Torino e i trapianti di organi

     In questi giorni si parla insistentemente di “spending review” cioè revisione della spesa. Giustamente si cerca di ridurre gli sprechi di alcuni settori della Pubblica Amministrazione, Sanità in primo luogo. Si dice che questo comporterà una maggiore attenzione alle spese che dovranno tener conto, per i prezzi dei materiali e le aziende, delle selezioni effettuate dalla Consip. Purtroppo è previsto anche l’accorpamento (o la chiusura) degli ospedali con meno di 80 posti letto. Sicuramente per le prestazioni di grande specializzazione, come i trapianti di organi, i piccoli ospedali non garantiscono efficienza, competitività o sicurezza. Per molti altri aspetti invece, per i pazienti costituiscono un legame fondamentale col territorio e le famiglie. 

     Ritornando ai trapianti di organi, un’indagine pubblicata su l’Espresso del 10 maggio scorso, in un articolo di Ignazio Marino, risulta che Torino è la città italiana dove nel 2011 è stato eseguito il maggior numero di trapianti di organi. Gli organi considerati sono cuore, fegato e rene. In questo post riassumo alcuni dati e li rappresento graficamente. Bisogna precisare che il dato di Milano aumenta sensibilmente se si sommano anche i trapianti del San Raffaele (36, polemiche a parte sugli interventi non necessari), del Policlinico (97) e dell’ Istituto tumori (36).

     I dati potrebbero sembrare incoraggianti ma ancora non bastano: ci sono migliaia di persone in lista d’attesa. Da una parte c’è il problema della carenza di organi, dall’altra quello delle strutture inadeguate di alcune città e del personale impreparato in alcuni ospedali. Spesso sono state acquistate attrezzature costose che sono rimaste inutilizzate per anni. E si sa che dopo qualche anno le tecnologie diventano obsolete. Alcuni servizi televisivi sugli sprechi e sulle eccellenze in alcune strutture sanitarie hanno mostrato un Paese disomogeneo. Purtroppo le “razionalizzazioni” imposte dall’attuale crisi finanziaria ed economica potrebbero portare ad un peggioramento della situazione. Per mantenere gli attuali standard di assistenza sono stati annunciati decreti di modifica dell’attuale sistema di ticket. C’è da scommettere che complessivamente ci sarà un ulteriore aggravio di spesa sanitaria per le famiglie, portando alcune di loro in un periodo così difficile, a rinunciare ad alcuni tipi di cure e alle visite e agli esami di prevenzione. 

 

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