Grotte carsiche in provincia di Como

    Alcune settimane fa, in un servizio del TG2 della RAI si segnalava l’esplorazione di un vasto sistema di cunicoli di origine carsica tra i due rami del lago di Como. Ma come avviene la formazione delle grotte carsiche? Il fenomeno è dovuto alla circolazione delle acque sotterranee in seguito alla loro infiltrazione dalla superficie, una superficie del suolo pressoché orizzontale (per i fenomeni superficiali) e ad un clima caldo-umido o temperato-umido che possa favorire i processi di soluzione del carbonato di calcio. Sì perché queste formazioni riguardano le rocce prettamente calcaree, cioè con una percentuale di carbonato di calcio (CaCO3) superiore al 95% oppure anche calcareo-dolomitiche. Ma dove si trovano in Italia i più estesi massicci calcarei? Partendo dal meridione, abbiamo il Salento, le Murge e il Gargano; nell’Appennino centrale il Gran Sasso, la Maiella e la zona di Fabriano; nel settentrione il Carso di Trieste, l’altopiano di Asiago e i monti Lessini delle prealpi venete. I processi carsici sono dovuti alla trasformazione del carbonato di calcio in bicarbonato per l’azione prolungata dell’acqua ricca di diossido di carbonio. La  reazione che avviene può essere rappresentata con la seguente equazione:

CaCO3 + CO2 + H2O  <—> Ca(HCO3)2

Si tratta di una relazione di equilibrio tra carbonato insolubile e bicarbonato solubile. Se per qualche motivo diminuisce la quantità di CO2 nell’acqua, l’equilibrio si sposta a sinistra e precipita una parte del carbonato. Quali possono essere le cause? L’aumento della temperatura o la diminuzione della pressione dell’acqua ad esempio. Se viceversa aumenta la concentrazione di CO2, più carbonato passa in soluzione e l’equilibrio si sposta verso destra: è il fenomeno del carsismo, l’asportazione del carbonato provoca nel sottosuolo cunicoli, caverne, pozzi, tutti irregolari e più o meno ramificati. Ma non esistono solo forme di erosione sotterranea, molti fenomeni avvengono anche in superficie e meriteranno un discorso a parte. Nel sottosuolo, oltre all’erosione esistono anche strutture carsiche costruite dalla rideposizione del CaCO3: le più appariscenti sono stalattiti e stalagmiti. Le prime ornano le volte delle caverne, le seconde il pavimento e spesso si saldano formando colonne naturali. L’azione dell’acqua, lenta però inesorabile, porta nel corso di milioni di anni ad allargare ed estendere i cunicoli e le altre formazioni per chilometri. I crolli delle volte poi contribuiscono alla demolizione delle rocce calcaree.

            Ritornando alla scoperta nella zona del lago di Como, bisogna segnalare che gran parte del lavoro di esplorazione è stato fatto dal gruppo speleologico bergamasco “le nottole” (http://www.nottole.it/) fondato nel 1969 e da altri gruppi lombardi (l’Associazione speleologica comasca, lo Speleoclub Cai Erba, il Gruppo grotte Milano, la Società escursionistica milanese (Sem), il Gruppo grotte Busto Arsizio). La grotta sembra essere la più estesa d’Italia con ben 58 km di lunghezza e si trova nella zona di Erba. In questo periodo è in discussione alla Commissione Territorio della Camera dei Deputati una proposta di legge dal titolo “Disposizioni in materia di tutela e di valorizzazione delle grotte turistiche italiane”. La scoperta o la sua segnalazione quindi capita nel momento più opportuno.

Nella foto: un tratto delle splendide Grotte di Castellana, in Puglia.

Per approfondimenti:

La provincia, cronaca di Erba.

Alcuni video o presentazioni:

Frasassi: http://youtu.be/D_kx6wxdjek

Grotte inquinate: http://youtu.be/WKfjnr1uhag

Nel Carso: http://youtu.be/2UHVfkXA0LE

Castellana: http://youtu.be/ZKmXEAupUPU

 

1 commento su “Grotte carsiche in provincia di Como”

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