VEGA, vettore spaziale italiano

     Lo spazio prossimale alla Terra è sempre più carico di satelliti e spazzatura. Tanto che l’orbita dei rifiuti spaziali di maggiori dimensioni è tenuta sotto controllo dalle varie Agenzie Spaziali. Sono diversi i Paesi che lanciano strumenti tecnologici in orbita. In totale nei 50 anni di esplorazioni spaziali sono stati lanciati circa 6000 satelliti artificiali, tutti figli dello Sputnik. Di questi, circa 800 (il 13%) sono tuttora operativi, il resto è spazzatura da tenere sotto controllo per evitare collisioni con materiali del costo di decine o centinaia di milioni di euro. I satelliti non più operativi, per non intralciare gli altri, dovrebbero essere spinti su orbite inutilizzate o fatti precipitare sull’oceano Pacifico. Almeno è quello che è stato stabilito dal Comitato dell’ONU per l’uso pacifico dello spazio. Molti di quelli funzionanti sono satelliti militari, ma tanti altri sono per usi civili: per le telecomuncazioni, le attività economiche, per il meteo, per i rilevamenti ambientali, geologici, minerari ecc.

     Ultimamente ai vettori che lanciano satelliti se n’è aggiunto uno dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) costruito quasi interamente in Italia: VEGA. Ha un diametro di soli 3 metri ed è alto 30 metri, con una massa di 137 tonnellate. È in grado di portare in orbita satelliti di medie o piccole dimensioni, al massimo di 1,5 tonnellate. Un’utilitaria dello spazio costata circa 500 milioni di euro ma considerata un buon investimento, in grado di portare guadagni e nuova ricerca. Per il 65% si tratta di investimenti italiani, della società Avio Spa con sede a Rivalta Torinese, tramite la Elv (European Launch Vehicle) una società di costruzioni aerospaziali di Colleferro (RM).

Oggi 13 febbraio 2012, VEGA è partito per il suo volo di qualifica portando in orbita due satelliti più altri sette microsatelliti e collocandoli perfettamente nella posizione prestabilita. Un grande successo per la ricerca e l’industria aerospaziale italiana. Il programma e vettore VEGA è stato fatto proprio dall’Agenzia Spaziale Europea e il lancio è avvenuto poche ore fa dalla Guyana Francese. Per vincere la forza di gravità, il vettore ha una spinta propulsiva costituita da 3 stadi a combustibile solido e da un quarto stadio a combustibile liquido che si attiva per rilasciare il carico nelle orbite previste. VEGA garantisce alle industrie europee il lancio di piccoli satelliti ad un costo più basso e in tempi indipendenti rispetto ai grandi lanciatori statunitensi e russi.

Ma quali sono le principali zone di orbite utilizzate dai satelliti? C’è un’orbita bassa, fino a 2000 km che ospita la metà dei satelliti funzionanti, compresi tutti quelli per le osservazioni scientifiche e militari e la Stazione Spaziale Internazionale. È la zona più affollata in cui ci sono i maggiori rischi di collisioni. Una zona di orbite intermedie, tra i 20.000 e i 25.000 km, comprende satelliti per i sistemi di navigazione come il GPS. La zona di orbite più esterne è quella geostazionaria, a 36.000 km, in cui il periodo di rivoluzione dei satelliti coincide con quello di rotazione della Terra. Un satellite che si trova su quest’orbita, si mantiene sempre sulla stessa regione del nostro Pianeta. È occupata prevalentemente da satelliti per la meteorologia e le telecomunicazioni.

Il video (da non perdere!) del lancio di VEGA, con la voce e il commento di Silvia Rosa Brusin e diverse animazioni:

http://youtu.be/zC6hPk4cd1I 

Per ulteriori approfondimenti:

http://www.asi.it/it/agenzia/societa_partecipate/elv

http://it.wikipedia.org/wiki/Avio_(azienda)

http://it.wikipedia.org/wiki/Vega_(lanciatore)

http://it.wikipedia.org/wiki/Orbita_geostazionaria

www.asi.it/it/attivita/trasporto_spaziale/vega 

Nell’immagine (dell’Agenzia Spaziale Italiana) il lanciatore VEGA.