Anche in questo blog, periodicamente ci ritroviamo a scrivere di eventi naturali catastrofici: terremoti, frane, alluvioni, eruzioni vulcaniche. Vedi alcuni post: Frane e dissesto idrogeologico; Nazca – Sudamerica: uno scontro titanico; Vulcani d’Islanda; Il colera dopo il terremoto; Terremoto e tsunami in Giappone; Turchia: tra terremoti e faglie; Anche la Pianura Padana trema; L’Etna dà spettacolo.
Perché sono fenomeni tanto frequenti? Contrariamente a quanto pensano alcune persone, il territorio è in continua trasformazione non solo a causa delle attività umane: cementificazioni varie, strade, autostrade, gallerie ecc. ma anche per cause naturali. Alcune lentissime: erosione del suolo, azione delle acque dei fiumi e dei ghiacciai (sempre più ridotti), bradisismi, azione della vegetazione, … Altre rapidissime, come i terremoti. Annualmente solo in Italia i sismografi registrano migliaia di terremoti, alcuni avvertiti solo dagli strumenti, altri anche dalla popolazione e nella stragrande maggioranza dei casi senza danni né vittime. Talvolta invece ci sono molti danni e vittime come nel 2009 a L’Aquila o stamattina alle 4,00 in Emilia con 6 o 7 morti, ma il numero potrebbe aumentare in modo significativo. Bisogna ribadire ancora una volta che non è il terremoto in sé a causare vittime ma è il crollo degli oggetti, degli edifici o di parti di edifici che travolge le persone. In alcuni casi, come a Messina nel 1908, il maremoto che segue il terremoto è ancora più catastrofico. Ogni volta che ci sono vittime vuol dire che non è stata fatta abbastanza prevenzione con le costruzioni. Ritornando al terremoto dell’Emilia di poche ore fa, bisogna dire che la zona interessata non è classificata a rischio sismico elevato ma a rischio medio. Infatti se scorriamo l’elenco dei terremoti italiani più catastrofici degli ultimi due secoli, non ne troviamo nessuno nella Pianura Padana.
1908 – Messina e Reggio Calabria, 123.000 vittime
1915 – Avezzano, 30.000 vittime
1857 – Salerno, 12.300 vittime
1805 – Molise, 5.600 vittime
1980 – Campania e Basilicata, 2.660 vittime
1883 – Casamicciola, 2.300 vittime
1930 – Irpinia, 1.400 vittime
1976 – Friuli, 1.008 vittime
1887 – Liguria, 640 vittime
1836 – Rossano Calabro, 590 vittime
1905 – Nicastro, 560 vittime
1954 – Cosenza, 470 vittime
1968 – Belice, 300 vittime
2009 – Abruzzo, 300 vittime
1832 – Crotone, 225 vittime
1907 – Ferrazzano, 170 vittime
1835 – Cosenza, 150 vittime
1870 – Cosenza, 135 vittime
1881 – Casamicciola, 120 vittime
1894 – Reggio Calabria, 110 vittime
1894 – Aspromonte, 100 vittime.
Naturalmente le vittime sono tutte uguali, l’elenco però ci aiuta a capire l’entità dei disastri. I terremoti più recenti provocano meno vittime anche perché disponiamo di maggiori conoscenze tecnologiche, si usano materiali da costruzione più resistenti e tecniche di costruzione antisismiche. Se dovessimo scegliere due termini per caratterizzare la crosta terrestre, suggerirei: dinamica e in evoluzione.
Per saperne di più sul terremoto dell’Emilia, sesto grado della scala Richter:
Oppure cerca i numerosi video dei vari TG o quelli amatoriali postati su YouTube.