Settimana mondiale del cervello 2013

img_settimanamondialedelcervello-300x253      È iniziata ieri 11 marzo e proseguirà fino a domenica 17. La settimana mondiale del cervello di quest’anno, in Italia è promossa dalla Società Italiana di Neurologia (SIN). A livello europeo se ne occupa la “European Dana Alliance for the Brain”, negli USA la Dana Alliance for Brain. Il vasto tema proposto per quest’edizione è la diagnosi precoce delle malattie neurologiche. Quali sono le principali di queste malattie? Senza alcun dubbio le più diffuse sono il morbo di Parkinson, la malattia di Alzhaimer, la sclerosi multipla e la sclerosi laterale amiotrofica. Oggi la medicina dispone di strumenti che con periodici controlli consentono di diagnosticare precocemente chi è affetto da una di queste malattie degenerativa, con tutti i vantaggi che se ne possono ottenere per un loro rallentamento nella progressione o magari fino al loro arresto.

La campagna d’informazione di questa settimana si concretizza in numerose iniziative rivolte a specialisti e al grande pubblico.

Non sono certo un esperto di neurologia, perciò in quest’occasione mi limito solo a divulgare la notizia e a segnalare qualche informazione sul morbo di Parkinson, affrontato in una discussione di classe nel liceo dove insegno. Si tratta di una condizione neurodegenerativa che provoca in chi ne è colpito difficoltà di movimento, tremori e una rigidità muscolare più o meno grave. Da cosa è causato? Dalla morte di uno specifico gruppo di cellule nervose situate alla base del cervello. Contestualmente diminuisce la quantità di dopamina, una sostanza chimica di cui si servono i neuroni, e forse anche le cellule della glia, per comunicare tra loro e tra le varie aree dell’encefalo.

Un’alunna mi ha chiesto se si possono utilizzare le cellule staminali per curare, in generale, i danni cerebrali. Sicuramente in vari laboratori nel mondo sono state fatte ricerche e sperimentazioni sull’uso di cellule staminali per ricostituire tessuto cerebrale. Ma il problema è molto complesso. Le cellule staminali sono cellule generiche, immature e molto versatili, che possono riprodurre cellule di altri tessuti, compreso quello nervoso. Però per inserire un gruppo di staminali in un cervello, magari in profondità, non si rischiano danni anche gravi al tessuto sano?  Le staminali inoltre sono cellule che si riproducono e specializzano. Siamo in grado di controllare la loro riproduzione una volta impiantate, senza che proliferino in modo indefinito, magari nella direzione del tessuto sano? Oppure verso altri distretti del corpo? C’è poi un problema più strettamente anatomico e fisiologico: sono in grado, queste cellule ormai differenziate, di ricostruire quei miliardi di connessioni scomparse o danneggiate? Saranno in grado di rilasciare dopamina nella giusta quantità e all’occorrenza? Il cervello è un vero e proprio universo, in gran parte sconosciuto. Questa settimana è l’occasione giusta per cercare si saperne un po’ di più.

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