Charles Darwin: 150° anniversario della pubblicazione de “L’origine delle specie”


 

"È interessante contemplare una plaga lussureggiante, rivestita da molte piante di vari tipi, con uccelli che cantano nei cespugli, con vari insetti che ronzano intorno, e con vermi che strisciano nel terreno umido, e pensare che tutte queste forme così elaboratamente costruite, così differenti l’una dall’altra, e dipendenti l’una dall’altra in maniera così complessa, sono state prodotte da leggi che agiscono intorno a noi. Queste leggi, prese nel loro più ampio significato, sono la legge dell’accrescimento con riproduzione; la variabilità per l’azione diretta e indiretta delle condizioni di vita, e dell’uso e non uso; il ritmo di accrescimento così elevato da condurre a una lotta per l’esistenza, e conseguentemente alla selezione naturale, che comporta la divergenza dei caratteri e l’estinzione delle forme meno perfette. Così, dalla guerra della natura, dalla carestia e dalla morte, direttamente deriva il più alto risultato che si possa concepire, cioè la produzione degli animali superiori. Vi è qualcosa di grandioso in questa concezione della vita, con le sue diverse forze, originariamente impresse dal Creatore in poche forme, o in una forma sola; e nel fatto che, mentre il nostro pianeta ha continuato a ruotare secondo l’immutabile legge della gravità, da un così semplice inizio innumerevoli forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e continuano a evolversi."

Si conclude così l’ultimo capitolo, il quindicesimo, di uno dei pilastri delle scienze: "L’origine delle specie" di Charles Darwin. Un testo rivoluzionario nella storia della scienza e ancora oggi avversato da molti. Anziché accettare le varie forme di vita come misteriosa creazione divina, incominciò ad esplorarle e ad analizzarle in tutta la loro complessità, individuano analogie e differenze. Dall’analisi dei vari ambienti delle diverse aree geografiche visitate con l’imbarco sul Beagle, concluse che le diverse forme di vita del nostro Pianeta sono il frutto di un lungo processo di discendenza con modificazioni e adattamenti successivi operati dalla selezione naturale. Le sue idee ottennero un consenso quasi generale nella comunità scientifica, furono anche confermate da ricerche e studi paralleli condotti da Wallace, soprattutto nel sudest asiatico. I più fieri oppositori della teoria dell’evoluzione furono i vertici della chiesa anglicana che, come altre chiese cristiane non potevano permettere che venissero messe in discussione le sacre scritture e in particolare che le specie non fossero state create separatamente e che non fossero immutabili nel tempo. Tutti si rendevano conto che l’evoluzionismo formulato da Darwin e il creazionismo sostenuto fino ad allora erano due diverse concezioni filosofiche, non ristrette solo all’ambito biologico. Già Lamarck (1744-1829) aveva elaborato una teoria evoluzionistica completa, anche se formulata su presupposti sbagliati per la maggior parte dei naturalisti. Lamarck nel suo trattato Philosophie zoologique (1809) individuò come causa della variazione degli organismi: 1) l’azione dell’ambiente che per mezzo dell’uso e del non uso degli organi produce variazioni in grado di trasmettersi ereditariamente ai discendenti (ereditarietà dei caratteri acquisiti);  2) Un impulso al progresso intrinseco negli organismi viventi. Entrambe queste cause non sembrarono a Darwin e non sono tutt’oggi né provate né soddisfacenti. Il primo a rendersi conto della debolezza delle asserzioni di Lamarck fu Georges Cuvier (1796-1832), molto concreto, fondatore della paleontologia, approfittò della debolezza delle argomentazioni della teoria evoluzionistica lamarckiana e la liquidò come una "metafisica sottigliezza" che non poteva essere considerata una teoria scientifica posata su fatti concreti. Però Cuvier nel ripudiare l’evoluzionismo, per spiegare la scomparsa di specie verificata nelle sue ricerche paleontologiche dovette ricorrere a spiegazioni altrettanto deboli e stravaganti: ammise che in vari periodi della storia della Terra erano avvenute catastrofi che avevano distrutto tutti, o quasi tutti, gli organismi viventi di una data regione. Naturalmente anche questa spiegazione aveva ben poco di scientifico e richiamava il racconto biblico del diluvio universale, ripetuto più volte in vari ambiti regionali. Il lavoro di Darwin invece fu meticoloso e, prima di pubblicare la sua opera principale analizzò tutte le possibili obiezioni che potevano essere fatte al suo lavoro, cercando di dare loro una spiegazione esauriente, fondata su osservazioni concrete e non su congetture. Dopo l’Origine, pubblicò altri volumi che fornivano esempi e ulteriori spiegazioni della teoria evolutiva:

La variazione delle piante e degli animali allo stato domestico (1868);

L’origine dell’uomo e la selezione sessuale (1871);

L’espressione dei sentimenti nell’uomo e negli animali (1872);

Effetti sulla fecondazione incrociata e propria (1876);

La formazione della terra vegetale per opera dei lombrichi (1881).

Nei suoi lavori, oltre a fare osservazioni legate a casi concreti e a descriverle, cercò sempre di dare interpretazioni esaurienti. In un post così breve non posso analizzare nel dettaglio l’opera di Darwin, però posso citare qualche fatto fondamentale che ha influito sull’elaborazione della sua teoria e sulla pubblicazione dell’Origine.

Innanzitutto il brillante saggio di Alfred Russel Wallace (1823-1913, vedi anche il post precedente) che gli era stato inviato dalle Molucche, che esponeva la teoria evoluzionistica basata sulla selezione naturale in modo veramente convincente, ben argomentato e ben scritto,  e analogo a quanto stava raccogliendo Darwin da anni. Due amici (Charles Lyell, geologo fondatore della "Teoria dell’attualismo" e Joseph D. Hooker, botanico ed esploratore) lo convinsero a presentare alla Società linneana, oltre al saggio di Wallace anche un suo "Estratto da un’opera inedita sulle specie". Era nata la moderna teoria dell’evoluzione, elaborata separatamente e contemporaneamente da due grandi naturalisti e, in seguito, ognuno riconobbe i meriti dell’altro, senza diatribe o rancori. Secondo questa teoria le specie si modificano un poco per volta, senza l’azione dell’ambiente, senza una forza interiore agli organismi, senza catastrofi. È invece la selezione naturale che interviene favorendo in un determinato ambiente la sopravvivenza, l’accoppiamento e la procreazione degli organismi e delle specie più adatte a quell’ambiente. Quella della selezione come causa dell’evoluzione è senza dubbio la parte più originale e geniale dell’opera di Darwin. L’intuizione gli era venuta osservando le numerose selezioni operate da agricoltori e allevatori sulle piante e sugli animali. L’altro grande concetto, quello della lotta per la sopravvivenza, gli era stato ispirato dalla lettura attenta del famoso "Saggio sul principio della popolazione" di Thomas Robert Malthus (1766-1834), in cui si sosteneva che la popolazione umana tende ad accrescersi con ritmo molto più rapido rispetto ai mezzi di sussistenza, ecco perché una parte della popolazione del mondo è soggetta a fame e miseria.

 

Per approfondimenti:

All’indirizzo:  http://www.liberliber.it/biblioteca/d/darwin/index.htm

Si possono scaricare come e-book alcune opere di Darwin, tra cui "Diario di un naturalista giramondo", tradotto dal venariese Michele Lessona (Venaria Reale 20-09-1823, Torino 20-07-1894).

 

Vedi anche: il tuo libro di testo;

la rivista National Geographic, febbraio 2009, pag. 20, 38.

Il volume "L’origine delle specie", introduzione di Giuseppe Montalenti, ed. Boringhieri, Torino, 1967 e successive ristampe.

http://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Darwin

http://www.liberliber.it/biblioteca/d/darwin/index.htm

http://medialab.sissa.it/scienzaEsperienza/misc/mini-darwin/charles-darwin

http://mauropiadi.splinder.com/post/19753689/Charles+Darwin

 

In Italia, la più grande mostra dedicata a Darwin e all’evoluzionismo, per il 150° anniversario della pubblicazione dell’Origine e il 200° della nascita, sarà a Roma dal 12 febbraio al 3 maggio 2009 presso il Palazzo delle Esposizioni, in via Nazionale 194. Per informazioni e prenotazioni: 06-39967500 o http://www.palazzoesposizioni.it/

I DarwinDay celebrano il 12 febbraio la nascita di Darwin in varie parti del mondo. Per l’Italia vedi http://www.darwindayitalia.eu/

 

Foto: immagine di copertina di una delle tante edizioni de "L’origine delle specie".

3 pensieri riguardo “Charles Darwin: 150° anniversario della pubblicazione de “L’origine delle specie””

  1. L’argomento della teoria darwiniana mi è piaciuto molto.. l’ho trovato abbastanza facile anche alle medie.. e lo trovo molto interessante.. mi piacerebbe approfondirlo

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