Raccomandazioni e indicazioni per la prevenzione da virus A/H1N1V

    Riporto integralmente le raccomandazioni e le indicazioni, concordate tra il Ministero della Pubblica Istruzione e il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, sui comportamenti che le scuole devono osservare per la gestione dei casi di influenza pandemica (VIRUS A/H1N1V) nelle scuole e per la prevenzione della sua diffusione. Il documento serve come prima iniziativa per sensibilizzare studenti e famiglie alla prevenzione dell’influenza  e all’educazione alla salute.
Oltre all’ambiente scolastico cui si fa riferimento nel documento, ricordo che sono potenziali luoghi di infezione tutti gli ambienti affollati (autobus, treni, oratori, ospedali, sale d’attesa, …) e gli oggetti utilizzati da più persone (sostegni e sedili di treni e autobus, monete, banconote, …) perciò è particolarmente importante lavarsi accuratamente le mani anche dopo che ci si è trovati in queste situazioni. In caso di malattia o assistenza a persone malate, utilizzare mascherine igieniche. Questi comportamenti sono utili per cercare di prevenire qualunque tipologia di influenza.

Carmine De Fusco

Raccomandazioni e indicazioni operative per la gestione dei casi di influenza pandemica da virus A/H1N1V.

1. MISURE IGIENICHE E COMPORTAMENTALI DA ADOTTARE A SCUOLA (da parte degli studenti e del personale)

§ Igiene delle mani: lavare regolarmente le mani con acqua e sapone, soprattutto dopo avere tossito, starnutito e avere soffiato il naso;

§ Corretta gestione delle secrezioni respiratorie (“etichetta respiratoria”): coprire la bocca ed il naso quando si tossisce e si starnutisce, possibilmente con un fazzoletto di carta, da gettare immediatamente nella spazzatura dopo l’uso;

§ Pulizia ordinaria, con i normali prodotti comunemente in uso, delle superfici e suppellettili che sono a contatto con le mani (banchi, sedie, lavagne, dispostivi elettronici utilizzati: video-proiettori, computer, ecc.). Effettuare la pulizia subito, nei casi in cui tali superfici si presentino visibilmente sporche;

§ Non consumare cibi, bevande già assaggiate da altri, o da confezioni non integre;

§ Non mangiare utilizzando le posate di altri;

§ Non portare alla bocca penne, gomme, matite ed altro materiale di uso scolastico e/o comune;

§ Aerare le aule e gli ambienti regolarmente durante l’intervallo e dopo la fine di tutte le attività scolastiche quotidiane.

2. RESTARE A CASA QUANDO SI È MALATI

Gli studenti e il personale scolastico che manifestino febbre o sindrome simil-influenzale* (*generalmente febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari e articolari, brividi, debolezza, malessere generale e, a volte, vomito e/o diarrea) devono responsabilmente rimanere a casa nel proprio ed altrui interesse, ed è consigliabile contattare il proprio medico o pediatra di famiglia, quando i sintomi persistono o si aggravano.

I VANTAGGI di tale misura sono:

· evitare l’insorgenza di complicanze dell’influenza per la persona che ne è affetta;

· evitare di contagiare altre persone (tra cui persone che appartengono a categorie a rischio di sviluppare gravi sequele);

· limitare e/o circoscrivere il diffondersi dell’evento morboso

La riammissione alla vita di comunità è consigliabile dopo 48 ore, e comunque non prima di 24 ore dalla scomparsa della febbre, salvo diversa indicazione da parte del medico.

Tale periodo, tuttavia, varia a seconda del quadro clinico e della scomparsa della febbre. Pertanto, si raccomanda di mantenere il flusso informativo tra amministrazione scolastica, ASL, medici e pediatri curanti e genitori in maniera più coerente possibile.

E’ altresì fortemente raccomandata la corretta gestione delle secrezioni respiratorie (“etichetta respiratoria”), come precisato al punto 1.

Poiché è stato evidenziato, tramite test di laboratorio, che i bambini in particolare possono eliminare, attraverso le secrezioni respiratorie, il virus influenzale oltre le 24 ore dalla scomparsa della febbre, seppure con frequenza minore rispetto agli individui febbrili, è raccomandata comunque, al ritorno a scuola, la corretta applicazione della gestione delle secrezioni respiratorie e l’igiene delle mani, per limitare il più possibile il contagio di persone appartenenti a categorie a rischio di complicanze.

La riammissione a scuola avverrà secondo le modalità già in uso nelle singole Regioni e province Autonome.

3. STUDENTI E PERSONALE SCOLASTICO CHE PRESENTANO I SINTOMI INFLUENZALI

In caso di febbre o sintomatologia influenzale* il personale scolastico deve contattare

direttamente i genitori o chi ne fa le veci, per la presa in carico dei minori a domicilio.

Nel caso la sindrome influenzale* si manifesti nel personale della scuola, il dirigente scolastico, o chi da lui delegato, lo inviterà a recarsi a casa ed eventualmente a contattare il medico curante, il quale si occuperà dei provvedimenti di astensione dal lavoro, come da normativa vigente.

Resta indispensabile e doveroso, ai fini di sanità pubblica, mantenere la gestione trasparente dell’informazione tra il Responsabile dell’Istituzione scolastica, il competente servizio della ASL di riferimento territoriale, i medici curanti (pediatra, medico di medicina generale) e i genitori.

In corrispondenza del picco epidemico atteso, sarà pianificato con le Regioni/PP.AA. un

sistema sentinella per monitorare le assenze (dagli asili nido alle scuole superiori), identificando le scuole da coinvolgere per ciascuna Azienda Sanitaria Locale, d’intesa con le Autorità scolastiche.

Tali dati permetteranno di monitorare l’andamento delle assenze rispetto al dato storico degli anni precedenti, l’evoluzione della curva epidemica, l’eventuale presenza di un cluster all’interno di una scuola.

4. GESTIONE DELLA LOGISTICA SCOLASTICA COME PREVENZIONE

In caso di picchi o di focolai diffusi di influenza pandemica da virus AH1N1v, potranno essere implementate misure per limitare gli ‘assembramenti’ e, secondo le indicazioni della ASL competente, si valuterà, da parte dei Dirigenti scolastici, la possibilità di posporre gite scolastiche, eventi e altre manifestazioni che assemblino più classi/istituti scolastici nei periodi di picco della patologia.

5. EVENTUALE CHIUSURA MIRATA DI SCUOLE.

I vantaggi della chiusura delle scuole appaiono decisamente modesti in relazione ai problemi sociali, sanitari e di sicurezza che si verrebbero a creare.

La chiusura può invece mantenere un significato di opportunità in presenza di un andamento particolarmente grave dei casi di malattia. Tali situazioni, ad oggi a bassissima probabilità di accadimento, saranno valutate al momento ed potranno essere, eventualmente, oggetto di ulteriori indicazioni.

Su segnalazione delle autorità sanitarie – ASL, e previa adeguata valutazione del rischio, il Sindaco del Comune ove è sita la scuola, d’intesa con il dirigente scolastico, può determinare la sospensione in tutto o in parte delle attività didattiche per gli studenti o la possibile chiusura della scuola.

La durata della sospensione delle attività didattiche o della chiusura della scuola dipenderà dalla gravità e dall’estensione della malattia.

Le scuole, per le quali sarà disposta la sospensione dell’attività didattica, potranno comunque rimanere accessibili agli insegnanti e al personale, per facilitare la continuità dell’insegnamento, anche se con altre modalità.

Roma, 18 settembre 2009

IL MINISTRO IL VICE MINISTRO alla SALUTE

F.to On.le Mariastella GELMINI F.to Prof. Ferruccio FAZIO

Allarme virus H1N1 e influenza A

      Da un po’ di tempo si parla molto del virus H1N1. Da oltre due decenni si parla e si scrive molto di un altro virus, dei suoi effetti e dei modi per combatterlo: è l’HIV. Ma in generale, cos’è un virus? Il significato del nome è indicativo, virus è un termine latino e significa veleno. Sul vocabolario “Castiglioni-Mariotti” si legge: “maleum virus = mortifero veleno (Virgilio). I virus sono microscopici parassiti (le dimensioni vanno da 0,04 a 0,3 μm, perciò sono visibili solo al microscopio elettronico, non a quello ottico che arriva al massimo a 1.500 ingrandimenti) la cui natura è discussa, infatti non sono considerati organismi viventi perché non sono in grado di riprodursi da soli né di svolgere processi metabolici senza un ospite vivente, unicellulare o pluricellulare, nel quale insediarsi. Oltre ad essere circa 1000 volte più piccoli di un batterio, contengono acidi nucleici: DNA oppure RNA e spesso hanno anche forma geometrica. Sono parassiti obbligati e il loro genoma sfrutta il genoma della cellula ospite per riprodursi. Il genoma del virus infatti contiene le informazioni per la costruzione di altre particelle virali ed è racchiuso in un involucro proteico detto capside. Talvolta è presente un’altra struttura esterna detta envelope, costituita da proteine, lipidi e glucidi. La struttura del capside può avere tre forme fondamentali: quella di icosaedro (solido regolare a 20 facce triangolari); tubulare, con aspetto dritto o curvato; struttura complessa, con una serie di rivestimenti irregolari o con appendici che non determinano una forma geometrica. 

     I virus possono infettare sia cellule eucariote che procariote e alcuni possono passare da una specie vivente ad un’altra con relativa facilità. Una volta entrato in una cellula, i geni virali si “impadroniscono” del sistema che sintetizza le proteine della stessa cellula e lo utilizzano per produrre nuove particelle virali. Dopo un certo tempo la cellula muore, liberando le migliaia di particelle virali che si diffondono nell’organismo per infettare altre cellule. La velocità di riproduzione dei virus è maggiore rispetto a quella già elevata dei batteri. Esistono diverse classificazioni dei virus: in base al tipo di involucro, al tipo di acido nucleico, al tipo di ospite; perciò abbiamo centinaia di tipi diversi di virus e molti di essi provocano malattie che possono essere anche mortali, sia per l’uomo sia per gli altri esseri viventi (monere, protisti, funghi, piante, animali).

     I virus del raffreddore e dell’influenza, ad esempio, sono parassiti transitori e il contagio tra le persone avviene per contatto con mani o oggetti contaminati, oppure per via aerea per mezzo di microscopiche goccioline diffuse nell’aria da colpi di tosse o starnuti. Il virus H1N1 è proprio di tipo influenzale e determina la cosiddetta “influenza suina” o influenza A, per non dare a quest’animale colpe che non ha e per non causare riduzioni ingiustificate del consumo di prodotti suini. Infatti se maiali e polli si ammalano è perché vivono ammucchiati uno sull’altro e sono bombardati da antibiotici di vario tipo, per non parlare della loro alimentazione. Il primo caso di influenza A è stato diagnosticato in Messico nell’aprile del 2009, da allora il virus responsabile si è diffuso in quasi tutto in mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, per la facilità di diffusione e di contagio dell’H1N1, ha definito un allarme al livello 6, il massimo previsto. Questo perché si tratta di un virus nuovo, con cui il nostro organismo non è mai venuto a contatto, tranne in parte gli ultrasessantenni, perciò siamo privi di difese immunitarie. Secondo l’O.M.S., dagli inizi di aprile al 31 luglio 2009, il virus ha contagiato 162.380 persone e i morti sono stati 1.154, lo 0,71% cioè il 7,1‰, all’incirca la stessa incidenza percentuale della normale influenza. Ciò che preoccupa è che l’H1N1 colpisce soprattutto persone giovani e l’influenza A che produce va ad aggiungersi alla normale influenza, non la sostituisce. Uno studio statistico statunitense ha rilevato che l’influenza A colpisce 14 volte in più i giovani rispetto agli anziani. In Europa e in Italia il picco delle infezioni si prevede per il periodo invernale, da dicembre a marzo, ed è stata già prevista una campagna di vaccinazione per alcune categorie: personale sanitario e delle forze dell’ordine. Il Ministero della salute ha comunicato che dal 15 novembre saranno disponibili circa 8 milioni di dosi di vaccino e la vaccinazione sarà gratuita e facoltativa presso gli ambulatori dei medici di base e i pediatri. In Germania intanto c’è una diffidenza diffusa verso la vaccinazione contro questo virus per gli effetti collaterali che può provocare e l’incertezza sulla sua efficacia. Una volta colpiti, i farmaci utilizzati e tutt’ora in produzione contro questo nuovo virus sono l’oseltamivir e lo zanamivir, però la loro efficacia varia a seconda delle persone, considerata anche la facilità con cui il virus muta. L’allarme dell’influenza A segue di alcuni anni quello dell’influenza aviaria, il cui virus fu isolato per la prima volta nel 1996 in Cina, che a sua volta seguiva quello della “mucca pazza” o Encefalopatia bovina spongiforme, determinata da un virus isolato all’inizio in Gran Bretagna, nel 1986. Questi allarmi ci mettono in guardia per il pericolo di infezione, però per molti sono una fonte di guadagno e arricchimento, infatti anche gli allarmismi sono una forma di marketing per alcune industrie farmaceutiche, la più immorale e forse la più redditizia.

Per approfondimenti:

http://it.wikipedia.org/wiki/H1N1

http://www.ministerosalute.it/dettaglio/principaleFocusNuovo.jsp?id=13&area=influenzaA&colore=2

http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=6593

La foto del virus H1N1 è di pubblico dominio e di proprietà del governo USA