Il Consiglio d’Europa decide sugli OGM?

     Il mese scorso, la Commissione Europea ha praticamente deciso di dare via libera alle coltivazioni di mais Ogm. Secondo la Commissione, l’assenza di nuove argomentazioni che possano bloccare le coltivazioni deve essere valutata da tutti i Paesi membri. Perciò il divieto di coltivazione di prodotti Ogm, almeno per il mais deve essere rimosso. Una proposta del 2010 dava facoltà ai singoli Stati di decidere autonomamente se coltivare o meno mais modificato geneticamente. In alcuni Paesi tra cui l’Italia ci sono state alcune coltivazioni sperimentali. Alcune regioni, in virtù dei loro poteri, hanno preso decisioni senza aspettare quelle nazionali. Il Friuli Venezia Giulia ad esempio ha vietato la semina di prodotti Ogm e gli amministratori sono decisi a chiedere all’Europa di essere una Regione libera da questi prodotti.

Ma cosa sono i prodotti Ogm? La sigla riguarda tutti quegli organismi e i loro semi il cui DNA (patrimonio genetico) è stato modificato con tecniche di ingegneria genetica. Alcuni geni quindi sono stati modificati, aggiunti o eliminati rispetto allo stesso prodotto “naturale”. Non sono ancora ben chiare e comunque non certe le ricadute che queste coltivazioni e il loro utilizzo per l’alimentazione umana o quella degli altri animali potranno avere sulla salute e sull’ambiente.

In questo semestre, la presidenza greca dell’Unione Europea ha deciso di mettere all’ordine del giorno l’annosa questione Ogm sì/no e dopodomani 3 marzo, il Consiglio dei ministri europei dell’ambiente troverà la questione sul tavolo. Ci saranno anche una parte dei risultati tecnici del gruppo di lavoro che ha approfondito l’argomento. Nei laboratori di varie parti del pianeta le sperimentazioni continuano, finanziate soprattutto da grandi gruppi multinazionali del settore agricolo e di quello farmaceutico.

Sicuramente la questione Ogm ha implicazioni scientifiche e soprattutto commerciali, considerato che negli USA queste coltivazioni sono consentite da anni. Il tipo di mais su cui ci sono orientamenti diversi sulla coltivazione è il 1507 della Pioneer, azienda statunitense leader del comparto sementiero mondiale. Probabilmente tra qualche giorno ci sarà il via libera a questa coltivazione, anche se l’Italia è uno dei dodici Paesi che finora si sono opposti. Secondo alcuni organi di stampa (vedi Avvenire) l’Europa sulla questione è divisa in tre “blocchi”: Paesi a favore (Spagna, Gran Bretagna, Finlandia, Estonia), quelli contrari (Francia, Italia, Grecia, Olanda, Lussemburgo, Romania, Malta, Irlanda), senza una posizione netta Germania, Portogallo, Repubblica Ceca e Belgio.

L’immagine: mais naturale prodotto nel mio piccolo campo.