Le molecole biologiche (2): i lipidi

glicerolo e acido grassoChi non ha mai sentito parlare di colesterolo? Si tratta di un termine conosciuto da tutti. Ma i giovani probabilmente sanno solo che è associato a qualche malattia. Il colesterolo è una sostanza organica, appartenente ai lipidi, è presente nel sangue e spesso si deposita nelle arterie determinando problemi all’apparato cardiocircolatorio. La sua formula grezza è C27H45OH e indica solo il tipo e il numero di atomi che compongono una molecola.

Come si vede, è un composto ternario formato da carbonio, idrogeno e ossigeno, come i carboidrati. Ma in che cosa i lipidi si differenziano dai carboidrati? Innanzitutto il rapporto fra numero di atomi di idrogeno e numero di atomi di ossigeno che non è 2:1 ma notevolmente superiore. In secondo luogo i lipidi sono insolubili in acqua, ma si sciolgono in altri solventi, ad esempio etere e benzene. Infine, a parità di quantità di sostanza, i lipidi sono molto più energetici rispetto ai carboidrati, infatti mentre un grammo di carboidrati fornisce 4 kcal, la stessa quantità di lipidi fornisce 9 kcal. I lipidi più abbondanti sono i grassi, gli oli e le cere. Ogni molecola di grasso si forma dalla combinazione di una molecola di glicerolo con tre molecole di acido grasso, eliminando tre molecole d’acqua (reazione di condensazione). Naturalmente durante la digestione dei grassi avviene il processo inverso: l’idrolisi, in cui le molecole d’acqua reagiscono con le molecole di grassi. Nel nostro organismo la digestione dei grassi avviene nell’intestino grazie soprattutto alla bile, una soluzione prodotta dal fegato, riversata nel duodeno attraverso il coledoco, che non contiene enzimi ma sali in grado di “emulsionare” i grassi. L’emulsione, cioè la suddivisione dei grassi in particelle microscopiche, fa aumentare di molto la superficie di contatto tra i grassi stessi e gli enzimi preposti alla loro digestione: le lipasi. I grassi si trovano soprattutto nei tessuti animali e quindi nelle carni, nei salumi, nel latte e nei suoi derivati. La loro funzione principale è quella di riserva energetica ma in molti animali servono anche da isolante termico disposti in uno strato sottocutaneo (tessuto adiposo). Gli oli invece sono quei lipidi che a temperatura ambiente si trovano allo stato liquido. Generalmente hanno origine vegetale e alcuni sono ottimi condimenti, come l’olio d’oliva, prodotto in tutte le regioni a clima mediterraneo. Le cere invece, pur essendo simili ai grassi hanno una diversa origine: derivano dalla condensazione di una sola molecola di acido grasso con un alcool a lunga catena. Ne sono esempi la cera d’api e le cere che si trovano sulle foglie rendendole impermeabili o sui frutti. Un altro importante gruppo di lipidi è quello degli steroli a cui appartiene lo stesso colesterolo.

Per approfondimenti: http://it.wikipedia.org/wiki/Lipidi

OIL: di disastro in disastro

oil-BP-300x198     Solo poco tempo fa abbiamo sentito, letto e scritto di un “piccolo” versamento di idrocarburi nel fiume Lambro, in Lombardia, dove ancora si cerca di raccogliere una parte degli inquinanti. Nel frattempo, l’uomo non è certo rimasto con le mani in mano! Anzi in una piattaforma marina nel golfo del Messico, non si sa come, c’è stato un incendio. La piattaforma è affondata e dal pozzo sottomarino Deepwater Horizon che è alla sua base, qualche settimana fa (era il 21 aprile) è iniziata la fuoriuscita di un enorme quantitativo di petrolio: circa 5000 barili al giorno. La piattaforma si trovava a 80 km dalla costa e estraeva 8000 barili di greggio al giorno. Ricordiamo che un barile corrisponde a circa 160 litri. Ormai è una catastrofe di dimensioni gigantesche. La compagnia petrolifera BP (British Petroleum), inizialmente ha scaricato le colpe su altri (la compagnia svizzera Transocean), poi ha dichiarato che si accollerà tutte le spese necessarie al ripristino delle condizioni ambientali iniziali e al pagamento dei danni economici per le regioni costiere interessate. Questo anche perché la posizione di Obama è stata dura: la BP è responsabile e pagherà. La marea nera ha raggiunto le coste della Louisiana e la foce del Mississippi, dove è stato decretato lo stato di emergenza e sono stati mobilitati migliaia di militari, a breve potrebbe arrivare sulle coste della Florida e il problema viene seguito da vicino sia dalle autorità degli Stati costieri sia dal presidente Obama. Intanto i tecnici, dopo aver scartato varie altre ipotesi cercano di realizzare una cupola di contenimento in cemento armato e acciaio che possa bloccare o quantomeno arginare la fuoriuscita di petrolio dal fondale, a circa 1500 metri sotto il livello dell’acqua. I risultati di quest’intervento non sono affatto certi e comunque richiederà molto tempo. Per un incidente di una simile gravità bisogna tornare al 1989, al disastro della petroliera Exxon Valdez che versò in mare 260.000 barili di petrolio. Una conseguenza importante questa catastrofe l’ha avuta: sono state bloccate ulteriori trivellazioni in mare, sia lungo le coste atlantiche che nel Pacifico, lungo la costa californiana. In varie parti del mondo sono iniziate le verifiche sullo stato delle piattaforme petrolifere in funzione, per individuare e risolvere eventuali problemi ed evitare altre catastrofi. Chi vuole, sulla rete troverà molti video che documentano l’incendio e la diffusione in superficie della macchia oleosa, ormai lunga circa 200 km e larga circa 100 km. Naturalmente i danni sui fondali sono altrettanto gravi ma non sono visibili né documentati.