orientare le politiche ambientali per contrastare l’inquinamento delle città. Con un censimento grafico, strada per strada, della copertura vegetale, sono state individuate e organizzate in una classifica 17 città del mondo con elevate percentuali di verde pubblico e privato. Il progetto Senseable City Lab spiegato in un video di RAI Scienze dieci anni fa, con un’intervista al responsabile Carlo Ratti.

     In questa speciale e ambita classifica, Torino è l’unica città italiana considerata, con un punteggio di 16,2% (al primo posto c’è la sorprendente città-Stato asiatica Singapore con 29,3%, mentre al diciassettesimo c’è Parigi con 8,8%). La graduatoria completa:

1. Singapore

2. Sydney, Australia

3. Vancouver, Canada

4. Sacramento, USA

5. Francoforte, Germania

6. Ginevra, Svizzera

7. Amsterdam, Olanda

8. Seattle, USA

9. Toronto, Canada

10. Miami, USA

11. Boston, USA

12. Tel Aviv, Israele

13. Torino

14. Los Angeles, USA

15. New York, USA

16. Londra

17. Parigi

All’indirizzo http://senseable.mit.edu/treepedia si può selezionare la città di interesse, comparirà la mappa, modificabile con lo zoom, con i quartieri e le indicazioni sui principali viali alberati. Video del TG1 del 04/03/2017.

La plasticità cerebrale: dalle cellule staminali alla vita di tutti i giorni

     Le Conferenze scientifiche dell’Associazione SeralMente Cultura Net continuano anche nel 2017. Il prossimo incontro di venerdì 10 marzo c.m. alle ore 21,00 riguarda il vasto tema della plasticità cerebrale, dalle cellule staminali alla vita di tutti i giorni.

     Nel segnalare l’importanza dell’argomento, riporto l’abstract della conferenza dei Proff. Luca Bonfanti (Dipartimento di Scienze Veterinarie e Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi) e Paolo Peretto (Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi e Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi), entrambi dell’Università degi Studi di Torino e ciascuno autore di molte decine di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.

Ognuno di noi nasce con 100 miliardi di neuroni collegati tra loro da migliaia di miliardi di connessioni, il che ci permette di pensare, muoverci, ricordare, amare, odiare, contrattare i prezzi al mercato e preparare conferenze. Numero, tipo, localizzazione di ogni neurone all’interno della complessità del cervello sono in gran parte determinati dalla genetica. Ma come può “la genetica” prevedere tutto ciò che succederà nel mondo che ci circonda? Se il mondo cambia (e tutti sappiamo che questo accade continuamente), come potremmo adattarci alle nuove situazioni? E’ possibile cambiare la struttura dei contatti tra i neuroni o il loro numero nell’arco della nostra vita? Possiamo sostituirli quando vengono danneggiati o addirittura persi, come nell’Alzheimer, nel Parkinson o nell’ictus? E’ vero che il nostro cervello contiene cellule staminali attive anche negli individui anziani? E, soprattutto, come sarà il nostro cervello all’età di 90 anni?

Queste sono solo alcune delle domande che negli ultimi decenni hanno appassionato neuroscienziati, affascinato cittadini curiosi di scienza, e illuso o dato speranza a pazienti con malattie neurologiche. Interpretando i ruoli dello scienziato ottimista e di quello pessimista, due ricercatori torinesi cercheranno di dare alcune risposte raccontando la storia, lo stato attuale e il futuro delle ricerche sulla plasticità cerebrale.”

     Come introduzione, propongo il video del neuroscienziato Michael Merzenich sulla capacità del cervello di ri-cablare attivamente se stesso. In inglese, ma sottotitolato in italiano (durata 23 min.).