Quanti tipi di neuroni esistono?

     Finora le ricerche scientifiche neurologiche hanno permesso di capire che la suddivisione “scolastica” dei neuroni in motori, sensoriali e di associazione, è una semplificazione eccessiva. Il neurone è l’unità cellulare che costituisce il tessuto nervoso e dalle ricerche effettuate in varie parti del mondo, pare che nel nostro cervello esistano alcune centinaia di tipologie diverse di neuroni! Certamente sono tipologie poco conosciute e risultano da pubblicazioni scientifiche specialistiche, sparpagliate e poco o per nulla consultabili.

     Da circa tre anni la University of British Columbia e la Carnegie Mellon University hanno organizzato un sito per fare un po’ d’ordine e raccogliere quante più informazioni possibili sulle diverse tipologie di neuroni. I neuroni poi sono solo una classe di cellule cerebrali, un’altra classe, le cellule della glia, è costituita da un numero di cellule molto maggiore e anche in questo caso le tipologie e le funzioni non sono ben conosciute.

     Se si vuole procedere nella comprensione dei meccanismi delle funzioni cerebrali, bisogna catalogare i tipi di neuroni conosciuti in modo che i ricercatori possano accedere più facilmente alla loro consultazione e prendere spunto per ulteriori ricerche e scoperte sul “sistema nervoso centrale”, encefalo soprattutto, di cui il cervello è una parte preponderante.

Il sito, in inglese, è specialistico: http://www.neuroelectro.org/

Per lo studio e la consultazione invece: http://it.wikipedia.org/wiki/Cervello ; http://it.wikipedia.org/wiki/Encefalo ; http://it.wikipedia.org/wiki/Neurone .

Credit immagine: en.wikipedia.org .

Lettera Enciclica “Laudato si’”

     La seconda Enciclica di Papa Francesco è un documento forte, coraggioso, “verde” e sociale nello stesso tempo, di denuncia delle enormi storture di una società consumistica, inquinatrice, sprecona e poco o per nulla solidale verso chi ha meno. L’Enciclica inizia con un riferimento al “Cantico delle creature “ di San Francesco d’Assisi:

«Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba». Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra … “

L’intera Enciclica, o le parti che più interessano, può essere letta qui:

http://speciali.espresso.repubblica.it/pdf/laudato_si.pdf

     Occorre cambiare modello di sviluppo e si ribadisce che la Terra non è nostra proprietà, tutti i viventi ne fanno parte e bisogna preservarla anche per le future generazioni, senza procedere ancora con lo spreco di risorse non rinnovabili e l’inquinamento di idrosfera, atmosfera e geosfera. Una posizione nettamente a favore dell’ambiente, pare avversata da alcune multinazionali prima ancora che l’Enciclica LAUDATO SI’ fosse pubblicata.

Philae e Rosetta di nuovo operativi

Philae-su-67P-300x168     Dopo le tre precedenti segnalazioni: Terra chiama e Rosetta risponde; Philae sbarca sulla cometa 67P; Philae e Rosetta un successo storico; ritorno sul programma Rosetta che sta facendo orbitare la sonda intorno alla cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko dove è “accometato” il lander Philae, lo scorso 12 novembre 2014. Dopo un lavoro di tre giorni in una depressione della cometa, all’ombra, alla temperatura di circa -160 °C, le batterie di Philae hanno smesso di inviare segnali. Oggi la cometa è un po’ più vicina al Sole e la depressione non è più in ombra, questo ha consentito ai pannelli di ricaricare le batterie e Philae ha inviato il proprio segnale alla madre Rosetta. Dopo sette mesi di completo silenzio è ripreso l’invio di dati da Philae a Rosetta e da questa alla Terra. Il segnale è arrivato da una distanza di circa 500 milioni di km, oltre la fascia degli asteroidi. L’annuncio del “risveglio” è stato dato sia dall’Agenzia Spaziale Europea sia da quella Italiana con il suo presidente Roberto Battiston. Il lander continuerà ad inviare dati sulla cometa che viaggia nello spazio interplanetario e magari ne sapremo di più sulle molecole organiche che si pensa abbiano “colonizzato” la Terra primordiale di quattro miliardi di anni fa, portate proprio dalle comete.

Immagine: Philae sulla superficie della cometa (afp), cliccarci su per ingrandirla. Agenzia Spaziale Europea; Agenzia Spaziale Italiana.

Nuova legge sui reati ambientali

rifiuti_nel_bosco     Un paio di settimane fa, il Senato della Repubblica italiana ha approvato in modo definitivo il disegno di legge sui reati contro l’ambiente. Le proposte risalgono a circa vent’anni fa e da allora i disastri ambientali sono stati molti, spesso di grande impatto sull’opinione pubblica. Dopo tutto questo tempo, una maggioranza politica trasversale (PD, M5S e SEL) ha votato il disegno di iniziativa parlamentare.

     D’ora in poi, alcuni reati contro l’ambiente non saranno soltanto sanzionati con una contravvenzione ma diventano reati penali, con un tempo di prescrizione raddoppiato e pene aumentate. Ad esempio, il reato di inquinamento ambientale oltre a prevedere una multa da 10 mila a 100 mila euro, può comportare la reclusione da 2 a 6 anni.

     Prospettive che, si spera, possano ridurre questi tipi di reati e la devastazione di aree agricole o boschive più o meno vaste. Rimane il grande tema del ripristino dei luoghi inquinati: in molte zone d’Italia andando per i boschi e le campagne purtroppo non è difficile trovare rifiuti d’ogni genere, senza contare l’inquinamento spesso invisibile dei “grandi siti”. Nel testo è prevista anche la confisca di beni e il ripristino della situazione ambientale antecedente all’inquinamento da parte dei colpevoli.

Per approfondire: Legge 22 maggio 2015 n. 68, “Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente” entrata in vigore il 29 maggio scorso.

Riporto ancuni commi dell’art. 1, che aggiunge il titolo VI bis al codice penale. 

Art. 452-bis. (Inquinamento ambientale). – E’ punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili:

1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo;

2) di un ecosistema, della biodiversita’, anche agraria, della flora o della fauna.

Quando l’inquinamento e’ prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena e’ aumentata.

Art. 452-ter. (Morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale). – Se da uno dei fatti di cui all’articolo 452-bis deriva, quale conseguenza non voluta dal reo, una lesione personale, ad eccezione delle ipotesi in cui la malattia ha una durata non superiore ai venti giorni, si applica la pena della reclusione da due anni e sei mesi a sette anni; se ne deriva una lesione grave, la pena della reclusione da tre a otto anni; se ne deriva una lesione gravissima, la pena della reclusione da quattro a nove anni; se ne deriva la morte, la pena della reclusione da cinque a dieci anni.

Nel caso di morte di piu’ persone, di lesioni di piu’ persone, ovvero di morte di una o piu’ persone e lesioni di una o piu’ persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per l’ipotesi piu’ grave, aumentata fino al triplo, ma la pena della reclusione non puo’ superare gli anni venti.

Art. 452-quater. (Disastro ambientale). – Fuori dai casi previsti dall’articolo 434, chiunque abusivamente cagiona un disastro ambientale e’ punito con la reclusione da cinque a quindici anni. Costituiscono disastro ambientale alternativamente:

1) l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema;

2) l’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali;

3) l’offesa alla pubblica incolumita’ in ragione della rilevanza del fatto per l’estensione della compromissione o dei suoi effetti lesivi ovvero per il numero delle persone offese o esposte a pericolo.

Quando il disastro e’ prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena e’ aumentata.”

Nell’immagine: rifiuti vari (urbani, scarti di edilizia, plastica, …) riversati in un bosco; ora anche questi comportamenti sono reati penali.

La sonda Dawn orbita intorno a Cerere

     Dopo essere stata in orbita per oltre un anno (14 mesi) intorno a Vesta (vedi “La Terra-bambina”), la sonda Dawn lanciata dalla NASA nel 2007, quasi tre mesi fa è arrivata intorno a Cerere, il più grande corpo celeste della fascia degli asteroidi, classificato “pianeta nano” come Plutone. La fascia degli asteroidi orbita intorno al Sole nella regione compresa tra Marte e Giove. Quelli di maggiori dimensioni individuati e classificati, sono oltre diecimila: il più grande è proprio Cerere che ha un diametro di circa 950 – 1000 km.

     Cerere è stato il primo di quella fascia ad essere scoperto, il 1° gennaio del 1801 dall’astronomo italiano Giuseppe Piazzi che lo considerò un pianeta. Ricoperto da una polvere scura, riflette poco la luce solare. Nel perielio raggiunge una distanza dal Sole di 380 milioni di km circa, nell’afelio la distanza arriva a 440 milioni di km (la Terra ha una distanza media dal Sole di 150 milioni di km).

     Solo negli ultimi anni, le immagini inviate da Dawn hanno fornito dettagli sulla superficie di Cerere, anch’essa più o meno sferica e ricoperta da crateri da impatto, come la superficie della Luna o di Mercurio.

     Una caratteristica di Dawn è il suo sistema di propulsione: non si muove solo sfruttando la forza di gravità dei corpi celesti ai quali si avvicina, ma ha un “motore” a ioni che le ha permesso finora di dirigersi in determinate direzioni pianificate dalla NASA. Anche se era previsto che dopo aver orbitato intorno Cerere si dirigesse verso Pallade (570 km di diametro, il secondo per dimensioni fra gli asteroidi, scoperto nel 1802), un guasto probabilmente obbligherà Dawn a rimanere intorno a questo pianeta nano fino a che la sua orbita glielo permetterà, poi cadrà su di esso. Intanto continua ad inviare immagini e dati relativi alla superficie e al sottosuolo grazie alle sue strumentazioni, tra le quali uno spettrometro realizzato in Italia dalla Selex Galileo, insieme e per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

     Tra le altre cose si cerca di capire se effettivamente, come si ritiene in base alla sua distanza dal Sole, Cerere sotto la sua superficie possiede grandi masse d’acqua ghiacciata. C’è chi si spinge ad ipotizzare che l’eventuale presenza di calore interno, dovuto al decadimento di materiali radioattivi, possa aver mantenuto una parte dell’acqua allo stato liquido. Ne sapremo di più nelle prossime settimane, forse mesi. Nei prossimi giorni (il 6 giugno 2015) Dawn arriverà a 4400 km dalla superficie di Cerere, permettendo uno studio molto più dettagliato della sua natura, in particolare si potrà capire se c’è anche una parte di ghiaccio superficiale, esposto al “vuoto” interplanetario, come sembra da alcune fotografie.

Credit immagini (Cerere fotografata da Dawn il 12/02/2015, da una distanza di 80.000 km): NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA;Dawn (ricostruzione): www.jpl.nasa.gov .