L’Etna, le Eolie e il Marsili

     Non passa anno senza che l’Etna, il più grande vulcano d’Europa, col suo spettacolo ci mostri quanto sia attivo e “vivo” il nostro pianeta, caratterizzato da  enormi forze endogene. L’Etna fà parte della “Provincia magmatica siciliana”, con magmi di tipo basaltico e oceanico, come quelli che hanno portato alla formazione delle isole di Pantelleria, Ustica e Linosa. L’attività magmatica di questa “Provincia” è iniziata circa 7 milioni di anni fa. Invece lo Stromboli, Lipari, Vulcano e le altre isole (Salina, Alicudi, Filicudi e Panarea, vulcani quiescenti) dell’arcipelago a nord della Sicilia, fanno parte di un’altra Provincia magmatica: quella delle Eolie, la cui attività è più recente perché risale solo ad un milione di anni fa.
     A nord della Provincia magmatica delle Eolie, in pieno Mar Tirreno, si estende un’altra zona magmatica: quella che comprende il vulcano sottomarino Marsili (da Luigi Ferdinando Marsili, 1658-1730), e i suoi “cugini” Vavilov e Magnaghi, verso ovest. Dal fondale, a circa 3.000 metri, questi vulcani si innalzano fino ad alcune centinaia di metri dalla superficie. In particolare il Marsili ha le stesse dimensioni dell’Etna, con un diametro alla base di circa 45 km, ed è il più grande vulcano sottomarino d’Europa. Il Marsili è un vulcano attivo risalente a 2 milioni di anni fa e dista circa 150 km dal Golfo di Napoli. Ultimamente, uno studio del CNR e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha raccolto nuovi dati e ipotizzato che il Marsili faccia parte della stessa Provincia magmatica dello Stromboli. Lo studio pubblicato sulla rivista “Earth Science Reviews” fà risalire la nascita del Marsili a circa un milione di anni fa, mentre si è sempre ritenuto che fosse più antico e facesse parte della crosta sottomarina, come conseguenza della “nascita” del Mar Tirreno. I nuovi dati sulle caratteristiche morfologiche del Marsili e sul suo magma sono stati raccolti in due recenti campagne oceanografiche: nel 2007 e nel 2010 utilizzando sonar di ultima generazione. La cima del Marsili si trova a circa 540 metri di profondità, quindi non ostacola in alcun modo la navigazione. Sono stati anche individuati nuovi sistemi di fratture che avrebbero consentito la risalita di magma basaltico.

Attualmente il Magnaghi e il Vavilov sono considerati inattivi. Nel Tirreno meridionale ci sono altri apparati vulcanici, cito il Palinuro, il Glabro, l’Alcione, i Lametini, Eolo, Enarete e Sisifo. Il Mar Tirreno risale a circa 10 milioni di anni fa ed è il più giovane e instabile dei mari del Mediterraneo.

Nelle foto: un’eruzione dell’Etna degli ultimi mesi e la struttura del Marsili ricostruita dalle navi oceanografiche.

Alcuni video sulle eruzioni etnee delle ultime settimane messi in rete da appassionati locali o studiosi.

http://www.youtube.com/watch?v=8Dyct375fGA

http://www.youtube.com/watch?v=VYbgR_C1HLs

http://www.youtube.com/watch?v=knENgSa4rfY

http://www.youtube.com/watch?v=uVOcxNpfCE0

Video (catastrofico) sulla possibile pericolosità del Marsili: http://www.youtube.com/watch?v=CtjZhmL8Ucg

 

2 pensieri riguardo “L’Etna, le Eolie e il Marsili”

    1. Caro amico ti ringrazio per l’interesse. Purtroppo, a parte una fugace visita, non ho avuto neanch’io il piacere di fare trekking o una vera escursione su quel vulcano.

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