La tesina di “maturità” di una studentessa che verrà presentata nei prossimi giorni, incentrata sulle droghe e integrata con interviste ad operatori sociali del settore tossicodipendenza, mi induce a ricordare che oggi è la giornata mondiale contro le droghe. Venne istituita dall’ONU nel 1987, 25 anni fa. Qual è lo scopo? Informare, spingere a cercare soluzioni per i problemi causati dall’uso di sostanze stupefacenti, cercare di prevenire la loro assunzione. Le varie comunità terapeutiche organizzano per oggi manifestazioni di vario tipo. Anche grazie a loro, negli ultimi decenni i decessi per l’assunzione di droghe si sono ridotti progressivamente: nel 1996 in Italia ci sono stati oltre 1500 casi, nel 2002 si sono ridotti a 500, da allora la diminuzione è stata meno rapida. Oltre ad uccidere i diretti interessati però le droghe distruggono famiglie, creano allarme sociale, spesso determinano un aumento della delinquenza comune.
Quali sono le strategie adottate a livello internazionale per combattere la diffusione delle sostanze stupefacenti? In diversi Paesi si è proceduto alla distruzione delle coltivazioni, soprattutto in Afghanistan per il papavero da oppio e Colombia e Bolivia per le coltivazioni di coca. I risultati non sono stati soddisfacenti e hanno determinato l’ulteriore impoverimento degli agricoltori di quelle zone. Alcuni Paesi europei, Olanda e Svizzera, hanno imboccato la strada delle liberalizzazioni, non considerando reato il consumo personale di alcune droghe ritenute “leggere”, cannabis soprattutto. Questo ha avuto come conseguenza una riduzione della criminalità legata a questi consumi ma non ha inciso sul consumo delle altre droghe. Gran parte degli Stati si sono attrezzati con Comunità di recupero in cui è previsto un soggiorno più o meno lungo per disintossicarsi e recuperare l’equilibrio e la “normalità” perduti. Naturalmente queste comunità hanno un costo di un certo rilievo per le famiglie e per lo Stato. Un altro strumento è quello farmacologico: Il servizio sanitario pubblico distribuisce, dietro presentazione di ricetta medica, sostanze, come il metadone, in grado di evitare le crisi di astinenza e gestire la sofferenza psico-fisica. Raramente queste sostanze portano alla “guarigione”, se non accompagnate da rigidi percorsi individualizzati in comunità o seguiti da personale sanitario specializzato.
Dal punto di vista biologico, tutte le droghe agiscono sul Sistema Nervoso Centrale in cui si possono individuare tante aree, ognuna delle quali bersaglio di una determinata sostanza. Se consideriamo poi che alcune persone associano il consumo di sostanze diverse, accompagnate anche dall’alcol e dal fumo di sigaretta, lo studio delle conseguenze sul fisico e sulla psiche diventa complicatissimo. A grandi linee le aree bersaglio sono: la corteccia prefrontale, la corteccia somatosensoriale, il sitema limbico, l’ippocampo, l’Amigdala, l’area tegumentale e il cervelletto, ciascuna con funzioni specifiche.
Per saperne di più:
http://www.focus.it/scienza/salute/la-giornata-mondiale-contro-la-droga_26062012_2211_C38.aspx
Nell’immagine: le aree cerebrali principali. Tratta da: http://www.liquidarea.com/wp-content/uploads/2009/10/broca_area.jpg