Balle di Scienza a Pisa

Si tratta di una mostra ospitata al “Palazzo Blu” di Pisa, iniziata lo scorso 22 marzo e che continuerà fino al 29 giugno 2014, proposta in occasione del 450° anniversario della nascita di Galileo Galilei. “Balle di Scienza, storie di errori prima e dopo Galileo” è curata da Franco Cervelli e Vincenzo Napolano ed è promossa dall’Università di Pisa e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Red-Shift-Stars-300x184     Gli errori in campo scientifico sono stati numerosi, anche dopo la formulazione del metodo sperimentale galileiano, grazie al quale  la Scienza non viene più fondata sulla tradizione o solo sul sapere tramandato, ma su osservazioni concrete, sperimentazioni e verifiche oggettive. Nella storia rimangono solo quelle ipotesi,affermazione che poi si rivelano corrette, ma sicuramente quelle che non hanno superato le verifiche sperimentali sono state molte di più. Non sono stati pochi i casi di scienziati che, pur seguendo un metodo sperimentale, sono incorsi in errori più o meno gravi. Ma se questi errori sono stati individuati vuol dire che il “metodo scientifico”, come modo razionale di procedere nella ricerca delle leggi e dei fenomeni che regolano l’Universo, la materia e la vita, funziona. Basti pensare alla teoria della generazione spontanea della vita che è stata dura da contrastare. Nel XVII secolo lo fece efficacemente Francesco Redi con i suoi celebri esperimenti; infine nel 1864 Louis Pasteur (1822-1895) con le esperienze realizzate nel suo laboratorio parigino dimostrò in modo definitivo l’impossibilità della generazione spontanea delle attuali forme di vita.  Sicuramente anche oggi nelle diverse teorie scientifiche, nei vari modi di rappresentare le conoscenze scientifiche ci sono errori e imperfezioni, ma il tempo e la disponibilità di strumenti d’indagine sempre più sofisticati ci consentiranno di individuarli e di aggiornare o sostituire le precedenti teorie. La Scienza è per definizione un sapere perfettibile.

La mostra di Pisa racconta proprio gli errori che hanno accompagnato l’uomo nella sua continua ricerca della natura delle cose e degli esseri viventi. Anche oggi si procede per ipotesi, tentativi ed errori che non vanno demonizzati perché sono proprio questi ultimi che permettono di formulare ipotesi nuove che ci avvicinano alla verità. La scienza ha imparato a convivere con gli errori e con le incertezze.

Aleksandr_Fridman-241x300     Tante persone però, non commettono solo errori ma speculano sui dati e sulle notizie scientifiche, mentono cercando di sfruttarle con pseudoprove, per ricavarne un guadagno in termini economici e di popolarità. Penso a qualche recente fatto di cronaca italiana del settore sanitario, per anni accreditato da alcuni media e oggi oggetto di indagine della magistratura, oppure a chi da qualche decennio mette in dubbio lo sbarco sulla Luna. A diffondere notizie e comportamenti che hanno poco o nulla di scientifico contribuiscono molto i mass media e quei vastissimi settori della rete globale che non hanno alcun controllo di qualità su quello che pubblicano.

hubble-231x300     Anche alcuni grandi scienziati, oltre alle loro scoperte talvolta eccezionali, hanno commesso errori. Ad esempio Albert Einstein riteneva che l’Universo non fosse in espansione ma statico. Dopo molto tempo, e dopo aver incontrato Hubble nel 1930, dovette ammettere che le intuizioni di Aleksandr A. Fridman (1888-1925) che propose una soluzione alle equazioni di campo della relatività generale erano vere. Furono necessarie le dimostrazioni di Edwin Hubble (1889-1953) del fenomeno del redshift nel 1929, che lo condussero alla famosa legge H0=v/d (H0= costante di Hubble, v= velocità di allontanamento in km/s, d= distanza delle galassie in megaparsec) a convincere Einstein. In base alla legge di Hubble, oggi sappiamo che le galassie si stanno allontanando da noi con una velocità tanto più elevata quanto più sono distanti. Immagini dall’alto: Redshift, Fridman, Hubble.

Per saperne di più sulla mostra: Università di Pisa; Palazzo Blu; www.infn.it/comunicazione .

 

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