Visitando Pavia e la sua prestigiosa università con alcune classi del mio liceo, qualche mese fa abbiamo avuto l’occasione di vedere diversi riferimenti a Camillo Golgi, lo studioso famoso soprattutto per aver dato il nome a un importante organulo cellulare: l’apparato di Golgi. Quest’organulo è presente in tutte le cellule eucariotiche, quelle più evolute, provviste di un vero nucleo delimitato da una membrana nucleare. Svolge compiti fondamentali per le cellule: elabora, imballa e distribuisce materiali.
Visto al microscopio elettronico, l’apparato di Golgi appare costituito da un insieme di quattro o più sacchi appiattiti e discoidali detti cisterne, disposte in pile. Ciascuna cisterna è formata da membrane, tubuli e vescicole.
L’apparato riceve vescicole contenenti varie sostanze, soprattutto proteiche, provenienti dal reticolo endoplasmatico rugoso, ne rielabora i contenuti e inserisce queste rielaborazioni in ulteriori vescicole di trasporto indirizzate verso altre regioni cellulari. Soprattutto verso la membrana plasmatica. Per questo si dice che l’apparato di Golgi è provvisto di una polarità: una parte di formazione (cis), rivolta verso il reticolo endoplasmatico e l’altra di maturazione e smistamento (trans), rivolta verso la membrana cellulare. In tal modo le proteine provenienti dal reticolo endoplasmatico seguono un percorso a senso unico durante il quale sono ulteriormente modificate.
Ciascuna cellula vegetale può avere anche centinaia di apparati di Golgi, in quelle animali il loro numero generalmente è compreso tra dieci e venti. Tra le numerose sostanze che transitano e sono rielaborate da quest’organulo, ricordo i diversi tipi di proteine di membrana, le glicoproteine e i glicolipidi. Non solo, sappiamo anche che una parte dei materiali imballati nelle vescicole di trasporto, attraversano la membrana plasmatica ed escono all’esterno della cellula che li ha prodotti. Ad esempio, le cellule vegetali e quelle dei funghi sono provviste anche di una parete cellulare, esterna alla membrana, i cui componenti (nei vegetali prevalentemente cellulosa, nei funghi soprattutto chitina e glucani) provengono dall’interno della cellula.
Ma chi è stato Camillo Golgi (1843-1926)? Un medico e un biologo, un grande uomo di scienza, docente sia all’università di Siena che a quella prestigiosa di Pavia (fondata nel lontano 1361), dove poi divenne rettore. I suoi studi sulla struttura e la fisiologia cellulare, soprattutto delle cellule nervose, gli valsero il premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1906, insieme a Ramon y Cajal. È stato il primo italiano a ricevere un premio Nobel, precedendo di qualche settimana Giosuè Carducci che ricevette quello della letteratura. La scoperta dell’apparato di Golgi avvenne nel 1897 e fu pubblicata sulla Società Medico Chirurgica di Pavia l’anno successivo. La struttura e le funzioni di quest’organulo invece incominciarono a chiarirsi solo con le osservazioni al microscopio elettronico, a partire dal 1952.
Per saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Camillo_Golgi
Video sull’apparato di Golgi pubblicato lo scorso gennaio da Agorà-Scienze Biomediche:
https://www.youtube.com/watch?v=AH9S_uNuN_w
Nelle immagini: uno schema del complesso di Golgi, foto di Camillo Golgi, una targa commemorativa sul palazzo dove soggiornò a Pavia, ad un centinaio di metri dall’università.