Le motivazioni della sentenza sugli scienziati

sismografo_moderno-300x224      Come avevo già scritto la sentenza non ha riguardato la Scienza ma alcune persone che, secondo i giudici, non hanno svolto appieno il loro lavoro. Oggi sono state depositate le motivazioni della sentenza sul terremoto dell’Aquila: 940 pagine per spiegare perché sette esperti della Commissione Grandi Rischi sono stati condannati.

Dalle notizie d’agenzia e di stampa che è possibile trovare, appare chiaro che le condanne non riguardano la mancata previsione del sisma che il 6 aprile del 2009 provocò 309 vittime e migliaia di feriti oltre a decine di migliaia di senzatetto, perché (scrive il giudice) “i terremoti non si possono prevedere”. Ma gli esperti parteciparono o avallarono “un’operazione mediatica” dell’allora Capo della Protezione Civile. Tecnici ed esperti perciò parteciparono ad un’opera di rassicurazione della popolazione che non poteva avere fondamenta scientifiche, con tragiche conseguenze. L’autorevolezza della fonte (la Commissione) ha rassicurato oltre ogni dubbio anche i più sospettosi che diffidavano delle dichiarazioni di chi ricopriva cariche istituzionali e politiche. Ci sono state “carenze nell’analisi del rischio” e “valutazioni approssimative e generiche”. La colpa degli scienziati quindi non riguarda affatto la mancata previsione del terremoto, infatti si legge: “Il presente processo non è volto alla verifica della fondatezza, della correttezza e della validità sul piano scientifico delle conoscenze in tema di terremoti. Non è sottoposta a giudizio la scienza per non essere riuscita a prevedere il terremoto del 6 aprile 2009.  … Il compito degli imputati, quali membri della commissione medesima, non era certamente quello di prevedere il terremoto e indicarne il mese, il giorno, l’ora, la magnitudo, ma era invece, più realisticamente, quello di procederealla previsione e prevenzione del rischio”. Domani sulla stampa se ne saprà certamente di più.

Riguardo ai tanti fatti accaduti a l’Aquila: superficialità, negligenze, risate di imprenditori e professionisti che pensavano agli affari sulle disgrazie della popolazione, falsi pianti (dalle intercettazioni risulta che veniva loro da ridere, ma qualche lacrima era necessaria perché l’evento terremoto doveva essere “uno spettacolo”) di alti rappresentanti del governo di allora, sulla morte di adulti e bambini, spero che gli italiani si indignino su tutto e non dimentichino, come accade spesso! La memoria di tanti di noi è decisamente “corta” se ripetono più volte gli stessi errori.

Nell’immagine: un moderno sismografo con un tracciato sismico (sismogramma).

 

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