Le tasse per l’ambiente e la protezione del territorio

grafico-spese-ambiente-300x219     Dopo l’aumento delle accise sui carburanti dell’altro ieri, che ha portato “alle stelle” il prezzo di benzina e gasolio, considerando anche le altre imposte (casa, pensioni) contenute nella necessaria manovra del governo Monti, è opportuna una riflessione sulle tasse che hanno come scopo la tutela dell’ambiente. In seguito ai tanti disastri ambientali e dopo le ultime alluvioni in Liguria e in Sicilia, hanno fatto un certo scalpore i risultati di una ricerca di alcuni mesi fa del Centro Studi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre (CGIA). La ricerca ha analizzato quanto lo Stato incassa dalle varie tasse che hanno come scopo la difesa dell’ambiente e quanto effettivamente viene speso per questo settore. Dal 1990 al 2009, in vent’anni, sono stati incassati 717 miliardi di euro. Sono stati effettivamente spesi per la prevenzione del dissesto del territorio e la protezione dell’ambiente solo 6 miliardi di euro, l’1,1%. Per comodità e per poter rappresentare graficamente i valori, considero solo gli ultimi dieci anni: dal 2000 al 2009.

tabella-spese-ambiente-300x146     Un articolo di Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera del 29 novembre scorso, evidenzia chiaramente la contraddizione tra lo scopo dichiarato di queste imposte e l’effettiva destinazione delle corrispondenti risorse incassate e fà alcune riflessioni sulla prevenzione del dissesto del territorio. Nei dieci anni che sono stati considerati in questo post, lo Stato e gli Enti locali  hanno incassato circa 396 miliardi di euro e ne hanno spesi solo 4 per l’ambiente, cioè l’1,05%.

Ma quali sono le principali imposte “ambientali”considerate?

Sull’energia: Sovrimposta di confine sul GPL, Sovrimposta di confine sugli oli minerali, Imposta sugli oli minerali e derivati, Imposta sui gas incondensabili, Imposta sull’energia elettrica, Imposta addizionale sull’energia elettrica di comuni e province, Imposta sul gas metano, Imposta consumi di carbone.

Sui trasporti: Pubblico registro automobilistico (PRA), Imposta sulle assicurazioni Rc auto, Tasse automobilistiche a carico delle imprese, Tasse automobilistiche a carico delle famiglie.

Sulle attività inquinanti: Tributo speciale discarica, Tassa sulle emissioni di anidride solforosa e di ossidi di zolfo, Tributo provinciale per la tutela ambientale, Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili, Contributo sui prodotti fitosanitari e pesticidi pericolosi.

Se lo Stato fosse più coerente tra i motivi dichiarati per giustificare certe imposte e la loro effettiva destinazione, ci guadagnerebbero l’ambiente e quelle popolazioni che periodicamente subiscono lutti e devastazioni.

Per visualizzare la tabella della CGIA di Mestre, clicca qui.