Il senso della vita a Torino

     È iniziata da qualche giorno al Museo Regionale di Scienze Naturali, in via Giolitti 36, la mostra fotografica del National Geographic Italia. La tappa torinese segue quella romana. La mostra è composta da 80 fotografie di 45 grandi fotografi, articolate su 4 aspetti dell’umanità: Amore, Lavoro, Pace, Salute. L’esposizione è stata patrocinata dal Comune di Torino e dalla Regione Piemonte. Si potrà visitare fino al 1° luglio e la sequenza di immagini racconterà ai visitatori le condizioni esistenziali e i sentimenti di uomini e donne, invitando a riflettere sugli aspetti più importanti (il senso) della vita umana.

     I fotografi coinvolti: William Albert Allard • Christopher Anderson • Jonas Bendiksen • James P. Blair • Alexandra Boulat • Monika Bulaj • Jodi Cobb • Penny De Los Santos • Travis Dove • Carolyn Drake • Melissa Farlow • Alessandro Gandolfi • Annie Griffiths • Fritz Hoffmann • Lynn Johnson • Ed Kashi • Karen Kasmauski • Taylor Kennedy • Brian Lanker • Frans Lanting • Gerd Ludwig • Steve Mccurry • David Mclain • Joe Mcnally • Matt Moyer • Vincent J. Musi • James Nachtwey • Michael Nichols • Randy Olson • Antonio Politano • Steve Raymer • Reza • Jim Richardson • Norbert Rosing • Joel Sartore • Stephanie Sinclair • Brian J. Skerry • James L. Stanfield • Maggie Steber • George Steinmetz • Medford Taylor • Mark Thiessen • Tomasz Tomaszewski • Ami Vitale • Michael S. Yamashita

Ingresso gratuito. Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 19. Chiuso il martedì.

Nell’immagine: Pace Fotografia di Taylor S. Kennedy.

Terremoto in Emilia

terremoto_Emilia     Anche in questo blog, periodicamente ci ritroviamo a scrivere di eventi naturali catastrofici: terremoti, frane, alluvioni, eruzioni vulcaniche. Vedi alcuni post: Frane e dissesto idrogeologico; Nazca – Sudamerica: uno scontro titanico; Vulcani d’Islanda; Il colera dopo il terremoto; Terremoto e tsunami in Giappone; Turchia: tra terremoti e faglie; Anche la Pianura Padana trema; L’Etna dà spettacolo.

Perché sono fenomeni tanto frequenti? Contrariamente a quanto pensano alcune persone, il territorio è in continua trasformazione non solo a causa delle attività umane: cementificazioni varie, strade, autostrade, gallerie ecc. ma anche per cause naturali. Alcune lentissime: erosione del suolo, azione delle acque dei fiumi e dei ghiacciai (sempre più ridotti), bradisismi, azione della vegetazione, … Altre rapidissime, come i terremoti. Annualmente solo in Italia i sismografi registrano migliaia di terremoti, alcuni avvertiti solo dagli strumenti, altri anche dalla popolazione e nella stragrande maggioranza dei casi senza danni né vittime. Talvolta invece ci sono molti danni e vittime come nel 2009 a L’Aquila o stamattina alle 4,00 in Emilia con 6 o 7 morti, ma il numero potrebbe aumentare in modo significativo. Bisogna ribadire ancora una volta che non è il terremoto in sé a causare vittime ma è il crollo degli oggetti, degli edifici o di parti di edifici che travolge le persone. In alcuni casi, come a Messina nel 1908, il maremoto che segue il terremoto è ancora più catastrofico. Ogni volta che ci sono vittime vuol dire che non è stata fatta abbastanza prevenzione con le costruzioni. Ritornando al terremoto dell’Emilia di poche ore fa, bisogna dire che la zona interessata non è classificata a rischio sismico elevato ma a rischio medio. Infatti se scorriamo l’elenco dei terremoti italiani più catastrofici degli ultimi due secoli, non ne troviamo nessuno nella Pianura Padana.

1908 – Messina e Reggio Calabria, 123.000 vittime

1915 – Avezzano, 30.000 vittime

1857 – Salerno, 12.300 vittime

1805 – Molise, 5.600 vittime

1980 – Campania e Basilicata, 2.660 vittime

1883 – Casamicciola, 2.300 vittime

1930 – Irpinia, 1.400 vittime

1976 – Friuli, 1.008 vittime

1887 – Liguria, 640 vittime

1836 – Rossano Calabro, 590 vittime

1905 – Nicastro, 560 vittime

1954 – Cosenza, 470 vittime

1968 – Belice, 300 vittime

2009 – Abruzzo, 300 vittime

1832 – Crotone, 225 vittime

1907 – Ferrazzano, 170 vittime

1835 – Cosenza, 150 vittime

1870 – Cosenza, 135 vittime

1881 – Casamicciola, 120 vittime

1894 – Reggio Calabria, 110 vittime

1894 – Aspromonte, 100 vittime.

Naturalmente le vittime sono tutte uguali, l’elenco però ci aiuta a capire l’entità dei disastri. I terremoti più recenti provocano meno vittime anche perché disponiamo di maggiori conoscenze tecnologiche, si usano materiali da costruzione più resistenti e tecniche di costruzione antisismiche. Se dovessimo scegliere due termini per caratterizzare la crosta terrestre, suggerirei: dinamica e in evoluzione.

Per saperne di più sul terremoto dell’Emilia, sesto grado della scala Richter:

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/terremoto_in_emilia_almeno_sei_morti_decine_di_feriti_crolli_e_danni_enormi/notizie/197328.shtml

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/05/20/news/forte_scossa_di_terremoto_in_veneto_paura_gente_per_le_strade-35512430/

http://video.repubblica.it/dossier/terremoto-emilia-20-maggio/torri-crollate-macerie-e-gente-in-strada-nell-emilia-colpita/95876/94258

Oppure cerca i numerosi video dei vari TG o quelli amatoriali postati su YouTube.

Attentato alla Scuola

attentato-alla-scuola-300x154     Questo blog e gli studenti che ne sono il riferimento partecipano al cordoglio, all’indignazione e alla grave preoccupazione suscitata dall’esplosione dolosa avvenuta stamattina davanti all’Istituto Statale “Morvillo-Falcone “ di Brindisi.

Evidentemente la scuola, chi vi lavora e gli studenti che la frequentano, sono visti a ragione come nemici della criminalità, del malaffare e della corruzione in generale. Questo per le finalità che la Scuola persegue: la formazione intellettuale, morale e fisica dei cittadini attraverso i diversi insegnamenti che si impartiscono e i rapporti umani che vi si instaurano. Quest’attacco appare rivolto proprio contro lo sviluppo delle qualità intellettuali e morali delle persone che rifuggono i metodi mafiosi, criminali e clientelari diffusi in molte parti della società e in modo disomogeneo sul territorio italiano. Poiché lo sviluppo di queste qualità determina la diffusione della cultura in generale e una maggiore presa di coscienza dei fenomeni sociali da parte delle persone, l’attentato è stato un attacco all’intera collettività.

Per informazioni: tutte le principali testate nazionali; per i primi video: http://www.brindisireport.it/

Vesta: la Terra-bambina

Vesta_Dawn     In qualche post ci siamo già occupati della forma e delle dimensioni della Terra, ma il nostro Pianeta non è stato sempre così: la sua formazione è stata graduale. Naturalmente non abbiamo certezze sul modo in cui si è formata ma solo ipotesi. Una delle prime ipotesi è stata quella di Kant e Laplace, secondo la quale il Sistema solare si sarebbe formato da una nube di gas che per raffreddamento e successiva condensazione avrebbe dato origine prima al Sole e poi per distacco dei materiali ai vari pianeti. Oggi sappiamo che non può essere andata così, anche  per la diversa composizione dei materiali del Sole e dei pianeti. Secondo la maggioranza degli astronomi invece, una nube interstellare di polveri e gas si sarebbe contratta per effetto della gravità e avrebbe assunto la forma di un disco in rotazione intorno al suo nucleo. Dalla condensazione del nucleo, oltre il 90% della massa della nube, si sarebbe originato il Sole. Il restante 10%, nei milioni di anni successivi, si sarebbe aggregato formando dei protopianeti. Qui i pareri si dividono: secondo alcuni la prototerra era più grande di quella attuale e in seguito avrebbe dato origine alla Luna, ad esempio a causa dell’impatto di un gigantesco asteroide; secondo altri Terra e Luna si sarebbero formate indipendentemente con i materiali che via via si aggiungevano ai protopianeti per effetto della forza di gravità.

Cosa c’entra Vesta? E cos’è Vesta? È il secondo asteroide per dimensioni, dopo Ceres (o Cerere), della fascia principale, quella compresa tra Marte e Giove ma è il più luminoso e può essere visto anche ad occhio nudo. Ha una forma quasi sferica, assomiglia a una “grossa patata”, ma con un diametro di circa 530 km! Un gigante tra i suoi simili. Si tratta di un protopianeta di circa 4 miliardi di anni: la Terra bambina! Ceres (circa 950 km di diametro) venne scoperto nel 1801 dall’astronomo italiano Giuseppe Piazzi, invece Vesta fu scoperto nel 1807 dall’astronomo tedesco Heinrich Wilhelm Olbers. La situazione attuale di Vesta sembra molto simile a quella di un protopianeta. Ce lo indicano sia le analisi dei campioni di roccia arrivati sulla Terra sia le immagini ravvicinate arrivate dalla sonda senza equipaggio Dawn inviata nel 2007. In questo periodo Dawn sta orbitando intorno a Vesta e invia milioni di dati al centro di controllo della NASA. Rimarrà intorno a Vesta fino a luglio 2012, poi raggiungerà Ceres nel 2015, e rimarrà nella sua orbita per circa sei mesi. Dati e immagini ci permettono di vedere com’era la Terra durante la sua formazione, prima che raggiungesse le attuali dimensioni e si formasse l’atmosfera primordiale: montagne, solchi, innumerevoli crateri da impatto. Numerosi filmati riprendono la superficie e la rotazione di Vesta.

Nell’immagine: Vesta e il logo NASA della missione Dawn.

Per saperne di più: Breve video della NASA sulla superficie e la rotazione di Vesta;

Vesta; Ceres; Dawn.

Ora c’è un bell’articolo su Science e sul blog Galileo: http://www.galileonet.it/articles/4fabaff272b7ab32e7000001 , con un archivio di foto riprese dalla sonda Dawn. Consiglio la lettura dell’articolo di Martina Saporiti pubblicato su Galileo lo scorso 11 maggio e la riproduzione delle immagini.

XXV Salone Internazionale del Libro

salone_libro_torino_02-300x215     Si è aperto oggi, al Lingotto Fiere di Torino e continuerà fino al 14 maggio. Gli eventi in catalogo sono molte centinaia e i relatori migliaia. Paesi ospiti: Spagna e Romania. Il programma degli eventi, stampato ha quasi le dimensioni di un libro. Chi è interessato può scaricarlo e cercare ciò che gli interessa con le date, gli orari e la sala in cui recarsi.

Mi limito a segnalare solo qualche evento a carattere scientifico e/o didattico, qualcuno dei quali si è tenuto già oggi.

Greenpeace. Libri a deforestazione zero. Quanto sono verdi gli editori italiani.

Scuola digitale. A cura del MIUR, Ufficio scolastico regionale per il Piemonte.

N come natura. Alla scoperta dei quattro elementi.

La diagonale stretta (Laboratorio Scienza)

Una rete intorno alla Terra (Laboratorio Scienza)

Presentazione della collana Mathematica (a cura delle Edizioni della Normale), venerdì 11, ore 11,00 spazio autori B.

Strani occhi per guardare la Terra (Laboratorio Scienza), venerdì 11, ore 14,30, laboratori del Bookstock village.

Hydropolis: viaggio culturale tra le meraviglie dell’acqua. Venerdì 11, ore 11,00 biblioteca Calvino lungodora Agrigento 94.

L’Ambiente. Falso progresso e vere innovazioni. Sabato 12, ore 13,30, Sala rossa.

Segnalibri: scrivere scienza. Perché i vulcani si svegliano? Sabato 12, ore 15,00 Arena Bookstock.

Il primo giorno senza cancro. Incontro con Umberto Veronesi. Sabato 12, ore 16,30, Auditorium Lingotto.

Il grande Archimede. Ricordo di Mario Geymonat. Sabato 12, ore 12,30, Spazio autori B.

Molecole d’autore in cerca di memoria. Sabato 12, ore 16,00, Spazio Book.

Storia curiosa della scienza: un modo nuovo e moderno di raccontare il mondo. Sabato 12, ore 18,00, Spazio Book.

A colloquio con la redazione di TGR “Leonardo”. Sabato 12, ore 11,30, Palco RAI.

A colloquio con la redazione di TGR “Montagne”. Sabato 12, ore 16,30, Palco RAI.

Tecnologia Hyst: dagli scarti, cibo ed energia per tutti. Sabato 12, ore 15,30. Biblioteca civica Villa Amoretti, Corso Orbassano 200.

Scienza, fede e diritti. Domenica 13, ore 11,00 Sala blu.

Amianto: un problema solo di Casale? Il lavoro nella storia delle persone e di una comunità. Domenica 13, ore 13,00 Spazio Sant’Anselmo.

Per saperne molto, molto di più: http://www.salonelibro.it/ .

Obiettivo oceani: Tara Oceans

tara     Dopo quasi tre anni di navigazione tra mari e oceani e 115.000 km percorsi, il veliero Tara qualche mese fa ha concluso il suo lavoro di ricerca e raccolta di informazioni e dati biologici, chimici, fisici e meteorologici. I principali parametri fisici sulle acque marine sono stati: temperatura, pressione, salinità, densità. Quelli chimici hanno riguardato la presenza di inquinanti e gas disciolti. La ricerca biologica ha interessato centinaia di forme di vita marine, a varie profondità. A bordo c’erano anche rappresentanti italiani con il coordinamento della Stazione zoologica Anton Dhorn di Napoli e dell’università Bicocca di Milano. Una parte dei dati raccolti sono stati analizzati a bordo del veliero stesso dove sono state predisposte varie strumentazioni, altri campioni vengono elaborati da vari centri di ricerca sparsi sul Pianeta. Hanno partecipato al progetto scienziati e ricercatori di 15 diverse nazioni con circa 50 laboratori. Una sezione importante del lavoro biologico è stata rivolta allo studio del plancton, alla base della catena alimentare marina. Si tratta dello studio più completo e, forse, approfondito che sia mai stato fatto sulle acque marine e oceaniche. Ma cosa c’è “sotto” gli oceani?

Dal punto di vista geografico, ricordiamo, sinteticamente, che nelle zone ricoperte dalle acque si individua: a) una piattaforma continentale fino a circa 200 m di profondità, che rappresenta il prolungamento dei continenti nei mari e negli oceani; b) una scarpata continentale, con un pendio più o meno ripido che si estende fino a circa 2000 m di profondità; c) estese piane abissali che rappresentano la continuazione delle scarpate e dalle quali si innalzano rilievi sottomarini; d) dorsali oceaniche che possono estendersi per diverse migliaia di km, caratterizzate da un’intensa attività magmatica che conduce alla formazione di nuova crosta oceanica; e) fosse oceaniche che arrivano ad una profondità di circa 10 km, quella delle Marianne, al largo delle Filippine nel Pacifico supera gli 11.000 m. Le fosse sono zone di subduzione in cui la crosta oceanica si consuma.

Tra le criticità riscontrate dalla spedizione Tara, viene segnalata la grave presenza sulla superficie marina di una sottilissima pellicola di molecole plastiche, il risultato dalla degradazione fotochimica di rifiuti dello stesso materiale. Accanto a correnti marine diffuse, alcune delle quali molto conosciute come la corrente del Golfo, tanto importante per l’Europa occidentale e settentrionale, sono state scoperte zone tropicali con acque stratificate, praticamente ferme e quasi del tutto prive di ossigeno disciolto. Ma l’elaborazione di tutti i dati raccolti richiederà tempo e solo dopo si potrà avere un quadro d’insieme sulla reale situazione delle acque salate dei tre grandi oceani, che raccolgono complessivamente il 97% dell’acqua presente sulla Terra, e del nostro “piccolo” Mediterraneo.

Per approfondimenti: il tuo libro di Scienze della Terra;

http://oceans.taraexpeditions.org/?id_page=1

http://youtu.be/LLZgd7R6jXY

La foto è tratta da: http://a35.idata.over-blog.com/600×526/3/90/58/51/evenements/Film/TaraOceans1.jpg

Stasera Itis Galileo, si replica

     Lo spettacolo teatrale “ITIS Galileo” di Marco Paolini, scritto con Francesco Niccolini, trasmesso anche in televisione qualche giorno fa in diretta dai laboratori dell’INFN del Gran Sasso viene replicato stasera, in prima serata su La7. Lo spettacolo ha già avuto un buon ascolto con un milione e mezzo di telespettatori. È avvincente, denso di battute e riferimenti storici. Non parla solo di Galileo e delle sue vicissitudini scientifiche e familiari ma sono ben congegnati i riferimenti a Copernico e al suo Sistema con la centralità del Sole e il moto della Terra. Il suo libro “De Rivoluzionibus” venne pubblicato, non a caso, solo nel 1546 in punto di morte. Conteneva la teoria che nei decenni successivi, dopo numerose e pericolose controversie, avrebbe sbriciolato duemila anni di certezze aristoteliche, tolemaiche e religiose. Si rende giustamente omaggio al grande Keplero, allievo e successore di Tycho Brahe, i cui studi e calcoli permisero allo stesso Keplero di formulare le celebri tre leggi sul moto dei pianeti, pubblicate nel 1609 in “Astronomia nova seu Physica coelestis”. Appaiono ben inseriti nello spettacolo i riferimenti ad alcune opere di Galileo: il Nuncius Sidereus e, soprattutto il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”. Non mancano riferimenti e battute sulla sorte di Giordano Bruno e su vicende di attualità, in campo politico e nella didattica e ricerca scientifica. Siamo nel secolo della rivoluzione scientifica, con la nascita della “meccanica” che permise la costruzione di strumenti eccezionali: dal cannocchiale al microscopio.

      Uno spettacolo da vedere per chi non lo ha visto e da rivedere per gli altri.

Nell’immagine: la locandina dello spettacolo.