Spazzatura spaziale e collisioni in orbita


Ad oltre 200 km di altezza, sulle nostre teste gira in orbita un’enorme quantità di spazzatura spaziale. Il limite è di 200 km perché al di sotto, la densità dell’atmosfera ridurrebbe di molto la vita dei satelliti. Invece il limite superiore è di circa 2000 km, oltre il quale l’assenza delle fasce di Van Allen esporrebbe i satelliti a radiazioni che pregiudicherebbero il funzionamento degli strumenti. Il problema naturalmente è iniziato con l’era spaziale, alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, con il lancio del primo satellite artificiale: lo Sputnik (1957). I detriti (pezzi di satelliti, sonde, pannelli solari, …) di centinaia di satelliti si sono accumulati con il passare degli anni. Tra la spazzatura si trovano non solo i satelliti ma anche i vari stadi dei razzi utilizzati per metterli in orbita. Quando i satelliti diventano inutilizzabili e incontrollabili capita che si scontrino e si sparpaglino in migliaia di frammenti. Quando non ci sono collisioni fra satelliti comunque alla rottamazione ci pensano i detriti già in orbita o le meteore. Il numero di frammenti cresce continuamente, continuano a scontrarsi, diventano sempre più piccoli e più numerosi. Restano sempre lì in orbita mettendo a rischio sia la sicurezza degli altri satelliti, sia quella degli astronauti e in parte, per i detriti di maggiori dimensioni, anche la nostra che abbiamo i piedi per terra. Finora sono stati censiti 1800 frammenti di spazzatura spaziale più grandi. Ad essi bisogna aggiungere almeno 500 detriti prodotti dall’ultimo scontro. Infatti per la prima volta un satellite funzionante, uno dei 66 dei satelliti Iridium,  statunitense, si è scontrato con un satellite in disuso dell’ex Unione Sovietica. L’impatto è avvenuto sul cielo della Siberia agli inizi del 2009, a circa 790 km di altezza. I primi a rischiare naturalmente sono gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale. Ogni volta che c’è il rischio di impatto, nei centri di calcolo e comando a Terra, si fanno calcoli e si prevedono orbite per  verificare se è necessario accendere i razzi della Stazione e modificare l’orbita quel tanto che basta per evitare i frammenti-spazzatura. Manovre di questo tipo, secondo notizie di stampa, sono state già fatte 8 volte. Sono a rischio d’impatto anche molti degli altri 900 satelliti attivi in orbito intorno alla Terra.

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